Sorprendente Tuscia: Lazio da Oscar

di LORELLA BOLELLI
24 novembre 2021

Civita di Bagnoregio, ghost mediaeval town built above a plateau of friable vulcanic tuff, Lazio, central Italy

Al Padiglione Italia di Expo Dubai il video di Gabriele Salvatores cattura l’attenzione ora dopo ora, giorno dopo giorno. Il regista premio Oscar ha scelto per il Lazio la ‘città che muore’, ovvero Civita di Bagnoregio. Un borgo quasi irreale, sospeso sulla nuvole e abitato fin dai tempi degli etruschi. Un luogo magico che si candida a entrare, nel 2022, nel Patrimonio dell’Umanità Unesco. Ma nel viaggio virtuale tra le meraviglie del Lazio, non mancano il Colosseo, simbolo della capitale e famoso in tutto il mondo e l’Abbazia di Montecassino, scrigno di storia e arte medievale. Tre luoghi che incarnano il claim del Lazio all’esposizione universale: ‘Cultura è Innovazione, Sostenibilità e Benessere – il Lazio Eterna Scoperta’. Dal 28 novembre al 5 dicembre prossimi poi l’attenzione si sposterà però su un altro degli elementi caratteristici della regione, ovvero l’industria cinematografica. E anche il governatore Nicola Zingaretti sarà presente all’evento che sancisce il ruolo della regione in questo settore. “Perché - conferma il presidente della Regione - il Lazio è da sempre ‘Terra di cinema’, prima regione italiana per investimenti e seconda in Europa”. Così a Dubai, tra le ‘Short Stories’, alcune teche contengono esempi di questo tipo di artigianato, di tecnologia applicata, di manualità e d’informatica. Ci sono zone della regione in cui resta la memoria delle scene più famose viste poi al cinema. Come succede per la Tuscia che, dopo Roma, è l’area che ha ospitato il maggior numero di set cinematografici e non solo. Da Pasolini a Fellini, da Benigni a Monicelli, da Visconti a Orson Welles, alcuni dei più famosi registi di un tempo hanno scelto di girarvi i loro capolavori. Così come le recenti fiction televisive hanno come sfondo il centro di Nepi, Palazzo Farnese a Caprarola o il Palazzo dei Papi di Viterbo. La città scelta da Welles per il suo ‘Otello’, che vinse il premio come miglior film al Festival di Cannes del 1952. Idem Fellini che trasformò la centrale piazza delle Erbe in un angolo di Rimini per i suoi ‘Vitelloni’ mentre per ‘La strada’ si avvalse dello sfondo surreale di Civita di Bagnoregio. Tra Canino, Vitorchiano, Valentano, la Valle dei Calanchi, Bolsena, Nepi, Faleri Novii e il Soratte, Mario Monicelli nel 1966 ha girato ‘Armata Brancaleone’ con Vittorio Gasmann nei panni di Brancaleone da Norcia. La Chiesa di San Pietro e le rovine del Castello del Rivellino di Tuscania compaiono in ‘Uccellacci uccellini’ di Pier Paolo Pasolini che acquistò e ristrutturò una torre medievale nelle campagne di Chia, a Soriano nel Cimino, e vi trascorse gli ultimi anni di vita. Capolavori sulla pellicola e capolavori dell’uomo e della natura. Binomio imprescindibile per una regione dalla ‘scoperta eterna’.