Palazzo Velabro: design, stile e verde ai Fori Imperiali
’A room is not enough’. In una Roma in divenire, dove gli hotel, in un’ottica ‘mixed-use’, tornano a essere spazi da vivere destinati ai romani e a un turismo di qualità, la filosofia che anima Palazzo Velabro va oltre il concetto di ospitalità. Immerso nei Fori Imperiali, a pochi passi dall’arco di Giano e dalla Chiesa di San Giorgio al Velabro, il palazzo settecentesco, già oggetto negli anni ’60 di un restauro conservativo d’autore firmato da Luigi Moretti, figura tra le novità degne di nota all’interno del circuito dell’ospitalità della Città Eterna. Valorizzato da un intervento all’insegna dell’arte contemporanea e del design realizzato da GaribaldiArchitects, l’immobile, di proprietà di Unipol Sai, è stato inaugurato nella sua nuova veste alla fine del 2023 con il brand Design Hotels di Marriot e la gestione di LHM. "Come sospeso nel tempo, Palazzo Velabro, - spiega Cristina Paini, ceo e founder di LHM - riunisce sotto lo stesso tetto l’idea del design e dell’arte contemporanea, dei libri e del cinema, dello studio del verde e dell’eccellenza gastronomica". Un progetto "al femminile che - sottolinea Alessia Garibaldi, founder di GaribaldiArchitects - "è stato ispirato dalla 'natura intimistica" del palazzo del quale sono state preservate le partizioni originarie settecentesche e valorizzati i segni dell’intervento di Moretti, con l’aggiunta di 4 elementi – colore, legno, marmo, terra cruda – e contaminazioni che vengono dall’Oriente. Con 27 home suite e 6 camere di design, distribuite su 5 piani e separate dagli spessi muri romani, il concept di Palazzo Velabro richiama l’originaria vocazione della struttura, un tempo residence per artisti, restituendo al contempo un nuovo spazio culturale al centro della città. Già varcando la soglia della lounge d’ingresso Palazzo Velabro esprime la sua natura di ‘Art Hotel’. Sotto la volta affrescata da Edoardo Piermattei con il suo ‘Histoire d’eau #1’ lo sguardo viene catturato dall’opera ‘Dittico, azzurro, toro 2014’ di Ettore Spalletti. Ad accogliere i visitatori nel ‘social floor’ una biblioteca a consultazione libera dedicata a Roma. Sugli scaffali – come ci tiene a sottolineare l’‘art sharer’, curatrice Maria Vittoria Baravelli – nulla è lasciato al caso. Tra prime edizioni, lp e altri elementi iconici ogni cosa ha un rimando: il contemporaneo si mischia all’antico, il razionalismo incontra l’ipermoderno, l’arte contemporanea dialoga con le fotografie storiche. Sempre sotto la direzione artistica di Baravelli, una parete espositiva che ospita mostre temporanee. Grande protagonista la fotografia con Aurelio Amendola, Piero Gemelli e Gabriele Basilico fino alle suite dove sono presentate oltre 70 fotografie del mondo romano del secondo Novecento italiano scattate da Marisa Rastellini e riscoperte da Baravelli negli archivi Mondadori. Ed è così che nelle stanze si scorge Elsa Morante che legge un libro su Guttuso, e ancora, Pierpaolo Pasolini con la mamma Susanna. Tra le chicche presenti nella struttura il piccolo cinema Cinema Velabro, una sala che propone 3 spettacoli quotidiani ed è possibile riservare per proiezioni private, e la terrazza quadrata al primo piano che si affaccia su un giardino. Completano l’offerta il ristorante Apicio 16 e il bar connesso con l’esterno del Palazzo.