Le ville di Tivoli, luoghi senza tempo a pochi passi da Roma

di Redazione Itinerari
1 luglio 2023

Ville di Tivoli_Villa Adriana

La grandezza di Roma si respira camminando per le vie, immergendosi nella storia, nell'architettura e nell'arte che, nel corso dei secoli, hanno reso la nostra Capitale una delle mete più ambite dai turisti di tutto il mondo. Ma non c'è solo Roma. A pochi chilometri dalla Città eterna (poco più di una trentina), facilmente raggiungibile sia in auto che in treno, sorge Tivoli, antica città latina (Tibur) che custodisce tre perle davvero da non perdere: Villa Adriana, Villa Gregoriana (con il suo spettacolare parco) e Villa d’Este.

Villa Adriana: la residenza dell’imperatore Adriano

Villa Adriana, tra le tre, è quella più famosa. La dimora fu una residenza imperiale extraurbana, fatta realizzare dall’imperatore Adriano tra il 117-138 d.C. La villa è situata sui Monti Tiburtini, a circa 30 chilometri da Roma, dalla quale era raggiungibile percorrendo la via Tiburtina Valeria o tramite la navigazione sul fiume Aniene, principale affluente del Tevere. La villa è paragonabile a una vera e propria città estesa su di un'area di 300 ettari, suddivisa in quattro ambienti diversamente caratterizzati. In un primo momento l’utilizzo della villa era solamente residenziale; per poi divenire nel corso del tempo un punto di incontro per politici, imperatori e senatori. Visitare Villa Adriana richiede circa due ore e mezza. La prima tappa, poco dopo l'ingresso, ci porta al complesso del Pecile, un quadriportico in cui all’interno era presente un giardino con una lunga vasca centrale. Passeggiando per la tenuta si incontrano il tempio dedicato alla divinità egizia di Serapide e il Palazzo Imperiale, che rappresenta il primo nucleo della residenza. Vicino alla sala dei filosofi, troviamo il Teatro Marittimo, senza dubbio uno dei monumenti più noti, il cui nome deriva dal fregio in marmo che decorava la trabeazione. Infine le Terme, luoghi dove si trascorrevano intere giornate all'insegna del benessere; decorate con mosaici e colori vivaci. Nel 2003 gli scavi hanno riportato alla luce anche l’Antinoeion, un autentico luogo di culto dedicato ad Antinoo, giovane della Bitinia (anticipa provincia romana) e amante dell’imperatore; da lui stesso divinizzato dopo la tragica morte prematura (130 d.C.) nelle acque del Nilo. Villa Adriana dal 1999 è diventata Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Villa Gregoriana: punto di raccordo tra popolazioni

Fin dall’età arcaica l’area si rivelò il laccio predominante per le comunicazioni tra i popoli della Valle dell’Aniene (zona periferica di Roma) e il Tevere. La Villa è immersa in un vero paradiso terrestre, tra alberi secolari, sentieri, grotte, cascate, che si estende fino ai confini dell’antica Acropoli. L’imponente dimora fu voluta e fatta costruire da papa Gregorio XVI intorno al 1834 e divennte ben presto un importante luogo di incontro per artisti e aristocratici che nell’Ottocento giunsero fin qui per il famoso “Grand Tour”, tra i più noti si ricordano Goethe, Keats e Shelley. Villa Gregoriana, inoltre, è famosa in tutto il mondo sia per la suggestiva cascata, che abbraccia la vegetazione sottostante, sia per le grotte di Nettuno e delle Sirene, cavità create dal fiume Aniene e raggiungibili attraverso un sentiero alberato. Nelle vicinanze si può attraversare e ammirare il Ponte Gregoriano, che collega il parco con il centro storico di Tivoli.

Villa d’Este: le cento fontane e l’opera del Bernini

Villa d’Este è una dimora del Rinascimento italiano e parte integrante del patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 2001. La residenza signorile fu fatta costruire dal cardinale Ippolito d’Este (figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia) che commissionò i lavori all’architetto Pirro Ligorio nel XVI secolo. Il cardinale ferrarese però poté godere delle meraviglie della villa solamente per un lasso di tempo molto breve. I primi proprietari furono quindi tre cardinali d’Este governatori di Tivoli. La figura più importante è sicuramente quella di Alessandro d’Este, figlio illegittimo poi riconosciuto da Alfonso d’Este (marchese di Montecchio), il quale realizzò manutenzioni e innovazioni decorative. Su tutti viene ricordata la commissione della fontana del Bicchierone a Gian Lorenzo Bernini e la cascata della fontana dell’Organo. Successivamente la dimora passò nelle mani degli Asburgo, potente casata austriaca, che poco se ne occuparono, abbandonando la villa e il suo parco alla propria sorte. Purtroppo in questo periodo alcune collezioni antiquarie vennero disperse. Fortunatamente nell’Ottocento, Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst acquistò la proprietà e rinverdì i fasti di un tempo. Tra le opere più importanti visitabili a Villa d’Este c’è sicuramente il Giardino, articolato fra terrazze e pendii, il quale venne progettato dall’ architetto Pirro Ligorio. In questo spazio sono famose le cento fontane musicali tutt’oggi funzionanti; come ad esempio la fontana del Pegaso (raffigurante il cavallo alato) situata tra rocce e vegetazione e quella del Drago in omaggio a Papa Gregorio XIII e allo stemma della famiglia Boncompagni. Suggestiva anche la Grotta di Diana, decorata con mosaici di pietre e da bassorilievi, raffiguranti le divinità di un tempo.