La grandezza di Roma si respira camminando per le vie, immergendosi nella storia, nell'architettura e nell'arte che, nel corso dei secoli, hanno reso la nostra Capitale una delle mete più ambite dai turisti di tutto il mondo. Ma non c'è solo Roma. A pochi chilometri dalla Città eterna (poco più di una trentina), facilmente raggiungibile sia in auto che in treno, sorge
Tivoli, antica città latina (Tibur)
che custodisce tre perle davvero da non perdere:
Villa Adriana, Villa Gregoriana (con il suo spettacolare parco) e Villa d’Este.
Villa Adriana: la residenza dell’imperatore Adriano
Villa Adriana, tra le tre, è quella più famosa. La dimora fu una residenza imperiale extraurbana, fatta realizzare dall’imperatore Adriano tra il
117-138 d.C. La villa è situata sui Monti Tiburtini, a circa 30 chilometri da Roma, dalla quale era raggiungibile percorrendo
la via Tiburtina Valeria o tramite la
navigazione sul fiume Aniene, principale affluente del Tevere. La villa è paragonabile a
una vera e propria città estesa su di un'area di 300 ettari, suddivisa in quattro ambienti diversamente caratterizzati. In un primo momento l’utilizzo della villa era solamente
residenziale; per poi divenire nel corso del tempo un
punto di incontro per politici, imperatori e senatori.
Visitare Villa Adriana richiede circa due ore e mezza. La prima tappa, poco dopo l'ingresso, ci porta al
complesso del Pecile, un quadriportico in cui all’interno era presente un giardino con una lunga vasca centrale. Passeggiando per la tenuta si incontrano il tempio dedicato alla divinità egizia di Serapide e il
Palazzo Imperiale, che rappresenta il primo nucleo della residenza. Vicino alla sala dei filosofi, troviamo il
Teatro Marittimo, senza dubbio uno dei monumenti più noti, il cui nome deriva dal fregio in marmo che decorava la trabeazione. Infine le
Terme, luoghi dove si trascorrevano intere giornate all'insegna del benessere; decorate con mosaici e colori vivaci.
Nel 2003 gli scavi hanno riportato alla luce anche l’Antinoeion, un autentico luogo di culto dedicato ad
Antinoo, giovane della Bitinia (anticipa provincia romana) e amante dell’imperatore; da lui stesso divinizzato dopo la tragica morte prematura (130 d.C.) nelle acque del Nilo.
Villa Adriana dal 1999 è diventata Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Villa Gregoriana: punto di raccordo tra popolazioni
Fin dall’età arcaica l’area si rivelò il laccio predominante per le
comunicazioni tra i popoli della Valle dell’Aniene (zona periferica di Roma)
e il Tevere. La Villa è immersa in un vero paradiso terrestre, tra alberi secolari, sentieri, grotte, cascate, che si estende fino ai confini dell’antica Acropoli. L’imponente dimora fu voluta e
fatta costruire da papa Gregorio XVI intorno al 1834 e divennte ben presto un importante
luogo di incontro per artisti e aristocratici che nell’Ottocento giunsero fin qui per il famoso “
Grand Tour”, tra i più noti si ricordano Goethe, Keats e Shelley. Villa Gregoriana, inoltre, è famosa in tutto il mondo sia per la
suggestiva cascata, che abbraccia la vegetazione sottostante, sia per le
grotte di Nettuno e delle Sirene, cavità create dal fiume Aniene e raggiungibili attraverso un sentiero alberato. Nelle vicinanze si può attraversare e ammirare il Ponte Gregoriano, che collega il parco con il centro storico di Tivoli.
Villa d’Este: le cento fontane e l’opera del Bernini
Villa d’Este è una
dimora del Rinascimento italiano e parte integrante del patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 2001. La residenza signorile fu fatta costruire dal
cardinale Ippolito d’Este (figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia) che commissionò i lavori all’architetto
Pirro Ligorio nel XVI secolo. Il cardinale ferrarese però poté godere delle meraviglie della villa solamente per un lasso di tempo molto breve. I primi proprietari furono quindi tre cardinali d’Este governatori di Tivoli. La figura più importante è sicuramente quella di
Alessandro d’Este, figlio illegittimo poi riconosciuto da Alfonso d’Este (marchese di Montecchio), il quale realizzò manutenzioni e
innovazioni decorative. Su tutti viene ricordata la commissione della
fontana del Bicchierone a Gian Lorenzo Bernini e la
cascata della fontana dell’Organo. Successivamente la dimora passò nelle mani degli Asburgo, potente casata austriaca, che poco se ne occuparono, abbandonando la villa e il suo parco alla propria sorte. Purtroppo in questo periodo alcune
collezioni antiquarie vennero disperse. Fortunatamente nell’Ottocento,
Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst acquistò la proprietà e rinverdì i fasti di un tempo. Tra le opere più importanti visitabili a Villa d’Este c’è sicuramente il
Giardino, articolato fra terrazze e pendii, il quale venne progettato dall’ architetto Pirro Ligorio. In questo spazio sono famose le
cento fontane musicali tutt’oggi funzionanti; come ad esempio la
fontana del Pegaso (raffigurante il cavallo alato) situata tra rocce e vegetazione e
quella del Drago in omaggio a Papa Gregorio XIII e allo stemma della famiglia Boncompagni. Suggestiva anche la
Grotta di Diana, decorata con mosaici di pietre e da bassorilievi, raffiguranti le divinità di un tempo.