Sant'Antonio Abate: festa in cucina, con un pizzico di scaramanzia

Il 17 gennaio gli animali vengono portati in piazza per la benedizione, poi si accendono i falò. Ma come spesso accada in Italia, sono i dolci e altre specialità culinarie a fare la differenza tra borghi e regioni

di LAURA DE BENEDETTI
13 gennaio 2025
Il fuoco di Sant'Antonio illumina Mulazzo, uno dei Borghi più belli d’Italia

Il fuoco di Sant'Antonio illumina Mulazzo, uno dei Borghi più belli d’Italia

In Italia, la festa di Sant'Antonio Abate, celebrata il 17 gennaio, è caratterizzata da tradizioni che uniscono riti religiosi, benedizioni degli animali e specialità culinarie tipiche. La tradizione secolare unisce riti sacri e consuetudini popolari che variano da regione a regione ma sono ancor oggi diffuse in gran parte d’Italia e delle isole.  Sant'Antonio Abate è venerato come patrono degli animali domestici e protettore delle attività agricole, delle fattorie, dei contadini. Le celebrazioni in onore del santo uniscono riti sacri: tra questi, la benedizione degli animali è uno degli eventi più suggestivi, durante il quale cani, gatti, cavalli e persino animali da cortile vengono portati nelle piazze o davanti alle chiese per ricevere protezione divina. L’iconografia di Sant’Antonio Abate lo raffigura spesso accanto a un maiale, simbolo che ha origini storiche precise: nel Medioevo, i monaci allevavano maiali per preparare, col loro grasso, unguenti destinati a curare il "fuoco di Sant'Antonio", oggi noto come herpes zoster.

In molte località, l'accensione di grandi falò rappresenta un rito di purificazione e un omaggio al potere del fuoco, simbolo di luce e calore che Sant'Antonio avrebbe donato all'umanità.

Dal punto di vista gastronomico, la festa è arricchita da specialità culinarie tipiche, che variano da regione a regione. In Lombardia, ad esempio, si prepara il "chisöl", una ciambella dolce tradizionale. In Sardegna, si accendono i "fuochi di Sant'Antonio" e si degustano dolci come il ‘pane e saba’, a base di mosto cotto.

Ecco le località italiane più note per la devozione a Sant’Antonio, legata a prelibatezze gastronomiche. Perché la festa comincia prima, in cucina.

Monterotondo, Lazio e le ciambelle a zampa

Ciambella a zampa di Monterotondo, patrocinata da Associazione Italiana Food Influencers (foto Aifi)
Ciambella a zampa di Monterotondo, patrocinata da Associazione Italiana Food Influencers (foto Aifi)

A Monterotondo, nel Lazio, le "ciambelle a zampa", ovvero a forma di impronta di bue, note anche come le ciambelle di Sant’Antonio, sono preparazioni tipiche della tradizione locale. Si tratta di grossi biscotti rustici a base di farina, olio, vino, sale e anice (in una versione anche con le uova) che seguono una preparazione non consueta: gli alimenti impastati vengono prima lessati, poi lasciati raffreddare a lungo e quindi cotti nel forno. La preparazione, tra momenti di lavborazione e di ‘attesa’ è di due giorni ma le ciambelle a zampa ormai hanno avuto la denominzione De.Co. del Comune e sono preparate tutto l’anno nelle panetterie e pasticcerie della zona, anche se è a Sant’Antonio che non possono mancare in ogni casa. La tradizione è portata avanti anche dalla Pro loco di Monterotondo e la tipica ciambella è patrocinata dall’Associazione Italiana Food Ifluencers. La festa di Sant'Antonio Abate, è molto vissuta dalla comunità di Monterotondo. Quest'anno i momenti salienti della festa si svolgeranno sabato 18 gennaio con la processione, e domenica 19 gennaio 2025 alle 11:30 con la Cavalcata e benedizione degli animali e alle 18:30 con la torciata per le vie del centro storico.

Sempre nel Lazio ad Acquapendente, in provincia di Viterbo, c’è la tradizione, che risale al XVI secolo, del "biscotto di Sant'Antonio", un pane dolce profumato all'anice la cui forma a treccia simboleggia il legame con il santo.

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Lugnano in Teverina e il biscotto di Sant'Antonio

A Lugnano in Teverina, in provincia di Terni virgola in Umbria, nel 2025 la festa di Sant'Antonio Abate si celebra domenica 19 Gennaio nella Collegiata in quanto la Chiesa di S.Antonio, risalente agli inizi del 1500, risulta ancora inagibile. Come da tradizione ci sarà la benedizione degli animali (ore 10.30), con la Banda cittadina. Un prodotto che da tempo immemore si tramanda di generazione in generazione è il Biscotto di S.Antonio preparato con un impasto al gusto di anice, una breve lessatura quanto basta a far venire a galla i biscotti, un raffreddamento in acqua fredda, la tagliatura dei bordi e la cottura in forno. Il Biscotto di Sant' Antonio domenica, in quello che è uno dei Borghi più belli d'italia, sarà distribuito dai "festaroli", al termine delle celebrazioni religiose.

Fòcara a Novoli, gnocchi, turcignetti e biscotti

A Novoli, in provincia di Lecce, in Puglia, il 16 gennaio si celebra la festa della “Fòcara” in onore di Sant’Antonio Abate, patrono del borgo e protettore degli animali. Durante i festeggiamenti, è possibile gustare specialità del territorio come gli gnocchi fatti a mano conditi con un sugo di pesce tipico di Porto Cesareo, i turcignetti, involtini di fegato di agnello cotti alla brace, e i cornule, biscotti ripieni di cioccolato e mandorle e ricoperti di glassa. Il tutto è accompagnato dal Negramaro e dal Moscato di Novoli, frutto di un vitigno autoctono.

Il momento clou è l’accensione della “Fòcara”, un immenso falò costruito con oltre 70mila fascine di vite del Negramaro. Nel pomeriggio del 16 gennaio benedizione degli animali e processione con la statua del santo per le vie del borgo, quindi l’accensione del fuoco che resta vivo fino al 18 gennaio, attirando migliaia di visitatori. La festa include anche eventi culturali come il “Fòcara Festival”, con artisti del calibro di Vinicio Capossela e i Subsonica, e una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi sul fuoco nell’arte, oltre a una mostra del fumettista Lele Vianello. L’ingresso è gratuito.

In Abruzzo è tempo degli uccelletti di Sant'Antonio

Gli uccelletti di Sant'Antonio (credit Abruzzo Turismo)
Gli uccelletti di Sant'Antonio

Sono originari della provincia di Teramo, ma ormai sono così diffusi da essere considerati una tradizione dolciaria di tutto il territorio abruzzese. Sono gli uccelletti di Sant'Antonio, chiamati anche in dialetto "li cellitt de Sand'Andonje", dolcetti ripieni di confettura d'uva, oppure cacao e mandorle tritate, offerti tradizionalmente ai cantori che narravano episodi della vita del santo. Gli uccelletti di Sant'Antonio, dalla sfoglia croccante e dal morbido ripieno, che varia a seconda della località, di marmellata d’uva o di fichi, mosto cotto e altri ingredienti dolci, non sono difficili da preparare. Si tratta di farcire una pasta sfoglia, e di metterla in un forno in una teglia imburrata: l'aspetto più difficile, semmai, è quello di confezionarli con la tipica forma di un uccellino con tanto di becco e coda. Preparati in occasione delle celebrazioni di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio, vengono offerti ai cantori, i santantonieri che girano di casa in casa intonando canti di questua.

Roseto Valfortore, i foche e il pancotto

Il pancotto (credit Visit Monti Dauni)
Il pancotto (credit Visit Monti Dauni)

Un’altra celebrazione legata a Sant’Antonio Abate si tiene a Roseto Valfortore, uno dei Borghi più belli d’Italia, sui Monti Dauni, nella provincia di Foggia, in Puglia, il 18 gennaio 2025. L’evento, noto come “I Foche de Sant’Antone”, combina tradizioni religiose, arte e gastronomia. Il borgo si anima con falò artistici, realizzati dai residenti e ispirati a scene di vita quotidiana in una sorta di “palio dei fuochi”. L’atmosfera è resa ancora più suggestiva dalla musica della Murgia’s Street Band e dalle rappresentazioni teatrali in vernacolo rosetano. La gastronomia gioca un ruolo centrale, con piatti tipici come il pancotto, piatto che nasce dalla cucina povera realizzato con pane raffermo scottato in acqua bollente, verdure spontanee, soffritto, peperoncino e varianti come rucola, marasciuoli, borragine, finocchietto, cime di rapa o addirittura foglie ammishck, overo un misto di verdure selvatiche. Durante la festa si mangiano anche il caciocavallo impiccato, il soffritto, il pane unto e il panino con salsiccia. L’evento offre anche mercatini di prodotti tipici, video mapping e visite al “Mondo Magico degli Elfi e delle Fiabe”, ideale per famiglie.   

I falò accesi per la festa dedicata a Sant'Antonio Abate a Roseto Valfortore
I falò accesi per la festa dedicata a Sant'Antonio Abate a Roseto Valfortore

Chisöl, il dolce scaramantico

Il dolce tipico per la festa di Sant'Antonio, che riguarda sia il territorio di Brescia che quello di Mantova, in Lombardia, è il Chisöl, una ciambella (ma esistono anche quelli a forma di pagnotta o ad esse) da preparare il 17 gennaio, non solo per deliziare il palato ma anche per pura scaramanzia. Un detto popolare, precisa infatti che chi non ha il Chisöl pronto in casa quando arriva Sant'Antonio rischia di vedersi crollare il tetto sulla testa. Trattandosi di una ricetta molto antica, che attraversa diversi territori lombardi, le varianti non mancano. In origine si dice venisse fatto con il grasso rilasciato dal cotechino durante la cottura, da cui deriverebbe il termine grasso che cola per indicare ciò che è abbondanza ed è facilmente reperibile. Nel corso dei decenni, comunque, si è passati allo strutto: oggi c'è ancora chi lo usa e chi invece fa ricorso al burro. Gli altri ingredienti sono farina, uova e zucchero per un composto che, a seconda della preparazione e della tradizione locale, con l'aggiunta di più o meno latte, può risultare più morbido o più secco, In genere viene ricoperto con granella di zucchero.  Nel Mantovano si preparava anche la Sulada ad Sant’Antoni, una crostata di pasta frolla con ingredenti particolari: non solo conserva di prugne, mele, amaretti e biscotti tritati ma anche castagne e fagioli borlotti. In Brianza, invece, si accendono  falò e si preparano i "tortelli di Sant'Antonio", dolcetti tondi, fritti, talvoltas ripieni di uvette o crema, tipici della tradizione locale.

Abbateggio: pane, fave e salsicciata

Le fave pronte per la benedizione, ad Abbateggio
Le fave pronte per la benedizione, ad Abbateggio

La tradizione culinaria di Abbateggio (Borghi più belli d’Italia), in provincia di Pescara in Abruzzo, consiste nella benedizione delle fave e del pane, il giorno dopo la festa di Sant'Antonio a cui si aggiunge la salsicciata, tradizione legata al fatto che le famiglie, per il 17 gennaio, avevano già ucciso il maiale e ricavato appunto le salsicce. Nel paese il cui nome deriva proprio da Sant'Antonio Abate(ggio), le celebrazioni iniziano subito ai primi di gennaio con attore e musicanti che fanno il ‘giro’, ovvero vanno di case in casa, chiedono ospitalità e offerte per la festa. Poi si prepara un fuoco, grande e al centro della piazza, catasta che brucerà la sera del 25 gennaio, con lo scopo di incenerire tutti i problemi e le cose negative del 2024 mentre si banchetta offrendo pane, fave, salsicce e vino rosso.

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Mulazzo, il dono di una lira di pane

Mulazzo e il rito del dono di una lira di pane
Mulazzo e il rito del dono di una lira di pane

Anche a Mulazzo, nella provincia di Massa Carrara in Toscana, la tradizionale festa di Sant'Antonio Abate prevede due momenti, uno più legato al cibo, l'altro al falò. Si inizia con la distribuzione del Pane Benedetto: il 17 gennaio, giorno della festa di Sant’Antonio, il Comune di Mulazzo rinnova un antico lascito che prevede la consegna di una lira di pane (equivalente a 1/3 di kg) a ciascun componente delle famiglie delle parrocchie di Mulazzo, Arpiola, Parana, Campoli, Lusuolo e Canossa, oltre che ai forestieri presenti alla messa. Questo pane, simbolo di condivisione e tradizione, viene benedetto durante la celebrazione liturgica e poi distribuito per augurare prosperità e protezione. Il falò di Sant’Antonio quest’anno verrà celebrato sabato 18 gennaio. Anche a Mulazzo, uno dei Borghi più belli d'Italia, il falò rappresenta un rituale di purificazione e augurio per il nuovo anno.

In Sardegna il falò e il Malvasia di Bosa

Il borgo di Bosa, in provincia di Oristano: dopo il falò si festeggia col Malvasia di Bosa doc
Il borgo di Bosa, in provincia di Oristano: dopo il falò si festeggia col Malvasia di Bosa doc

A Bosa, in provincia di Oristano, in Sardegna, l’accensione dei fuochi in occasione della festa di Sant’Antonio Abate nel pomeriggio del 16 gennaio apre il lungo carnevale bosano 2025. Ai piedi del ponte sul Fiume Temo, con la splendida cornice del Castello Malaspina e delle case di Sa Costa, il grande falò illuminerà la città con già avvenuto per secoli e; i cittadini si alterneranno nei tradizionali tre giri intorno al fuoco, in ognuno dei due sensi. Le associazioni di Sant’Antonio Abate e del Karrasegare Osinku, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di quello che è uno dei Borghi più belli d'italia. Quindi il via ai banchi coi piatti della tradizione locale. Ma a spiccare, in questo caso, non è una pietanza ma un vino, il Malvasia di Bosa, vino doc. Poi la tradizione cristiana cederà il passo a quella pagana con la comparsa delle prime maschere del carnevale. In questa zona si preparano i "su pistiddu", dolcetti di pasta frolla ripieni di sapa, uno sciroppo ottenuto dal mosto d'uva, decorati con motivi ornamentali tipici, mentre in altre località c’è il "pan'e saba", un dolce a base di mosto cotto, in onore di "Sant'Antoni de su fogu".

Pescocostanzo, carne arrostita sui falò

Per la festa di Sant'Antonio Abate 2025, a Pescocostanzo, in provincia dell'Aquila in Abruzzo, il 17 gennaio alle ore 8 si dà il via con l'accensione e benedizione del fuoco e alle 12 con la Benedizione degli animali davanti alla Basilica al termine delle celebrazioni religiose. Alle 19, in uno dei Borghi più belli d'Italia, appuntamento con I Palloni di S. Antonio, che sono mongolfiere decorate, in Piazza Municipio, seguito dall'apertura degli stand gastronomici. Dal dopoguerra la tradizione è quella di arrostire la carne intorno al falò.

Umbria, i Roccetti di Sant’Antonio

In Umbria sono diffusi i Roccetti di Sant’Antonio, preparati il 17 gennaio, in onore di Sant’Antonio Abate. Si tratta di piccole ciambelle, fatte con anice, uvetta, miele e olio d'oliva, decorate con glassa o coriandoli di zucchero.

Piemonte, la Cöpeta o Coppetta di Sant’Antonio

La Cöpeta è un dolce tradizionale di Dogliani (Cuneo) e del monregalese e con il nome “Coppette di S. Antonio” lo si può trovare anche in alcune panetterie dell’Alessandrino in occasione della festività di S. Antonio che si celebra il 17 gennaio.

La ricetta della cöpeta si tramanda almeno da quattro generazioni. Ma questa ricetta in particolare sembra risalire alle ostie per la Messa preparate dai monaci nel Medioevo.  La Cöpeta viene preparata con due dischetti di ostia dal diametro di 10 cm circa tra le quali vengono disposte noci e nocciole tostate e tritate, miele, zucchero (caramellato). Questo dolce si può conservare alcuni mesi in vaso di vetro ermeticamente chiuso in quanto teme l’umidità.