Scialatielli alla gallinella di mare: la ricetta a 4 mani dello chef e del giocatore di basket

Ciro di Maio, cuoco napoletano trapiantato a Brescia, ha realizzato il piatto insieme a Mike Cobbins, asso statunitense della Germani

di Redazione Itinerari
11 aprile 2024

Lo chef napoletano trapiantato in Lombardia, dove è noto per l’impegno nell’insegnare l’arte della pizza ai carcerati, propone il piatto della tradizione assieme a Mike Cobbins, giocatore della Germani Brescia. Ciro di Maio: “Gusti semplici, ‘o cuoccio è molto amato. E come diciamo noi napoletani… Quanno buono buono”

Gli scialatelli volano alto e fanno canestro! È il caso di dirlo quando il piatto tipico napoletano degli scialatielli alla gallinella di mare vengono preparati da uno chef del calibro di Ciro Di Maio in presenza del giocatore di basket americano, in forza alla Germani Brescia, ed alto più di due metri Mike Cobbins, che li ha poi assaggiati con gusto. Non solo: di Maio affiancato da Cobbins, ha preparato il piatto mentre registrava un video e da quindi poi condiviso la sua ricetta doc sui social e, in particolare, su Tik Tok. Di Maio, che ora gestisce un locale a Brescia ed è conosciuto per aver insegnato l'arte della pizza ai detenuti del carcere di Brescia, proviene dalle case popolari di Frattamaggiore e dunque i suoi piatti hanno il sapore autentico della tradizione partenopea: ora la sua ricetta, che unisce delicatezza con un tocco di piccante, unendo alla pasta ingredienti come il pesce bianco, i pomodorini, l'olio extravergine, apprezzata dal cestista, è alla portata di tutti. Basta mettersi alla prova.

Mike Cobbins scopre gli scialatielli

Lo chef Ciro di Maio col cestista statunitense Mike Cobbins
Lo chef Ciro di Maio col cestista statunitense Mike Cobbins

In questa nuova avventura Ciro di Maio ha scelto come partner il giocatore della Germani Brescia, Mike Cobbins, che non conosceva il tradizionale piatto napoletano. Durante una pausa dai campi da gioco, Cobbins ha avuto l'opportunità di ammirare l'arte culinaria napoletana in diretta e di assaggiare per la prima volta gli scialatielli alla gallinella di mare. Il video di questa esperienza è stato condiviso sui social media del locale di Brescia, mostrando Ciro mentre racconta la ricetta e Cobbins che lo osserva con interesse, in attesa del momento dell'assaggio. "La ricetta gli è davvero piaciuta", ha commentato Ciro. "Per me è un orgoglio portare i gusti semplici della mia terra anche in Lombardia e diffonderli nel mondo dello sport professionistico è un onore".

"Quanno buono, when good”

E poi ci siamo anche divertiti a parlare in inglese. In questo momento di difficoltà, tra guerre e crisi mondiali, gli ho ricordato il detto napoletano: “Quanno buono buono cchiù nera d’’a mezanotte nun po’ venì”. E così ce lo siamo tradotti tra di noi in “When good good. More black of midnight can’t come”. È stata una stupenda esperienza”.

La ricetta di Ciro Di Maio: Scialatielli Alla Gallinella Di Mare

Ecco la ricetta scritta e preparata dallo chef Ciro di Maio per la pasta alla gallinella di mare, pesce noto anche come coccio (‘o cuoccio) in Campania e che ben si presta alle ricette di pasta, in particolare quella lunga, come gli scialatielli, formato usato nella tradizione campana, con un nome che deriva da due parole tipiche della lingua napoletana, "scialare" (godere) e "tiella" (padella).

Ingredienti (2 persone)

  • 230 grammi di scialatielli
  • Una gallinella di mare del peso di circa 800 grammi
  • 8 pomodorini freschi del Piennolo
  • 6 cucchiai di olio extravergine di oliva dop campano
  • Aglio, prezzemolo, peperoncino

Procedimento

In un delizioso tripudio di sapori, si inizia con un piccolo tegame dove si esalta l'aroma dell'aglio, immerso in un'ondata di olio, accompagnato da pomodorini appena tagliati a metà. È qui che il palato comincia il suo viaggio verso l'eccellenza culinaria. La scena è pronta per accogliere la nobile gallinella di mare, che sarà la protagonista indiscussa di questa sinfonia gastronomica. Con maestria, la gallinella viene adagiata nel tegame, dove, con il giusto accompagnamento di mezzo bicchiere d'acqua, verrà esaltata e coccolata per circa dieci minuti. È un'opera di precisione culinaria; una volta raggiunto il punto di cottura perfetto, il pesce viene delicatamente rimosso dal tegame, accompagnato da quei pomodorini che hanno ceduto il loro sapore al liquido d'accompagnamento e dallo spicchio d'aglio, che ha donato la sua fragranza all'intero piatto. Con gesti sapienti, il pesce viene delicatamente depennato e disossato, preparando i filetti, le guance e ogni minuscola prelibatezza commestibile, che torneranno a danzare nel tegame insieme al loro delizioso intingolo. Per completare questo capolavoro culinario, si aggiungono due pomodorini freschi tagliati a dadini, che aggiungeranno vivacità e colore al piatto. A piacere, si può concedersi un tocco di peperoncino e di prezzemolo, che daranno il loro contributo alla perfezione del gusto. Infine, per un'esperienza culinaria completa, la pasta al dente viene delicatamente scolata e amalgamata con il condimento ancora tiepido, assorbendo ogni sfumatura di sapore. È un momento di armonia tra gli ingredienti, prima che il piatto sia pronto a essere presentato e gustato, regalando al palato un'esperienza indimenticabile.

Ciro di Maio: chi è lo chef del ‘San Ciro’

Lo chef Ciro di Maio
Lo chef Ciro di Maio

Ciro Di Maio nasce a Frattamaggiore, un comune del Napoletano, nel 1990. Mamma casalinga, papà dal passato burrascoso. Le sue prime esperienze nel lavoro sono a 14 anni, poi si iscrive all’Alberghiero, ma a 18 anni lascia gli studi e inizia a lavorare. Nel 2015, la svolta: trova un lavoro da pizzaiolo per una grossa catena in Lombardia, poi riesce a rilevare quella pizzeria assieme a sei soci, infine diventa titolare unico. È così che è iniziata l’avventura “San Ciro”, il suo locale a Brescia (vicino al multisala Oz, in via Sorbanella) che oggi impiega una quindicina di persone ed è noto per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù alla carta di alta cucina. Un locale amato perché rappresenta la tradizione napoletana, a partire dagli ingredienti: olio dop, mozzarella di bufala campana dop, pomodorino del Piennolo, ricotta di bufala omogeneizzata e porchetta di Ariccia Igp. Fondamentale è la pasta: ogni giorno viene scelto il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata. In menù ha la pizza verace, ma anche il battilocchio, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. Le pizze sono tutte diverse, sono fatte artigianalmente. Ciro lo ripete spesso. “Mi piace tirare le orecchie alle pizze, ognuna ha il suo carattere e deve mostrarlo, odio le pizze perfettamente rotonde e se c’è più pomodoro da una parte rispetto ad un’altra è perché usiamo pomodori veri”. Molti i vip che lo amano, le pareti del suo ristorante sono piene di fotografie. Tra le altre anche Eva Henger, che è stata a cucinare pizze una sera da lui. Senza dimenticare i giocatori del Brescia Calcio e del Germani Brescia, che quando possono, anche dopo le partite, lo passano a salutare. Ciro ama le iniziative benefiche. Oltre al lavoro in carcere per formare i detenuti a diventar pizzaioli, Ciro si è dedicato anche alla formazione nel Rione Sanità di Napoli, un quartiere che gli ricorda la strada in cui è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L'istituto che ha accolto il suo progetto è stato l'Istituto alberghiero D'Este Caracciolo, ha portato a termine delle lezioni online a dei ragazzi che seguono l’indirizzo enogastronomico e l’indirizzo sala e accoglienza.