![](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/YTdjN2FlZGItMWUwOS00/0/campari.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Campari
È un cuore rosso e liquido che sorseggiamo spesso. Con lo spritz, per omaggiare il dolce imperativo dell’aperitivo; ma non solo. È il Campari bellezza, sinonimo di qualità da oltre un secolo e mezzo. E cioè da quando, nel 1863, il liquorista Gaspare Campari crea a Milano il bitter perfetto.
In verità il marchio Bitter Campari, che prima si chiamava “all’uso d’Hollanda”, sarà un’idea del figlio Davide (inventore anche del famoso Cordial). E infatti il suo nome campeggia ancora oggi su ogni bottiglia. A rimettere però insieme i cocci dei Campari – e di una storia bellissima – ci ha pensato soprattutto lo sguardo curioso di Silvia Cinelli, che con ‘L’elisir dei sogni. La saga dei Campari’ (Rizzoli, 333 pp. 17,50 euro) ha riaperto le porte di una famiglia e di una Milano intrigante e scapigliata, ma soprattutto affamata di modernità (e i Campari ne saranno spettatori tutt’altro che passivi grazie al loro Caffè, che sui luoghi più belli della capitale morale ha lasciato un’impronta indelebile). Curiosità, appunto.
![Foto d'època della Campari](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MDY4ODQwNmUtYTlhYy00/0/foto-d-epoca-della-campari.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Lo scrive Cinelli stessa nel retrobottega del suo bel libro: "Mentre aspettavo che il barman portasse il mio drink, l’occhio mi è caduto sull’etichetta, ho notato quel nome, Davide Campari, e subito dopo la scritta Milano (…). E mi sono chiesta chi fosse quel Davide Campari il cui nome trionfava su una bottiglia a me così familiare".
![Silvia Cinelli, autrice del libro](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/ZTc4MzY4YzItODY5NS00/0/silvia-cinelli-autrice-del-libro.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Già, chi era Davide Campari?
"Una persona complessa e interessante. Come del resto lo erano tutti i componenti della famiglia Campari. Sulla quale tra l’altro non esiste molto materiale. Io ho cercato di utilizzare al meglio quello che avevo a disposizione. I Campari, comunque, erano molto riservati. In fondo, di loro mi ha affascinato proprio questo. E lo dimostra soprattutto una cosa".
Cosa?
"Il fatto che i loro ricettari non siano consultabili. Gaspare, il capostipite, era tra l’altro gelosissimo delle sue ricette".
Il Campari è sempre lo stesso?
"In fondo sì, anche se Davide, il protagonista di questa storia, ne ha perfezionato alcuni aspetti".
Un classico come Bel-Ami di Maupassant ci insegna che le mogli possono contare più dei mariti. È il caso dei Campari?
"Certamente. Lo dimostra una figura chiave come quella di Letizia, la moglie di Gaspare. È lei l’anima della famiglia e l’ancora di salvezza di un’attività imprenditoriale che sarà poi un successo anche grazie alla tenacia e al genio del figlio Davide".
È in cantiere l’idea di un film sui Campari?
"Non lo so. Ma i diritti del libro sono stati acquistati da Fandango".
Cosa ci lascia oggi la famiglia Campari?
"Anzitutto una grande storia di sofferenza e coraggio. Perché i Campari hanno avuto entrambe le cose. E poi certamente un prodotto di cui esser fieri in Italia e nel mondo".
Quanto l’ha aiutata nella stesura del suo libro il fatto di essere una sceneggiatrice?
"Moltissimo. Volevo far divertire il lettore, ma rispettando la verità dei fatti. E il mio elisir si chiama curiosità".