Bologna tra arte e gusto, a tavola con la storia: i ristoranti più suggestivi
Un percorso lungo le vie cittadine, e dei dintorni, fra i locali che servono ottimi piatti in mezzo ai capolavori del passato
Pranzare, o cenare, nella storia è un’esperienza suggestiva, ma non è semplice trovare ristoranti che servano tortellini in un salone affrescato o fra mura medioevali. A Bologna è possibile, anzi solo in centro ci sono almeno sette indirizzi di fascino.
II Portici e l’antica Ghiacciaia
Iniziamo un ideale percorso che parte dalla stazione ferroviaria di Bologna, imbocchiamo la via che porta in Piazza Maggiore, e al civico 69 troviamo I Portici Hotel, nei cinque piani di Palazzo Maccaferri (dal nome del proprietario originale), incastonato tra via dell’Indipendenza, la scalinata del Pincio e il parco della Montagnola. La costruzione del palazzo – su progetto dell’architetto e ingegnere Attilio Muggia – iniziò nel 1896 e durò solo un anno.
Erano tempi di progresso: si inaugurava la nuova stazione ferroviaria, e per collegarla con Piazza Maggiore nel 1888 si costruì via dell’Indipendenza. Negli anni ’50, Palazzo Maccaferri fu venduto a una società elettrica, poi nel 2007 aprì I Portici Hotel Bologna. Un sapiente restauro fece emergere 1.500 mq di dipinti liberty nei saloni e sui soffitti, e nel teatro Eden-Kursaal, il café-chantant dell’800 che ospitò artisti come la Bella Otero, oggi c’è il ristorante I Portici, una Stella Michelin dal 2012. Ma l’hotel riserva un’altra affascinante sorpresa: l’ex ghiacciaia trecentesca che custodiva, tra paglia e neve, le derrate alimentari della Rocca di Galliera, allora residenza del legato pontificio. Oggi nell’ex ghiacciaia si possono gustare cenette romantiche, o pranzi, o si svolgono eventi, in un ambiente suggestivo col pavimento trasparente di vetro che lascia vedere la sottostante fornitissima cantina. Info www.iporticihotel.com, tel 05142185.
Grand Hotel Majestic “Già Baglioni”, fra affreschi dei Carracci e strade romane
Proseguiamo in via dell’Indipendenza dove, a due passi da Piazza Maggiore, al civico 8 sorge il Grand Hotel Majestic “Già Baglioni”, 5 stelle lusso del Gruppo Duetorrihotels. Inaugurato nel 1912, in piena Belle Epoque, l’hotel è in un palazzo del ‘700 già sede del seminario arcivescovile, e custodisce veri tesori come, al piano nobile, il “Camerino d’Europa”, capolavoro cinquecentesco e prima opera nota dei Carracci. Con le sue 106 camere e suite in stile classico veneziano e ‘800 francese, impreziosite da drappeggi, tessuti, dipinti originali del XVIII secolo, marmi finemente levigati e mosaici, e con l’area benessere, l’hotel è da sempre punto di riferimento per le celebrità, che si possono incontrare al Cafè Marinetti – dedicato al fondatore del Futurismo, che qui organizzò la sua celebre mostra-blitz del 1914 –, all’ Enoteca Morandi, al Ristorante I Carracci, tre Forchette del Gambero Rosso, in un salone cinquecentesco con i soffitti decorati da affreschi della scuola dei fratelli Agostino e Annibale Carracci.
Proprio qui si può vivere un’esperienza gourmet guidata dall’executive chef Guglielmo Araldi, fuoriclasse calabrese “prestato” a Bologna, e dal Pastry chef Vincenzo Digifico, per 4 anni collaboratore del pluristellato chef Paco Perez in Spagna. Ma la storia continua al Grand Hotel Majestic “già Baglioni”: al piano inferiore si può ammirare un decumano minore di epoca imperiale, un tratto dell’antica pavimentazione della Flaminia Militare, risalente al 189 a.C, oggi sede di esposizioni temporanee. Per info 051 225445; www.duetorrihotels.com.
Hotel Corona d’Oro, un tuffo nel Medioevo
Ci spostiamo nella vicinissima via Oberdan, e al n.12 un altro indirizzo storico: l’Hotel Corona D’Oro, in un edificio del XIII secolo con un bel porticato ligneo medioevale, sotto il quale si affaccia il ristorante “Casa Azzoguidi” in via Albari (già via San Niccolò), inaugurato nell’autunno 2021. Nel Medioevo questo era il cuore di Bologna, con le torri e le dimore delle potenti famiglie, come quella degli stampatori Azzoguidi, i cui stemmi sono emersi durante i restauri dell’inizio del XX secolo. Del XV secolo rimangono i soffitti a cassettoni affrescati nelle suite del primo piano, e la Madonna con Bambino, l’olio su tela che impreziosisce la sala dove è collocata.
Le ricerche hanno evidenziato le diverse funzioni d’uso dell’edificio nel tempo, compresa la ristorazione, come testimoniano gli stucchi in stile floreale del salone principale di inizio ‘900. L'intervento di recupero ha riguardato principalmente l’ambientazione in stile Liberty e il portico ligneo a cassettoni. L’elegante hall risale all’inizio del XX secolo, con stucchi Liberty, stile che si ritrova nel ristorante Casa Azzoguidi, dove possiamo gustare proposte che spaziano dalle eccellenze della cucina nazionale ai piatti della tradizione bolognese, locale e regionale. Casaazzoguidi.it.
Sotto Casa Isolani si mangia nella storia
Proseguiamo lungo via Oberdan, arriviamo in via Rizzoli, svoltiamo a sinistra e siamo di fianco alla Torre degli Asinelli. Qui inizia sStrada Maggiore con, al civico 19, l’alto portico di Casa Isolani, del XIII secolo, dove troviamo quasi sempre turisti con il naso all’insù: cercano con lo sguardo le tre misteriose frecce piantate nelle antiche travi. Non mancano le leggende, la più popolare narra di un signorotto che assoldò tre sicari per uccidere la mogli a suo dire infedele, ma i tre, appostati sotto casa, videro la donna che si mostrò alla finestra in déshabillé, e si emozionarono tanto che scagliarono le frecce in alto, a caso!
Resta il mistero di quei dardi, continua il fascino del luogo perché da qui inizia Corte Isolani, che dal 1995, grazie alla ristrutturazione degli antichi edifici di proprietà degli Isolani, collega Strada Maggiore e via Santo Stefano, ovvero casa Isolani a Palazzo Isolani, già Bolognini, che si affaccia su piazza Santo Stefano, edificato tra il 1451 e il 1455 su progetto dell’architetto toscano Pagno di Lapo Portigiani. Nei cortili della Corte troviamo ben quattro locali: “Bloom” specializzato in cocktail, il “Caffè della Corte Bistrot “, l’ “Osteria Santo Stefano” e il “Ristorante La Capriata”.
Palazzo de’ Rossi, oh che bel castello
Se poi si vuole pranzare o cenare in un castello, val la pena di spostarsi un po’ fuori Bologna. A Pontecchio Marconi (che da Piazza Maggiore a Bologna dista 17 chilometri), Palazzo de’ Rossi ha una storia che risale al 1482, quando Bartolomeo Rossi, banchiere di Parma, si trasferì qui e iniziò la costruzione del castello, che durò vent’anni, e di un borgo con diverse attività, come i mulini della polvere da sparo, da carta e dei cereali, e l’agricoltura. La chiesa del Borgo, appena fuori le mura, dedicata alla natività della Vergine, pare sia stata edificata prima del Borgo. In fondo al Pratone si trovano le scuderie del XV secolo, e le nuove stalle, lunghe 70 metri, costruite nel 1770 da Camillo Ottavio Rossi, potevano ospitare fino a 100 cavalli.
All’interno del Palazzo vi sono numerosi affreschi, bassorilievi e dipinti che narrano la storia della famiglia Rossi e dei rapporti con importanti personaggi che vennero in visita, come Papa Giulio II, nel 1506, Papa Leone X nel 1516, Papa Paolo III nel 1547 e Torquato Tasso a metà del ‘500. Dopo vari passaggi di proprietà – durante la seconda guerra mondiale il castello fu ospedale militare e venne preservato dai bombardamenti – oggi, magistralmente restaurato, il Castello ospita hotel, appartamenti, vi si organizzano matrimoni, ricevimenti, eventi e naturalmente si può cenare nel ristorante, con piatti della tradizione emiliana e non solo, e con un’ottima selezione di vini. www.palazzoderossi.it; tel 051401295.
Palazzo di Varignana, nella borgata del Settecento
Ancora una meta fuori Bologna (23 chilometri da Piazza Maggiore), Palazzo di Varignana nell’omonima frazione di Castel San Pietro Terme. Nei pressi, nel II secolo a.C. i romani fondarono la città di Claterna che, dopo aver prosperato, nel Medioevo venne abbandonata e gli abitanti si trasferirono in un borgo protetto dalle colline dove, verso il X secolo d.C., fu edificato il Castello di Varignana, un borgo fortificato che si espanse durante il Medioevo. Varignana è al centro delle vicende politiche con l’occupazione francese, con l’entrata in servizio, nel 1794, del Conte Antonio Bentivoglio che risiedette nel maestoso Palazzo Bargellini-Bentivoglio, fatto costruire nel 1705 dal Conte Orazio Bargellini e realizzato dall’architetto Francesco Angiolini. Oggi, cuore del resort è Palazzo Bentivoglio, del 1705, al centro di un complesso di 30 ettari con spazi verdi, parchi, fonti d’acqua: è una borgata divisa in cinque eleganti complessi abitativi con 134 camere, più le 5 Ville immerse nel verde. Troviamo anche il Centro Congressi Bentivoglio, Varsana Spa, il nuovo Medical Center, diverse attività sportive, e uno splendido giardino.
E veniamo alla ristorazione, che... si fa letteralmente in quattro. Nel verde del parco, con pareti a vetrata, affacciato sulla piscina e sui giochi d’acqua del solarium, Aurevo Pool Restaurant propone una cucina semplice e leggera. Grande tradizione emiliano-romagnola si trova nel ristorante “Le Marzoline”, in un antico casolare completamente ristrutturato. Mentre per aperitivi e happy hour ci sono bei terrazzi del Lounge Bar adatto anche per eventi e meeting di lavoro. E per finire in bellezza questi pranzi nella storia, c’è un’autentica carrozza d’epoca, classe 1921, prototipo del treno reale, con una cucina raffinata ispirata al periodo storico e ai percorsi del Treno Reale. www.palazzodivarignana.com.