Grande guerra memoria viva

di GLORIA CIABATTONI
25 luglio 2021

Redipuglia War Memorial (Friuli-Venezia Giulia, Italy)

Dopo lo scoppio della Grande Guerra, il Friuli Venezia Giulia, nel 1914 per oltre due anni e mezzo, rappresentò l’area principale del fronte italiano. Tra il 24 maggio del 1915 e la fine di ottobre del 1917 sull’altopiano carsico e sulle Prealpi Giulie, lungo l’odierno confine con la Slovenia, centinaia di migliaia di soldati italiani e austro-ungarici si fronteggiarono in dodici grandi battaglie. La pianura friulana divenne così una gigantesca macchina militare delle retrovie per fornire supporto logistico ai soldati impegnati al fronte e, non a caso, Udine divenne una sorta di capitale militare d’Italia. La situazione cambiò il 24 ottobre 1917, quando un attacco austro-germanico innescò la ormai proverbiale “Ritirata di Caporetto” e spostò il fronte lungo il Piave. Poi la sconfitta dell’impero asburgico riportò l’attuale Friuli sotto i Savoia mentre Trieste, una delle principali città austro-ungariche, entrò a far parte del Regno d’Italia. Una storia che è ancora viva. Il Carso isontino, le Valli del Natisone, le cime della Carnia e del Tarvisiano conservano trincee, fortificazioni, postazioni e resti di baraccamenti della prima linea, mentre nella zona collinare del Tagliamento, fino alle Dolomiti friulane. Si possono ripercorrere le tragiche vicende della ritirata dell’ottobre-novembre 1917. E a Trieste, e sull’altopiano carsico, convivono le memorie austro-ungariche e italiane. Oggi ci sono i musei tradizionali (es. Museo della Grande Guerra di Gorizia, di Ragogna e il Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez di Trieste), ma anche multimediali come quello di Redipuglia e del Monte San Michele. Innumerevoli sono i monumenti, i sacrari (es. sacrario di Redipuglia, dove riposano i resti di 100 mila soldati caduti) e i cimiteri austro-ungarici (come quello di Aurisina, Prosecco e Fogliano). Gli itinerari sulla Grande Guerra sul portale www.turismograndeguerrafvg.it per un viaggio indietro nel tempo e per mantenere viva la memoria di quei tragici eventi.  
LA CUCINA

In tavola un felice mix di culture

  Dal boreto a la graisana (tipico di Grado, a base di pesce misto) al frico friulano (con formaggio di varie stagionature, patate e cipolla), passando per i cjarsòns carnici (simili agli agnolotti ma il ripieno è senza carne, con erbe spontanee, patate, uvetta, cannella). La cucina “Made in Friuli Venezia Giulia” è il punto di fusione di tre correnti culinarie: mitteleuropea, veneta e slava. Sono Dop il formaggio Montasio, il prosciutto di San Daniele, l’olio extra vergine di oliva Tergeste, i Salamini Italiani alla Cacciatora e la Brovada. Vantano invece l’Igp il prosciutto di Sauris e la Pitina (una polpetta di carne affumicata originaria della Val tramontina a nord di Pordenone ma diffusa un po’ in tutte le valli montane della zona). C’è da leccarsi i baffi!