Teatro a Pedali Festival, il pubblico ‘accende’ le luci della ribalta nei borghi

Non è solo una formula ecologica quella portata in tour da luglio ad ottobre tra Cuneese, Bolognese e Torinese da Mulino ad arte, con due show originali. Lo spettatore può diventare protagonista della scena raccontando storie locali o accompagnando l’attore da un paese all’altro: in bicicletta

di LAURA DE BENEDETTI
18 luglio 2024
Teatro a pedali fa parte di un progetto europeo (credits greenethics.eu)

Teatro a pedali fa parte di un progetto europeo (credits greenethics.eu)

Il Teatro a pedali è innanzitutto socialità, ma anche ecologia, ritorno alle origini della vita nei piccoli borghi, o nei quartieri. 

Si fa teatro non per il pubblico ma con il pubblico, coinvolto in prima persona tanto nel riportare storie di paese quanto nel pedalare a bordo di 10 biciclette con lo scopo di produrre l’energia elettrica per ‘alimentare’ il teatro stesso: per ‘accendere le luci’ della ribalta. 

Lo spettacolo non è più l’andare vestiti di tutto punto in un teatro più o meno prestigioso (talvolta ad un costo non accessibile per tutti): quello del Teatro a pedali arriva nelle piazzette, richiama le persone, le coinvolge perché si possa andare in scena. È un evento a consumo zero, a chilometro zero. E grandi e ragazzi si divertono a fare da ‘dinamo umane’, a saltare in sella alla bicicletta (su un piedistallo, come in palestra) nello ‘sforzo collettivo’ di andare in scena. O anche a raccontare, sul palco o consegnando uno scritto all’attore, le storie di paese. Attore che gira di borgo in borgo in bicicletta, cercando chi lo affianchi nell’avventura, chi gli dia ospitalità.  Sono due gli spettacoli itineranti di Mulino ad arte che, nell’ambito dello stesso progetto, animeranno l’estate tra Cuneo, Bologna e Torino.

Teatro a Pedali Festival e Green Ethics

Teatro a pedali: il pubblico genera corrente e accende i fari sullo spettacolo (credits Valentino Carnovale Teatro a pedali)
Teatro a pedali: il pubblico genera corrente e accende i fari sullo spettacolo (credits Valentino Carnovale Teatro a pedali)

Da quattro anni, il Teatro a Pedali Festival, progetto di Mulino ad Arte, porta gli spettacoli nei piccoli borghi, fa incontrare le persone, parla di sostenibilità e attiva le comunità attraverso la bicicletta. Il format è un service audio-luci composto da 10 bike e 12 fari a led: pedalando sulle biciclette, collegate a un impianto di accumulo, si genera l’energia necessaria per dare corrente al sistema. Attraverso un approccio di tipo esperienziale le persone vengono così sensibilizzate sul tema della sostenibilità ambientale.

Ideato nel 2019, il Teatro a Pedali è diventato un festival che da quattro anni illumina, grazie alla pedalata del pubblico, una rassegna di spettacoli estivi, talk, incontri e mostre a tema sostenibilità. Dal 2023 il Teatro a Pedali è anche una best practice promossa in 9 città europee nell’ambito del progetto Green E.th.i.cs che coinvolge 18 partner (greenethics.eu). Durante questa nuova edizione del Festival che durerà per tutta l’estate fino ad ottobre, Mulino ad Arte presenta due debutti importanti.

Teatro a pedali, la storia di Margherita

Il tour di Teatro a Pedali Festival, parte il 21 luglio in Valle Grana, in provincia di Cuneo, con la prima nazionale dello spettacolo “Margherito, c’è tempo per tornare a casa”, storia di Margherita Molinengo (1906-2000), donna vissuta in una piccola borgata chiamata Colletto di Monterosso Grana, depositaria di memorie collettive, profonda conoscitrice del cielo stellato e dell’animo umano.  Margherita (Margherito in dialetto occitano parlato nelle valli di Imperia, Cuneo e Torino) era una donna eco-sostenibile senza saperlo. In casa aveva poco: una stufa, una pentola, un ceppo di legno e qualche capra. Era sola senza esserlo: aveva una cerchia di persone che andavano a trovarla, anche solo per il gusto di sedersi accanto a lei e respirare la sua saggezza popolare, le sue poesie, le canzoni, i racconti di una vita. Margherita aveva un legame intimo e ancestrale con il cielo e con le stelle. Depositaria di quei racconti che si tramandavano oralmente di generazione in generazione è stata l’ultima a conoscere le costellazioni con i loro nomi antichi, che riportano a un mondo montano e agreste che non esiste più (la chiocciata, il portafusi, i tre falciatori, la portatrice del pane…). Margherita scriveva tantissimo. Nei suoi quaderni si trovano pensieri profondi nella loro semplicità. Sapeva usare l’immaginazione e rendeva vive e reali le storie che l’hanno accompagnata per tutta la vita. Margherita amava cantare. I boschi e le montagne risuonavano della sua voce che riempiva ogni spazio. Una vita semplice, arcana, impossibile da immaginare oggi, ma piena di poesia e saggezza. Tanto è il materiale che aiuta il racconto a prendere forma: le registrazioni dei canti, i quaderni di Margherita, le cartoline e le lettere che le scrivevano le persone che l’avevano conosciuta, alcuni oggetti della sua casa, come la lampadina che illuminava le sue notti e il ceppo su cui sedeva, i ricordi di chi l’ha incontrata , materiale video. 

Lo spettacolo, con Daniele Ronco e la regia Francesco Bianchi (anche co-autori), prodotto da Mulino ad Arte / Associazione La Cevitou – Ecomuseo Terra del Castelmagno, è alimentato dal Teatro a Pedali. Dopo il debutto del 21 luglio, lo spettacolo sarà replicato il 27 luglio 2024 all’Ecomuseo Alpignano (To) e il 3 agosto  2024 all’ecomuseo Forte Exilles, ad Exilles (To).

Teatro a pedali, alcune delle persone del pubblico coinvolte: devono generare energia perché lo spettacolo possa andare in scena
Teatro a pedali, alcune delle persone del pubblico coinvolte: devono generare energia perché lo spettacolo possa andare in scena

“Da tempo immemore, fin da molto prima dell’invenzione della scrittura, la narrazione è lo strumento con cui gli esseri umani si tramandano conoscenze, esperienze, emozioni. Se c’è una cosa che differenzia noi esseri umani da tutte le altre specie animali è senza dubbio la capacità (e la necessità) di raccontare storie. Proprio da questo siamo partiti per “Margherito”: era fondamentale mantenere accesa la fiamma delle storie, fiamma con cui Margherita si è scaldata per tanti anni e con cui ha scaldato tutti coloro che andavano a trovarla”.

Teatro a pedali: ‘Pedalando tra le storie’

L'attore Daniele Ronco viaggerà in bicicletta di borgata in borgata per portare il teatro nei piccoli paesi
L'attore Daniele Ronco viaggerà in bicicletta di borgata in borgata per portare il teatro nei piccoli paesi

Dalla Valle Grana partirà anche il secondo nuovo progetto: “Pedalando tra le storie”, tour teatrale in bicicletta, mezzo con il quale Daniele Ronco, attore e direttore artistico di Mulino ad Arte, viaggerà di borgata in borgata per portare il teatro nei piccoli paesi, riscoprire la socialità di una volta e alimentare quella relazione tra attore, pubblico e contesto che sono linfa per lo spettacolo e la narrazione stessa. Tre tour, ciascuno di tre giorni, in cui Ronco pedalerà e incontrerà gli abitanti di altrettante borgate delle province di Cuneo, Bologna e Torino. L’attore sarà accompagnato ogni giorno da una persona appartenente alla comunità ospitante, in una sorta di staffetta. Si sposterà in sella alla sua bicicletta nei piccoli centri, nelle valli alpine, sugli appennini. Chiederà alle comunità ospitanti un letto in cui dormire e un piatto caldo con cui rifocillarsi. E poi, via, verso la tappa successiva, in compagnia di un altro generoso ciclista.

Agli abitanti dei luoghi verrà chiesto di portare con sé storie del loro borgo, storie di saggezza popolare, miti e leggende di quei luoghi. Chi vorrà potrà raccontarle personalmente, oppure consegnare il testo nelle mani di Daniele, che lo interpreterà a primo ascolto, contribuendo di fatto a rinsaldare la memoria collettiva delle comunità ospitanti.

Daniele avrà con sé un bagaglio di storie popolari, di brani tratti da grandi classici che potranno essere scelti dalle persone e raccontati in cerchio dall’attore, o seduti davanti a un falò, su una terrazza, in mezzo ad un cortile.

Teatro a pedali, come in piazzetta

“Ricordo da bambino quando nella mia borgata c’era la vià. Era un modo per incontrarsi la sera dopo cena senza whatsapp. Chi voleva, adulti, bambini e anziani, ci si ritrovava nella piazzetta del borgo e si parlava. Si raccontavano storie, si giocava, si chiacchierava. Insomma si faceva comunità ed era una cosa normale. Adesso la vià non si fa più, almeno non nel borgo dove sono cresciuto. Voglio tornare a raccontare storie e a favorire l’incontro tra le persone in questi piccoli centri”, commenta Daniele Ronco.

Teatro a pedali, dove e quando

Lo spettacolo andrà in scena il 22 luglio a Pradleves, in Valle Grana (Cn), con replica il 23 luglio a Melle, in Valle Varaita e il 24 a Castellar, in Valle Bronda, sempre in provincia di Cuneo, all’interno del Festival Occit'amo (occitamo.it). Quindi il tour a Valsamoggia, in provincia di Bologna, il 30 e 31 agosto e l’1 settembre. Poi la tre giorni nel Torinese: il 4 settembre a Riva, il 5 a Bairo, il 6 a Rivarolo Canavese. Il Teatro a Pedali Festival continua fino a ottobre: le ulteriori date saranno disponibili sul sito teatroapedali.it (contatti, [email protected], tel. 370.3259263).