Scarlino capitale del gioco: in Maremma una festa per grandi e piccini

Domenica 3 marzo teschi colorati, enigmi e rompicapi animeranno il delizioso borgo toscano

di LOREDANA DEL NINNO
1 marzo 2024
I ritrovamenti archeologici intorno alla Rocca Pisana risalgono all'età del bronzo

I ritrovamenti archeologici intorno alla Rocca Pisana risalgono all'età del bronzo

C’è un motivo in più per decidere di trascorrere un fine settimana a Scarlino. Domenica 3 marzo le viuzze del delizioso borgo nel cuore della Maremma, si animeranno per la ‘Festa del gioco’, tappa della rassegna culturale ‘Scarlino Oltrecielo’, nata dalla collaborazione tra il Comune toscano e il museologo, docente universitario e storico dell’arte Maurizio Vanni.

Saranno a disposizione dei visitatori venti giochi da strada riservati a bambini e adulti: anagrammi, puzzle, indovinelli, enigmi matematici e disegni nascosti. Una sfida lungo tutto il borgo - rallegrato da colorati teschi ceduti dalla Fondazione carnevale di Viareggio – a colpi di intuizioni, che trasformerà per un giorno Scarlino in un’area gioco, godibile da grandi e piccini. Ma c’è dell’altro. “Da venerdì 8 a domenica 10 marzo – spiega il sindaco Francesca Trevison - sarà la volta di “Identità al femminile”, una kermesse dedicata al pianeta donna in tutti i suoi aspetti. Da venerdì 19 a domenica 21 aprile “Salviamo il pianeta Festival”: una tre giorni che affronterà i temi relativi all’ambiente e che avrà il suo momento clou con il seminario nazionale “La cultura della sostenibilità al tempo della transizione energetica”. Info sul sito https://www.comune.scarlino.gr.it.

Uno dei teschi collocati in vari punti del paese donati dalla Fondazione Carnevale di Viareggio
Uno dei teschi collocati in vari punti del paese donati dalla Fondazione Carnevale di Viareggio

La storia del borgo

Le prime tracce di vita intorno a Scarlino - testimoniate da ritrovamenti intorno alla Rocca Pisana - risalgono all'età del bronzo. L’origine del nome, secondo alcuni studiosi è legata al latino “Porto Scabris”, per altri al longobardo “scherl”, che vuol dire “sentinella”. L’ enigma non è stata ancora risolto. I ruderi romani lungo la costa e il borgo alto-medievale ancora intatto, rendono infatti plausibili entrambe le ipotesi. Di sicuro la fortunata posizione geografica di Scarlino  ha favorito il suo sviluppo socio-economico. Il primo documento che menziona il borgo e parla di Lamberto Aldobrandeschi di Sovana, risale al 973 d.C. Nel 1227 il paese venne acquistato dal Comune di Pisa. Figure centrali del dominio pisano furono Ranieri di Tinacci e Ildebrandino,  detto anche il “conte rosso”. Nel 1834 il borgo fu annesso come frazione al Comune di Gavorrano. Gli abitanti parteciparono attivamente ai moti risorgimentali.  Cruciale in questo periodo storico il soggiorno di Giuseppe Garibaldi, nell’estate del 1849, ospite della residenza di Angiolo Guelfi,  nei pressi di Scarlino Scalo. Presenza celebrata da un monumento al condottiero in una delle piazze del paese. Dopo i due conflitti mondiali, che segnarono profondamente tutta la zona, nel 1960 il Comune ritornò autonomo, staccandosi da Gavorrano. Sorse il porto turistico del Puntone e l’opera di valorizzazione dell’antico borgo medievale ebbe inizio. Lo scudo sannitico azzurro circondato dalle stelle, stemma di Scarlino, campeggia ancora oggi all'interno delle mura.

I ritrovamenti archeologici intorno alla Rocca Pisana risalgono all'età del bronzo
I ritrovamenti archeologici intorno alla Rocca Pisana risalgono all'età del bronzo

Lo sterminio dei frati

Consigliata una tappa alle vestigia del convento francescano di Monte di Muro, risalente agli inizi del XV secolo, teatro di una sanguinosa e tragica storia. Nel 1419 Tommaso Bellacci, minore francescano d’origine fiorentina, passato alla storia come il beato Tommaso di Scarlino, fu autorizzato da papa Martino V a prendere possesso dei “luoghi” già esistenti in Maremma nel Principato degli Appiano. Tra questi, il convento di Monte di Muro, dove aveva trovato rifugio un gruppo di pauperisti, chiamati Fratelli dell’Opinione o della Povera Vita. La determinazione dimostrata nel reprimere questi movimenti ereticali e le misteriose doti soprannaturali conferirono al frate un forte carisma tanto che ogni giorno arrivavano a Monte di Muro, diventata la  residenza abituale, tanti seguaci, anche stranieri, intenzionati a  seguire le orme di Tommaso e abbracciare l’ascetismo. Nel 1806 il principe di Lucca e Piombino, marito di Elisa Bonaparte, nel rispetto della legislazione rivoluzionaria francese, dispose la soppressione del convento. Divenne così l’abitazione colonica fino a oltre la metà dell’Ottocento. Oggi i ruderi sono al centro dell’interesse degli enti pubblici locali nell’ottica di una riqualificazione che riporti alla luce la vicenda legata a questo spazio.

I ruderi secolari del convento di Monte di Muro
I ruderi secolari del convento di Monte di Muro

A spasso per musei

Gli appassionati di storia troveranno materiale di grande interesse al museo archeologico del Portus Scabris (Maps), che raccoglie reperti emersi durante la costruzione del porto turistico nella rada di Portiglioni. Anfore e vasellame di epoca tardo-etrusca e romana documentano la vita dello scalo e i traffici commerciali del territorio. Il museo si trova su un casello idraulico dei primi del '900, affacciato sul padule di Scarlino, un tempo lago costiero, oggi area protetta naturalistica di rilevanza internazionale. Il percorso espositivo è un’occasione per immergersi nel passato, guidati dai minuziosi approfondimenti sulla cartellonista della struttura. Altra possibile tappa, il Centro di documentazione “Riccardo Francovich”, che raccoglie i reperti sulla storia del poggio della Rocca Pisana. Dall'età del Bronzo al XVII secolo, senza trascurare i monumenti e siti archeologici del territorio. Di grande interesse anche per i numismatici il “Tesoro di Scarlino”, cento monete d'oro del XV secolo rinvenute durante gli scavi nella chiesa della Rocca. La prima sala del Centro conserva reperti più antichi, riferibili al periodo che va dall’età del bronzo alla fine dell’età etrusca (III secolo a.c). Info: www.museidiscarlino.it

La sabbia che “suona”

E prima di ripartire non può mancare un affaccio sulla costa, dove in certi punti il suono della sabbia richiama la musica di un violino. Le spiagge sonore sono un fenomeno, dovuto alla composizione dei granelli, narrato già da Marco Polo tra le dune del deserto di Dunhang. Nel mondo si contano un centinaio di luoghi simili. Cala Violina, distesa di sabbia di  fronte ad acque incontaminate, è uno di questi. Il periodo è l’ideale per apprezzarne gratuitamente la bellezza. L’altissimo afflusso di turisti nel periodo estivo ha infatti costretto l’amministrazione comunale a regolamentare gli accessi, dal 1 giugno al 30 settembre, introducendo la  tassa di un euro a persona. “Possono accedere soltanto 700 persone al giorno. Il denaro raccolto viene investito per manutenere al meglio questo luogo meraviglioso”, assicura il sindaco Trevison. Cala Violina non è solo mare e offre percorsi con passeggiate tra salite e discese, da attraversare in sella a una mountain bike, camminando o di corsa. Per questo la macchia della cala è frequentata anche in primavera e in autunno. Scarlino ospita un porto turistico sede di gare veliche internazionali. Da Marina di Scarlino e dal canale Fiumara, accanto al porto, partono le gite in barca dirette nelle cale del territorio, tra cui Cala Martina, da cui, nel 1849, prese il largo Giuseppe Garibaldi.

Cala Violina, la spiaggia dalla sabbia che "suona"
Cala Violina, la spiaggia dalla sabbia che "suona"