Gli scatti più belli di Robert Doisneau in mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria
Fino al 4 maggio 2025, 28 fotografie iconiche raccontano la poetica di uno dei fotografi più amati del Novecento
Si è aperta il 15 novembre la mostra che la Galleria Nazionale dell’Umbria, nell’apposito spazio Camera Oscura pensato per la fotografia, dedica per la prima volta a uno dei più grandi fotografi del Novecento: Robert Doisneau. 28 scatti in bianco e nero che rappresentano scene di vita quotidiana in una Parigi – e più in generale in una Francia – di altri tempi, quando le strade erano ancora vuote e i passanti sporadici, un bacio in pubblico faceva scalpore al pari di un quadro osé e i ragazzini usciti da scuola si divertivano con giochi semplici, ormai dimenticati. Un viaggio in un mondo fatto di luci e di ombre che genera nel visitatore un po’ di nostalgia, ma anche molto stupore e ammirazione per il talento straordinario di Doisneau.
“Robert nasce come fotografo di periferia, tanto che quest’ultima resterà sempre al centro della sua poetica – ha spiegato in conferenza stampa la curatrice della mostra Alessandra Mauro – Sia dentro che fuori Parigi non ha mai inseguito i cliché, perché non erano nel suo interesse; al contrario, alcune sue fotografie sono diventate negli anni a venire dei cliché: ci sono state generazioni di fotografi e di artisti dopo di lui che hanno pensato di girare l’intera città andando a ricercare i luoghi dei suoi scatti, cosa che oggi accade addirittura con tour turistici”.
Tra le immagini più celebri presenti in mostra, allestita fino al 4 maggio 2025 grazie alla preziosa collaborazione con l’Atelier Robert Doisneau di Parigi, c’è ovviamente il Bacio dell’Hotel de Ville, che apre l’esposizione in una teca interamente dedicata. Sotto alla fotografia, è presente la pagina di giornale in cui uscì per la prima volta. “La rivista Life incaricò Doisneau di rappresentare quello che tutti gli americani pensavano accadesse a Parigi, ovvero il fatto che in questa città molto più libera e appassionata rispetto all’America degli anni Cinquanta gli innamorati si baciassero continuamente per la strada – ha spiegato la curatrice Mauro, raccontando l’origine del celeberrimo Bacio – Lo stesso Doisneau ci svela che un giorno, camminando verso l’Hôtel des Invalidese non sapendo bene come dare seguito alla richiesta, si imbatté in due ragazzi di vent’anni che amoreggiavano. Li approcciò e chiese loro di poterli seguire nel corso della giornata, fotografandoli mentre di tanto in tanto si baciavano. È così che nacque la sua immagine probabilmente più iconica di sempre”.
A seguire, nelle vetrine è possibile ammirare sia opere molto note che altre meno conosciute: bambini in gruppo, angoli di Parigi o di altri paesi della Francia silenziosi e autentici, momenti di vita quotidiana e notturna nei locali, oltre a personaggi famosi come Picasso. Dalle sue parole: “Quello che io cercavo di mostrare era il mondo in cui io avrei voluto vivere; quello dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere”.
La mostra In breve, Robert Doisneau è il secondo appuntamento del ciclo dedicato alla fotografia all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria, nello specifico nella Camera Oscura, uno spazio pensato appositamente per accogliere due progetti fotografici l’anno. Concluso quello che ha visto protagonista Fulvio Roiter, si è scelto uno sguardo diverso, anche a livello di importanza internazionale. Nato nel 1912 a Gentilly, Doisneau si è avvicinato ben presto alla fotografia: la professione perfetta per chi, come lui, voleva essere un non-conformista, un solitario, un osservatore. La fotografia regala a Doisneau “prima di tutto la libertà – come scrive in catalogo Alessandra Mauro – bene supremo a lungo inseguito, e gli permette poi di realizzare fotografie come piccoli haiku visivi, garbati e intensi, con cui riempire di sguardi, di sorrisi, di immagini la sua personalissima e dettagliata mappa del mondo. Un mondo che, in gran parte, è contenuto nella città di Parigi”. Nel corso della sua carriera ha collaborato con le principali riviste del mondo (Life prima di tutte), incarnando nella realtà, ma soprattutto nella fantasia di generazioni di ammiratori, l’emblema del fotografo pronto a cogliere le scene di quotidiano bonheur, di tenerezza e solidarietà, che, dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, tutti volevano ritrovare nelle città distrutte dall’odio, per poterle scoprire di nuovo accoglienti, solidali, pronte a rimettere in sesto il tessuto sociale e morale dell’Europa. Tante e memorabili sono quindi le immagini che ci ha lasciato, alcune delle quali attualmente visibili in Galleria.
“La mia intenzione è quella di utilizzare lo spazio Camera Oscura, nell’intimità delle sue dimensioni, per raccogliere il più possibile l’anima e la qualità del lavoro dei fotografi che presentiamo – ci ha tenuto a precisare Costantino d’Orazio, Direttore dei Musei Nazionali dell’Umbria – Per Doisneau abbiamo fatto una selezione di alcune sue immagini iconiche, ma anche scatti meno famosi che fanno comunque parte di questo progetto incentrato sulla profondità del mondo. Tengo molto al fatto che in Galleria arrivino artisti estremamente famosi e popolari, perché non solo aprono il museo a un orizzonte più ampio, ma rispondono all’esigenza e all’interesse di un pubblico che, lo abbiamo visto per Klimt, arriva magari attratto da un nome con cui ha familiarità, per scoprire poi tutto quello che c’è intorno”.
“Robert Doisneau ci porta ben oltre i confini dell’Umbria – ha concluso in conferenza stampa Marina Bon Valsassina, che insieme a Costanza Neve cura la rassegna Camera Oscura. La Galleria Nazionale dell’Umbria per la fotografia – Abbiamo scelto Parigi, che riteniamo essere la capitale più internazionale da sempre per quanto riguarda l’Europa. Questo è sicuramente il maggiore museo umbro, ma è anche un grande museo nazionale e internazionale. Le due prima mostre realizzate all’interno della rassegna hanno permesso di dilatare enormemente lo sguardo all’interno di un piccolo ma significativo spazio, non soltanto quello fisico attraverso le fotografie ma anche quello mentale, stupefacendo il visitatore che, percorrendo l’esposizione permanente, si trova all’improvviso in questa enclave nella quale entra e vive un’esperienza totalmente diversa”.
La mostra si avvale del supporto de L’orologio società cooperativa – Business Unit Sistema Museo e il contributo del Gruppo Fiorenzoni. Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra, aperta dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 18.30).