Preraffaelliti: una grande e inedita mostra a Forlì
Più di 300 opere di artisti italiani e internazionali nell’esposizione ai Musei San Domenico, raccontano la profonda influenza dell’arte italiana sul movimento artistico culla del Simbolismo
A metà Ottocento in Inghilterra, alcuni giovani artisti ribelli, tra cui John Everett Millais, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti, diedero vita alla Confraternita Preraffaellita, da qui nasce il movimento omonimo noto per la sua reazione contro gli standard accademici dominanti. Il gruppo sposa una filosofia che guarda al ritorno delle forme artistiche precedenti al periodo del Rinascimento, ispirandosi a opere realizzate prima di Raffaello Sanzio. L’uso di colori vividi, la ricerca dei dettagli, i temi improntati alla spiritualità, creano opere intense, moderne e visionarie.
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L’influenza dell’arte pittorica italiana
Lo stile innovativo e romantico dei preraffaleitismo ha un impatto significativo sulla pittura dell'epoca e lascia un'eredità duratura anche nell'arte europea successiva. A Forlì, al Museo Civico San Domenico, dal 24 febbraio a fine giugno la grande mostra “Preraffaelliti. Rinascimento moderno”, diretta da Gianfranco Brunelli e a cura di Elizabeth Prettejohn, Peter Trippi, Francesco Parisi e Cristina Acidini con la consulenza di Tim Barringer, Stephen Calloway, Charlotte Gere, Véronique Gerard Powell e Paola Refice, evidenzia il forte impatto che la tradizione pittorica italiana, dal Medioevo al Rinascimento, ha avuto su questo movimento artistico britannico. Un tema inedito, mai indagato così in profondità prima d’ora.
Rinascimento moderno
Il Preraffaellismo – la cui data di inizio può essere fissata con certezza al 1848, ma la cui conclusione non è facile da individuare perché sfuma nei movimenti decadente e simbolista – non fu un ritorno reazionario agli stili del passato ma un progetto visionario, decisamente moderno, capace di restituire forza e presenza alla tradizione italiana. I Preraffaelliti attinsero infatti a un’ampia gamma di influenze ed elementi storici, in momenti diversi si ispirarono all’arte e all’architettura gotica veneziana, a Cimabue, a Giotto, oltre che a maestri del Rinascimento, come Botticelli e Michelangelo, e all’arte veneziana del XVI secolo di Veronese e Tiziano.
Gli artisti in mostra
Il percorso della mostra si articolerà all’interno della Chiesa di San Giacomo e delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento di San Domenico. Attraverso 320 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli, il progetto espositivo del museo emiliano affianca per la prima volta - grazie ai generosi prestiti concessi da collezioni italiane, europee e americane - oltre agli artisti fondatori della Confraternita, altri esponenti chiave tra cui Edward Burne-Jones, Ford Madox Brown, Frederic Leighton e per la prima volta, anche opere di artisti italiani di fine Ottocento ispirate ai precursori britannici. Fino al 30 giugno 2024.