L’Onda Nuragica nell’arte e cultura della Sardegna contemporanea

Una mostra esplora l’influsso esercitato dalle civiltà nuragica e prenuragica in diversi ambiti del Novecento sardo. Fino al 30 settembre al Padiglione Tavolara di Sassari

di SOFIA VALENTE -
1 agosto 2024
L'Onda nuragica. Arte, artigianato e design alla prova della preistoria. Padiglione Tavolara, Sassari. Foto Andrea Mignogna

L'Onda nuragica. Arte, artigianato e design alla prova della preistoria (foto Andrea Mignogna)

La mostra ‘L’Onda Nuragica. Arte, artigianato e design alla prova della preistoria’ è stata prorogata fino al 30 settembre 2024. L’esposizione, inaugurata il 2 marzo nel Padiglione Tavolara di Sassari, è stata realizzata a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri, organizzata dalla Fondazione Nivola, promossa dal Comune di Sassari in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale Giovanni Antonio Sanna - Direzione Regionale Musei della Sardegna, l’Università degli Studi di Sassari e il supporto della Fondazione di Sardegna, di Bibanca e di ARS / Arte Condivisa in Sardegna.

L’Onda Nuragica esplora l’influenza esercitata dalle civiltà nuragica e prenuragica sull’arte e la cultura del Novecento in Sardegna, esaminandone i riflessi in diversi ambiti: dalla pittura e scultura all’architettura, al design e all’artigianato, dagli audiovisivi ai social media. Le civiltà nuragica e prenuragica sono oggi al centro del dibattito culturale in Sardegna, non solo nella ricerca scientifica e artistica, ma anche nella cultura di massa: dai romanzi ai videogames, dalla pubblicità alla street art. Il percorso si apre con la sezione dedicata alla modernità nuragica: una riscoperta nata dagli scavi tardo ottocenteschi e primo novecenteschi dell’archeologo Antonio Taramelli fino a quelli di Giovanni Lilliu, tra gli studiosi più influenti della Sardegna antica.

Negli anni Cinquanta e Sessanta, molti artisti – come Mauro Manca, Ausonio Tanda, Giovanni Nonnis, Franco d’Aspro e Maria Lai – attinsero a forme, temi e iconografie della preistoria sarda. In particolare, le ceramiche e i gioielli sono tra i campi privilegiati per l’applicazione dei temi nuragici. A partire dalla metà degli anni Sessanta, la Sardegna diventa una destinazione sempre più ambita dai turisti, causando una vasta produzione di oggettistica con riferimento al repertorio nuragico e prenuragico come la madre mediterranea, il guerriero, l’arciere e altri.

La seconda tappa della mostra è dedicata agli anni Ottanta, periodo in cui l’interesse per questo mondo si era riacceso. Un esempio è la serie di tappeti nuragici di Aldo Rossi, con le sue figure di guerrieri aggressivamente distorte e deformate. L’altro campo d’interesse è la ceramica, con le opere realizzate da maestri come Pulli, Sciannella, Scassellati, De Gonare e Demurtas. Nel Novecento c’è un ritorno alle fonti storiche del nuragico e del prenuragico, sia nella creazione di riproduzioni fedeli (Carmine Piras, Cooperativa Villa Abbas), sia nell’invenzione di un design di gusto contemporaneo (Francesca Addari, Monica Casu, Domenico Cubeddu, Giampaolo Mameli, Fernando Mussone, Maria Paola Piras, Pretziada e Monica Scassellati).

La mostra si chiude con l’evocazione di una Sardegna arcaica nel video ‘De Innui Ses’, girato a Barumini per la sfilata autunno-inverno 2021 di Antonio Marras.