‘Fernando Botero. La grande mostra’. Il celebre artista colombiano è a Palazzo Bonaparte
Roma promuove una delle più ampie e belle esposizioni mai realizzate, con oltre 120 opere provenienti da tutto il mondo
Fernando Botero. La grande mostra, aperta al pubblico lo scorso 17 settembre e allestita fino al 19 gennaio 2025 presso il centralissimo Palazzo Bonaparte a Roma, rappresenta un tributo eccezionale al maestro colombiano recentemente scomparso. Curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, esperta internazionale della sua opera, la mostra è organizzata da Arthemisia: in esposizione oltre 120 opere tra dipinti, sculture, acquerelli e inediti, articolate in dodici sezioni tematiche.
Questo straordinario evento si distingue dalle tante altre iniziative in omaggio all’artista per la completezza della retrospettiva, che ripercorre oltre sessant’anni di carriera; si tratta inoltre di un’occasione unica, per lo meno in Italia, per ammirare alcuni lavori mai esposti prima come Omaggio a Mantegna del 1958, originale reinterpretazione della Camera degli Sposi di Andrea Mantegna.
Il percorso espositivo, unico nel suo genere, si apre con rimandi ai grandi maestri del Rinascimento italiano, di cui Botero rielabora il monumentalismo e il cromatismo attraverso il suo stile stravagante e goliardico. Opere come La Fornarina di Raffaello, Las Meninas di Velázquez e il celebre dittico dei Montefeltro a firma di Piero della Francesca rivelano l’influenza profonda dell’arte classica europea sulle creazioni del maestro colombiano. D’altra parte, egli visse a lungo in Europa, dove lasciò numerose tracce di sé, oggi ammirabili in alcune città significative come Montecarlo.
Procedendo lungo l’itinerario di mostra, le sale che si susseguono svelano temi emblematici dell’universo boteriano: il circo, la corrida, ma anche le scene ispirate alla vita quotidiana dell’America Latina, immerse in una visione poetica e onirica. Spiccano inoltre le tele dedicate alla natura morta, alle icone religiose reinterpretate con un’ironia sottile e al dramma della violenza, a partire dalla serie dedicata al massacro di Abu Ghraib. Quest’ultima sezione risulta particolarmente toccante per la sua capacità di coniugare denuncia sociale e sensibilità estetica, ricordando il potere immortale dell’arte nel testimoniare eventi storici di grave entità.
Anche per chi già conosce il soggetto in questione e il suo talento, a Palazzo Bonaparte vale la pena di andare, in quanto la mostra organizzata da Arthemisia esprime al meglio l’arte di Botero, immediatamente riconoscibile per la sua tipica espansione volumetrica e al contempo per la gioia di vivere che trasmette. Le figure che popolano i suoi dipinti, al pari delle sculture, appaiono dilatate, ma mai sproporzionate; ogni elemento – corpi, oggetti, paesaggi – si inserisce armoniosamente in un universo parallelo, carico di vitalità e leggerezza. Il colore, spesso vivace e denso, accentua ulteriormente il senso di monumentalità. Chi entra rabbuiato e pensieroso ne uscirà con il sorriso, appagato e più ricco, toccato da un raggio di sole.
Sebbene i temi e le sezioni siano piuttosto diversi tra loro – con alcuni capolavori poco noti come i grandi vasi di fiori colorati – il tocco di Botero emerge per la sua capacità di rendere visibile un linguaggio ineguagliabile e autentico. Lo stesso artista dichiarava: “La mia pittura esplora la sensualità del volume, la gioia del colore e l’equilibrio delle proporzioni. Aspiro a creare un’arte che trasmetta piacere visivo e lasci una memoria indelebile”.
Una delle installazioni più affascinanti della mostra romana è la Sala degli Specchi, in cui figure, forme e colori vengono moltiplicati in un suggestivo gioco di riflessi che trasforma l’osservazione in esperienza immersiva. Qui il pubblico si trova circondato dall’inconfondibile allegria boteriana, “tuffandosi” nel suo mondo e divenendo parte di esso (dal momento che lo spettatore stesso si riflette sugli specchi).
Oltre a questa attività interattiva, il museo ne organizza molte altre, dai bambini sino agli adulti: le visite guidate adeguate all’età in primis, una ricca offerta educativa per le scuole, nonché l’avvincente narrazione artistico-teatrale a cura di Sergio Gaddi per approfondire Fernando Botero. La grande mostra attraverso un racconto coinvolgente, che dà la possibilità di conoscere più da vicino e comprendere meglio l’amatissimo talento colombiano.
Fernando Botero, nato a Medellín nel 1932 e scomparso nel 2023, è stato uno dei più influenti artisti contemporanei. La sua carriera, iniziata tra le strade della Colombia, si è sviluppata a livello internazionale, intrecciando la tradizione latino-americana con le suggestioni dell’arte europea. Profondamente legato alla sua terra natale, ha utilizzato l’arte per raccontare storie di gioia, sofferenza e umanità universale. La mostra di Roma celebra non solo la creatività straordinaria di Botero, ma anche il suo impegno nel mantenere viva la memoria culturale e sociale attraverso l’arte. È quindi un’occasione imperdibile per esplorare il mondo di un artista che ha saputo trasformare l’ordinario in straordinario, lasciando un segno indelebile nella storia dell’arte.