Milano, Savona, Albisola: i luoghi dell’anima di Enrico Baj

Una mostra diffusa celebra i cent’anni dell’artista, tra i maestri della neoavanguardia italiana e internazionale. Un esaustivo itinerario in oltre 150 opere

di MONICA GUERCI
20 ottobre 2024
Enrico Baj, Folla, 1992, maiolica dipinta in policromia, cm 65x531. Collezione Confartigianato Ravenna. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Enrico Baj, Folla, 1992, maiolica dipinta in policromia, cm 65x531. Collezione Confartigianato Ravenna. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Visitate la mostra in corso a Milano a Palazzo Reale e poi mettetevi in viaggio. Destinazione: Riviera Ligure, con tappe a Savona e Albisola Marina, territori che insieme a Milano e Vergiate nel Varesotto, hanno segnato la vita e l’opera di Enrico Baj (Milano 1924 – Vergiate 2003). Artista ironico, patafisico, dissacrante, anarchico scanzonato, immaginifico protagonista dell’arte europea del Novecento, viene celebrato con la rassegna diffusa dal titolo “BAJ. Baj chez Baj”. Un itinerario che attraversa due regioni e tre città, con oltre 150 opere esposte nel centenario della sua nascita. Un invito a scoprirne l’universo creativo dell’artista milanese, esplorando i luoghi che hanno ispirato la sua arte, tra ceramiche, dipinti, smalti, paesaggi e creature surreali.

Baj, la ceramica, Savona e Albisola

Albissola Marina, fabbrica Mazzotti Giuseppe Albisola (MGA), estate 1954, Incontro internazionale della ceramica.
Albissola Marina, fabbrica Mazzotti Giuseppe Albisola (MGA), estate 1954, Incontro internazionale della ceramica. Da sinistra: Édouard Jaguer e la moglie Simone, Asger Jorn, Yves Dendal, Malitte Matta, Enrico Baj, Roberto Sebastian Matta, Corneille, Agenore Fabbri, Tullio d’Albisola. Photo Henny Riemens. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

La scintilla ligure si accende nell’estate 1954, grazie all’Incontro internazionale di Albisola, di cui è anima il danese Asger Jorn che riunisce in riviera artisti internazionali come Karel Appel, Corneille (Guillaume), Sergio Dangelo, Roberto Sebastian Matta, oltre agli stessi Baj e Jorn, si ritrovano qui per lavorare sotto la guida tecnica del poeta e ceramista Tullio d’Albisola che li ospitò tutti nella fabbrica di famiglia, la Mazzotti Giuseppe Albisola. L’atmosfera era carica di energia e sperimentazione.

“Siamo accorsi qui – scrive Édouard Jaguer, poeta e critico d’arte – per modellare l’argilla in forme di uomini, piante e stelle e per creare dei mostri amici”. Versi incisi sul vaso poesia (mai esposto prima) insieme alle firme di artisti, poeti e intellettuali accorsi in quei giorni. Da qui si apre la mostra savonese. Curata da Luca Bochicchio e dai musei liguri, è questa la più grande retrospettiva mai dedicata all’opera ceramica di Baj con circa cento opere esposte, alcune inedite, distribuite tra il Museo della Ceramica di Savona e il MuDA di Albisola, tra la Casa Museo Jorn il Centro Esposizioni.

Cinquant'anni d’argilla

Museo Della Ceramica Di Savona, Baj Chez Baj
Museo Della Ceramica Di Savona, Baj Chez Baj

Terrecotte, maioliche e terraglie smaltate, litografie, acqueforti, oli, acrilici, collage polimaterici e sculture in meccano. L’esposizione al Museo della Ceramica di Savona (fino al 9 febbraio 2025) si sviluppa su cinque piani, suddivisa in otto capsule tematiche e temporali, otto sezioni che indagano soggetti e serie, affrontati nel corso di cinquant’anni dal poliedrico artista con l’argilla, che considerava dopo la pittura “l’ideale della materia”. Al primo piano, le sue opere, quelle di Jorn, Appel, Dangelo e Matta, sono poste accanto a quelle di artisti come Lucio Fontana e Franco Garelli, e testimoniano l’incredibile ambiente creativo che si respirava alla fabbrica Mazzotti di Albisola. Si sale. La sezione sugli Ultracorpi presenta creature ibride realizzate in ceramica e diversi altri materiali. La Galleria del Novecento, al terzo piano, è dedicata alle Teste-montagna, espressione della metamorfosi del soggetto montano, mentre il quarto piano esplora l’Arte nucleare e i lavori Combinatoire, con il grande rilievo ceramico Folla di quasi quattro metri. L’ultimo piano conclude il percorso con la serie di acqueforti De Rerum Natura (1952-1953).

Enrico Baj, Verso di piatto in ceramica, cm 32,5x42x6. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate
Enrico Baj, Verso di piatto in ceramica, cm 32,5x42x6. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Ma la creatività degli artisti non si esprimeva solo nelle loro opere. La storia di quegli anni racconta come tutti fossero coinvolti nella vita del posto, partecipando a feste popolari e decorando piatti per la Sagra del pesce fritto, venduti per poche lire al miglior offerente. Alcuni di questi piatti, tra cui uno firmato da Baj esposto in mostra, sono prova tangibile del forte legame tra arte e vita quotidiana vissuta con semplicità tra la gente comune.

Le due Albisola

Centro Esposizioni MuDA Albisola, BajChezBaj, Ph Claudio Pagnacco
Centro Esposizioni MuDA Albisola, BajChezBaj, Ph Claudio Pagnacco

Dopo Savona si prosegue verso Albisola Marina e Albisola Superiore, i due borghi che insieme a Savona e Celle Ligure, formano la "Baia della Ceramica". Qui molti artisti hanno lasciato un’impronta indelebile come il Lungomare degli artisti di Albisola Marina, lastricato per poco meno di un chilometro di mosaici - 25 pannelli di altrettanti maestri, da Sassu a Fontana, da Baj a Fabbri. La passeggiata offre anche opere tra le quali Le Nature di Fontana e il Monumento ai Caduti di tutte le guerre nella piazzetta dei pescatori, realizzato nel 1954 da Leoncillo Leonardi. Lasciando il mare e percorrendo il centro della cittadina si raggiunge rapidamente il MuDa, Centro Esposizioni con più sedi che è anche biblioteca comunale e ospita uno scenografico, coloratissimo, sorprendente Giardino delle delizie, le grandi maioliche della fase kitsch di Baj, che raffigurano fiabe e miti come Amore e Psiche, Adamo ed Eva e La bella e la bestia, a fianco delle omonime opere su tela.

Da non perdere ad Albisola l’incantevole Pozzo Garitta, piccola corte nascosta tra le vie strette, con case del 1600 e scale a vista, dove un tempo si trovavano gli atelier degli artisti tra cui quello di Fontana e Tullio d'Albisola. Sulle facciate delle case si possono ancora vedere i resti di “muêë”, tratti di muri rivestiti di file di mattoni sporgenti, un antico sistema inventato dai ceramisti per l’asciugatura dell’argilla fresca che si utilizza ancora oggi.

La Casa Museo Jorn: tra arte e vita

Casa Museo JOrn MuDa Albisola, interno, Baj Chez Baj
Casa Museo JOrn MuDa Albisola, interno, Baj Chez Baj

Il viaggio nell’Abisola di Baj, si conclude in collina, alla Casa Museo Jorn, un'immersione sorprendente nel Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista. Questo luogo, infatti, più di una semplice esposizione, racconta il legame profondo tra arte, vita e amicizia, con uno sguardo particolare alla relazione tra Asger Jorn ed Enrico Baj. La casa, un capolavoro situazionista composta da due edifici noti come le “murazze dei papi”, venne costruita e continuamente plasmata da Jorn negli anni '60, dalle terrazze giardino e dalle finestre gli scorci sul golfo sono da cartolina. Jorn usava materiali di recupero per integrare nell'architettura oggetti, opere, arte infantile e materiali naturali, creando un ambiente in continua evoluzione.

Casa Museo JOrn MuDa Albisola, Baj Chez Baj, Ph Claudio Pagnacco
Casa Museo JOrn MuDa Albisola, Baj Chez Baj, Ph Claudio Pagnacco

In questo spazio suggestivo, tornano oggi i lavori realizzati da Baj tra il 1954 e il 1955. Tra questi i Personaggi bifronte, sculture in terracotta modellate con una gestualità vivace e immediata, e una serie di stoviglie decorate in modo sperimentale.

Visite guidate e workshop

Portate i bambini per mostre e musei? Il percorso ligure dedicato a Enrico Baj è arricchito da un programma di attività organizzate dal Servizio Educativo della Fondazione Museo della Ceramica di Savona. In calendario ci sono visite guidate nelle tre sedi espositive, con navette per gli spostamenti, e una serie di workshop per adulti e bambini, inclusi laboratori per i più piccoli (0-3 anni). Inoltre, in occasione del centenario della nascita di Baj, sarà proiettato il documentario “L’arte anarchica di Baj”, diretto da Valeria Parisi e prodotto da 3D Produzioni.

Due mostre, un catalogo

EnricoBaj, Albissola Marina, 1954, fabbrica Mazzotti Giuseppe Albisola (MGA). Photo Henny Riemens. Courtesy Archivio Baj, Vergiate
EnricoBaj, Albissola Marina, 1954, fabbrica Mazzotti Giuseppe Albisola (MGA). Photo Henny Riemens. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

La mostra a Savona è complementare alla retrospettiva in corso a Palazzo Reale a Milano, nella Sala delle Cariatidi, sotto lo stesso titolo: “BAJ. Baj chez Baj”. Curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, l’esposizione milanese è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale con Electa. Quasi cinquanta opere, che coprono il periodo dagli anni ’50 ai primi anni 2000. Un percorso che si articola attorno a I funerali del 1972. Un’opera “assoluta e universale”, spiegano le curatrici che guarda la Guernica diventando un manifesto contro il sopruso, il militarismo e che da Picasso riprende alcune citazioni, come l’occhio-lampadina. Il catalogo unico, pubblicato da Electa, raccoglie entrambe le esposizioni, evidenziando il percorso tra spazi, forme e materiali, rendendo omaggio alla creatività visionaria di Enrico Baj. Un artista che ha utilizzato ironia e grottesco come strumenti per rompere il conformismo borghese e opporsi a ogni forma di potere costituito. Fino al 9 febbraio 2025.