La
Rocchetta Mattei è un edificio situato sull'Appennino tosco-emiliano, che domina la vallata in corrispondenza dell'incrocio dei fiumi Limentra e Reno, nel comune di
Grizzana Morandi. La rocca è un vero e proprio gioiello storico dell'architettura, con la
fusione degli stili medievale e moresco, apparentemente agli antipodi, ma che in questa struttura si amalgamano alla perfezione. Una scelta definita da molti
bizzarra, che però rende unica la Rocchetta Mattei. Diventa quindi logico chiedersi come mai una rocca costruita dopo la metà del 1800 abbia
due stili completamente anacronistici e atipici per la zona. Per arrivare a soddisfare questa curiosità, dobbiamo prima capire chi era il suo costruttore, il conte
Cesare Mattei.
Il conte Cesare Mattei
Una delle personalità italiane più di spicco nel
XIX secolo. Nato nel 1809 a Bologna, ereditò appena diciottenne un'ingente somma dal padre scomparso. Divenne presto una figura di riferimento politica ed economica della città: contribuì a
fondare la Cassa di Risparmio di Bologna, fu eletto
deputato al Parlamento di Roma e il papa
Pio IX lo nominò conte per una cessione di un terreno strategico allo Stato Pontificio. La sua vita però, cambio radicalmente quando
sua madre scomparve a causa di un tumore. Questo evento traumatico spinse
il conte a dedicarsi pienamente alla medicina, abbandonando il resto. Cesare Mattei così
lasciò la città per rifugiarsi in collina, acquistando il terreno dove sorgeva un vecchio castello medievale caduto in rovina. E proprio
lì scelse di costruire la rocca che oggi conosciamo come Rocchetta Mattei. Dal 1850 fino alla morte, datata 1896,
il conte si dedicò esclusivamente alla medicina e alla sua dimora. A lui si può ricondurre l'ideazione
dell'elettromeopatia, una branca dell'omeopatia largamente utilizzata fino al 1930. La terapia consisteva nel ripristino naturale delle cariche elettriche del corpo umano, che in caso di malattia erano alterate. La
fama di Mattei crebbe ulteriormente quando venne citato dallo scrittore e filosofo russo Fëdor
Dostoevskij nel suo ultimo capolavoro:
I fratelli Karamazov.
Medievale e moresco: due stili, una rocca
Da un uomo che ha dedicato la propria vita alla rocca non ci poteva aspettare un risultato banale. Al momento della costruzione, Mattei scelse di
mantenere lo spirito medievale delle rovine del castello fatto erigere da
Federico Barbarossa settecento anni prima, impreziosendolo con elementi tipici dello stile riconducibile ai mori, il
moresco, presente soprattutto in Spagna. Non solo elementi decorativi e di fino, ma vere e proprie
copie di opere simbolo del movimento architettonico e artistico iberico-islamico provenienti da Cordova e Granada. Una scelta probabilmente dettata da
un viaggio a Londra del conte Mattei durante l'expo del 1854.
Ed ecco spiegato il perché di una costruzione del 1800 di stampo medievale con ispirazione araba. Sono presenti inoltre moltissimi dipinti e richiami alla
medicina e
all'esoterismo, fortemente voluti da Mattei.
I luoghi pubblici
Una rocca concepita per essere non solo dimora, ma anche
studio e clinica per i pazienti. Numerose sono le stanze presenti, le quali erano dedicate agli ospiti che giungevano a Grizzana Morandi per farsi curare da Mattei. Fra gli ambienti pubblici c'è la
Sala dei Novanta. Ideata per essere un convito di nonagenari, fu terminata solamente dopo la morte del conte. La
Cappella è la stanza più iconica della rocca. Il luogo è ampiamente ispirato alla Mezquita di Cordova, con archi a strisce bianche e nere che danno un'idea di verticalità piuttosto caotica, con lo scopo di portare lo sguardo alla parte superiore, dove
giace il corpo del conte Mattei, sigillato in un sarcofago dipinto con un cielo stellato. Salendo la
Scala Nobile, si arriva alla parte alta della struttura, dedicata agli ospiti e all'intrattenimento. Qui troviamo
il Cortile dei Leoni al centro, chiamato così per la presenza della fontana con i leoni; una copia di quella presente all'Alhambra di Granada.
I luoghi privati
La parte riservata al conte Mattei
è ancora oggi in fase di restauro, quindi non visitabile. Ed è un peccato, perché l'area privata è quella maggiormente decorata, contenente ancora alcuni
arredi originali sopravvissuti al tempo e ai saccheggi, quest'ultimi avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la rocca divenne un avamposto tedesco all'interno della linea Gotica. Qui abbiamo due stanze importantissime. La prima è la
Sala Bianca, fatta costruire apposta per ospitare
Papa Pio IX, il Pontefice che lo nominò conte, il quale però non vi soggiornò mai. La seconda invece, è la
Torre della Visione. La stanza più alta di tutto il complesso, nonché luogo dove Mattei studiava. La Torre è collegata alla
camera da letto del conte,
separata dal resto del castello da un ponte levatoio che di notte veniva sollevato per volontà del proprietario, così da essere sempre al sicuro.
La Rocchetta Mattei oggi
Dopo la morte del conte, l'edificio, così come l'azienda medica, passarono nelle mani di Mario Venturoli, fedele collaboratore di Mattei. Nel 1937 morì anche Venturoli, con la moglie che ne ereditò la proprietà. Durante la
Seconda Guerra Mondiale, la Rocchetta Mattei fu utilizzata dai soldati tedeschi come
avamposto militare nell'ambito della linea Gotica, il secondo piano difensivo messo in atto dalla Germania in Italia per contrastare la risalita degli Alleati dopo la linea Gustav. Dopo il conflitto, il castello fu acquistato e trasformato in una
finta prigione infestata da fantasmi per attirare i turisti, per poi diventare un ristorante fino al 1989. Nel
2006, la Fondazione
CARISBO associata alla Cassa di Risparmio di Bologna che il conte Mattei contribuì a fondare 150 anni prima, l'acquistò, iniziando un restauro ad oggi ancora non terminato completamente. Dal 2019 la Rocchetta Mattei è aperta al pubblico.