Dal 1995 Ferrara è Patrimonio dell’Umanità e ‘Città del Rinascimento’ secondo l’Unesco
L’armonia degli spazi, le prospettive, l’eleganza di palazzi e architetture. Se Ferrara è la ‘Città del Rinascimento’, come l’ha definita l’Unesco già nel 1995, e “la prima città moderna d’Europa”, come la indicò lo storico Bruno Zevi, lo dobbiamo alla grandezza (e certamente al genio) della casata che la trasformò in una splendida capitale padana: gli Estensi. Furono proprio loro a ideare e a sostenere l’importante progetto urbanistico (quello che oggi chiameremmo un piano regolatore) che dalla città medievale fece sbocciare un gioiello, realizzando il sogno umanistico della ‘Città Ideale’. L’intervento più significativo fu affidato da Ercole I d’Este all’architetto e ‘inzegnero ducale’ Biagio Rossetti alla fine del XV secolo, proprio negli anni in cui Cristoforo Colombo scopriva il Nuovo Mondo: il nucleo medievale iniziò a espandersi, la città si aprì a nuovi orizzonti e praticamente raddoppiò la sua estensione con la cosiddetta ‘Addizione Erculea’. Il Castello Estense, che era stato costruito intorno al 1385, con le sue quattro torri e il fossato, divenne il cuore della città e non solo una fortezza difensiva, e al contempo nacquero due fondamentali assi viari (uno da nord a sud, dal Castello alla Porta degli Angeli, l’attuale corso Ercole d’Este, e l’altro da ovest a est, con la grande piazza alberata, oggi piazza Ariostea): sul loro punto d’incrocio, il Quadrivio degli Angeli, ancora oggi si affacciano alcuni tra gli edifici più originali, come il Palazzo dei Diamanti (col caratteristico bugnato in marmo bianco della parete esterna) o il Palazzo Prosperi Sacrati. Tutta Ferrara custodisce ancora questo grande tesoro di storia e di stupore, anche nel ricordo dei tanti artisti che qui trovarono una corte accogliente e illuminata: Leon Battista Alberti e Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Dosso Dossi e Benvenuto Tisi (il Garofalo), e i poeti eccelsi, Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto, Pietro Bembo e Torquato Tasso. L’opera rinnovatrice degli Estensi si allargò anche alle campagne e nei territori, dove fiorirono diverse residenze nobiliari, le ‘delizie estensi’ una bellezza che non finisce mai di incantare.