Caviro più forte di incendio e alluvione: fatturato in crescita trainato dall'export
C’è un Extra nel motore di Caviro. L’assemblea dei soci del gruppo romagnolo del Tavernello (ma non solo) ha approvato il bilancio d’esercizio chiuso al 31 agosto 2023. Fatturato consolidato di 423 milioni di euro, in lieve crescita rispetto all’anno precedente e con indici finanziari stabili (Ebitda a 33,2 milioni di euro, PFN a 74,3 milioni di euro). Durante la stessa assemblea è stato rinnovato il consiglio di amministrazione con l’ingresso di quattro nuovi consiglieri e la riconferma alla presidenza di Carlo Dalmonte, dal 2012 ai vertici del Gruppo.
Annata difficile anche per l’incendio che ha coinvolto il sito di Faenza e alla devastante alluvione che ha colpito il territorio; nonostante tutto il gruppo ha confermato la propria solidità. I risultati dell’anno fiscale 2022-2023 sono stati trainati dal buon andamento di Caviro Extra, la società con sede a Faenza che concretizza l’economia circolare del Gruppo, e dall’export che rappresenta 143 milioni di euro di fatturato (+16% sull’anno precedente), dei quali oltre 103 milioni provenienti dal settore vino. La crescita delle esportazioni è stata guidata soprattutto dagli effetti registrati sul mercato inglese. Il vino (società Caviro sca, Cesari e Leonardo da Vinci spa) rappresenta tra il 60 e il 65% del fatturato, il resto è frutto dell’economia circolare: mosti, alcol e acido tartarico, poi energia e ambiente. Il brand più famoso. Tavernello, si conferma il vino più consumato in Italia e il vino italiano più venduto al mondo. Nel segmento premium buone le performance dei brand delle società controllate Leonardo da Vinci e Cesari e il nuovo marchio Vigneti Romio.
LEGGI ANCHE - Tavernello, il vino più venduto si rifà il look. E punta sulla sostenibilitàGli investimenti realizzati sul fronte della sostenibilità, a sostegno del modello di economia circolare, confermano la propensione del gruppo all’innovazione con la messa a terra di progetti legati ai contratti di sviluppo, tra cui gli investimenti tecnici sul nuovo magazzino automatico presso la Cantina di Forlì e l’avvio di una profonda fase di ridefinizione post incendio nella sede di Faenza, sito in cui Caviro Extra ottiene i prodotti nobili, l’energia e i fertilizzanti a partire dai sottoprodotti della vinificazione. Nonostante l’anno straordinario, Extra ha confermato le buone performance dell’ultimo triennio, avvalorando il forte interesse del mercato per i prodotti realizzati dall’economia circolare di Caviro e sostenendo il gruppo in un periodo complesso dal punto di vista macro-economico.
“Servono fiducia e determinazione – dice il presidente confermato Carlo Delmonte - per affrontare un contesto nazionale molto complesso, legato a fattori di mercato esogeni quali inflazione, calo dei consumi e produzione ridotta con punte di oltre il 50% in alcune regioni della nostra filiera. La prospettiva sarà ancora più complessa con effetti riverberati sul nuovo esercizio. Ma il Gruppo è impegnato ad affrontare le sfide che l’anno ci ha presentato mettendo come sempre al primo posto la valorizzazione del lavoro dei propri soci. Il riassetto organizzativo segna il cambio di passo e l’inizio di un nuovo capitolo con una nuova direzione e tutto il management impegnato a contrastare gli effetti di un trend negativo”