Alla scoperta di Compiano, paradiso dei cicloturisti

di LORELLA BOLELLI
20 luglio 2021
Castello di Compiano

Castello di Compiano

Immerso nell'Appennino parmense, nell’Alta Valtaro che conduce attraverso chilometri di curve panoramiche ai Passi Cento Croci e del Bocco che segnano il confine tra Emilia e Liguria, Compiano è un piccolo borgo circondato da mura che ne raccontano la storia strettamente legata al suo castello, che faceva parte del cosiddetto Stato Landi che prese il nome dall'omonima famiglia piacentina che lo amministrò insieme al marchesato di Bardi, al principato di Borgotaro, alla baronia di Pieve di Bedonia. Fu anche sede di zecca.

UN PARADISO PER GLI AMANTI DELLA BICICLETTA

Oggi Compiano è inserito nel circuito dei borghi più belli d'Italia e ogni anno ospita la prima domenica di luglio, dal 1630, la benedizione delle acque del Taro a ricordo delle vittime della peste. Zona prediletta dai cicloturisti che ora, grazie al ponte ciclopedonale inaugurato sul torrente Arda, possono raggiungere Parma da Cremona lungo il percorso interregionale Via Po, tassello della ciclovia turistica Vento, il più grande progetto di mobilità dolce del Norditalia che unisce con 700 chilometri di percorsi le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, tenendo assieme mobilità sostenibile, natura, sport, turismo, bellezze storico-artistiche e tradizioni. Fino a ottobre si “pedala e gusta” in Alta Valtaro. Un'esperienza tutta da provare in sella alle E-Bike tra colli, borghi e chiese con soste per golose fra i migliori prodotti tipici di questa terra dai sapori unici. Chi ama MTB, pascoli, boschi e praterie, può salire sul selvaggio Monte Pelpi, accompagnato da professionisti. Non solo bici, anche cavalli: tra i meravigliosi boschi dell’oasi WWF della Riserva Naturale dei Ghirardi, appuntamento con l’emozione del contatto “Cuore a cuore” con i cavalli. Momento adatto a tutti, dai bimbi, agli adulti.

PATRIA DI SALTIMBANCHI E GIROVAGHI

Compiano è la patria degli Orsanti cui è dedicato anche il museo di via Marco Rossi Sidoli. Dal borgo medievale questi saltimbanchi e girovaghi hanno raggiunto i Paesi del Nordeuropa portando i loro spettacoli con orsi, scimmie e altri animali ammaestrati. Il Museo rievoca, attraverso immagini, quadri, manifesti, riproduzioni in cartapesta, strumenti musicali e tanti altri oggetti dell'epoca questo particolare fenomeno migratorio, che ha interessato molti abitanti del borgo già a partire dal XVIII secolo. Situato nella chiesa sconsacrata di San Rocco, regala un'immagine onirica, da circo felliniano a chi vi entra. L'intento documentario, evidente nei pannelli con testi e fotografie che illustrano l'attività di questi "commedianti", si intreccia a quello teatrale, dove l'ambiente austero e mistico si fa scenario di un'inaspettata rappresentazione pagana fatta di grandi orsi di cartapesta, insoliti strumenti musicali, costumi di scena, stampe d'epoca, dipinti, documenti e oggetti di vita quotidiana, testimonianza di un fenomeno popolare affascinante e unico. Il 31 luglio e il 1° agosto, con replica il 7 e 8 agosto si può rivivere il mito degli Orsanti al Festival degli artisti di strada con allestimento di una mostra sulla locale Emigrazione Girovaga e la figura, appunto, dell’”Orsante”. Per il 20 e il 28 agosto sono previste visite by night con la partecipazione di alcune figure direttamente dal Medioevo. Prenotazione obbligatoria [email protected] oppure 3663712808 Dal 18 al 22 agosto è invece allestita un'altra suggestiva mostra, “Dagli Appennini alle Ande”, sul viaggio della famiglia Bergoglio (quella di papa Francesco) più altre storie di emigrazione della provincia Parmense.

NEI DINTORNI DEL BORGO ALLA SCOPERTA DI ORIGINI E TRADIZIONI

Ricchissimi anche i dintorni con molte occasioni di scoperta collettiva. Il 31 luglio e il 14 agosto si può scoprire il Polo Museale del Seminario Vescovile di Bedonia che, oltre a una rara iscrizione etrusca, conserva ceramiche e curiosi reperti, come ad esempio le antichissime asce in pietra, che quando in passato venivano ritrovate erano interpretate come fulmini pietrificati. Il 23 luglio e il 6 agosto sono dedicati a Santa Maria del Taro per riscoprire l'antico ponte e l’artistico santuario ricco di opere d’arte. Sosta speciale alla ditta fratelli Lusardi per scoprire l’antica arte del legno e della falegnameria. Seguirà una sosta al giardino monumentale della villa appartenuta al cavalier De Thierry, uno dei più importanti e sconosciuti protagonisti della rivoluzione industriale emiliana dell’Ottocento. Emozionanti le antiche miniere di rame che racconteranno la vita degli antichi minatori. La centrale idroelettrica, costruita dai prigionieri austriaci della prima guerra mondiale è invece ancora in funzione con moderne tecnologie. Non va mancata una visita alla diga del Taro e alla torre Piezometrica, pittoresca struttura merlata a cavallo di un'impervia valle rocciosa. Il 24 e 31 luglio visita guidata ai tesori nascosti di Calice e Casaleto due antiche frazioni di Bedonia, per esplorarne storie, leggende e manufatti insoliti. Calice e Casaleto sono due piccole borgate emiliane che però parlano già il ligure e custodiscono antiche storie poco raccontate, tra angoli segreti e case che esibiscono rari portali valorizzati da simboli e date. Il 1°, l'8 e il 22 agosto, dal territorio di Borgotaro si possono raggiungere Ostia Parmense e Belforte, per un passeggiata nel bellissimo borgo fino ai ruderi del castello, da cui si gode di una vista a 360° sulla valle. Finale speciale con la visita al laboratorio di liuteria di Giorgo Giliotti. Ogni sabato fino al 31 agosto visita guidata anche del centro storico di Borgo val di Taro