Val Menotre, cascate e boschi nel cuore verde d’Italia

Trekking nella natura del Folignate, ammirando anche uno spettacolare eremo aggrappato alla roccia

di CHIARA GIACOBELLI
22 novembre 2024
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Una delle tre cascate della Val Menotre

Immergersi nell’autunno della Val Menotre, una delle aree naturalistiche più amate dell’Umbria nel comprensorio folignate: non c’è niente di meglio per unire il trekking all’arte, alla storia e all’enogastronomia, specialmente se si cammina accompagnati da Valle Umbria Trekking, associazione di escursionismo e ambiente che favorisce la conoscenza e la valorizzazione del territorio umbro, all’insegna di un turismo slow.

Caratterizzata da boschi di querce, lecci e carpini alternati a radure colorate, la Val Menotre, punto di passaggio fondamentale sia del Cammino Francescano della Marca che della Via Lauretana, cela un trittico di cascate spettacolari. Le tre principali – che non possiedono dei nomi specifici, sebbene la più famosa sia chiamata il Velo della Sposa per la sua forma particolare e sia anche la destinazione preferita dalle novelle spose o per gli addii al nubilato – offrono un perfetto connubio tra la forza primigenia dell’acqua e la quiete spirituale di un paesaggio plasmato nel corso dei millenni. Le cascate di origine naturale si sono infatti formate per l’erosione incessante operata dal fiume Menotre, che ha modellato con pazienza le rocce calcaree della valle.

Nel Medioevo il corso d’acqua era sfruttato per alimentare mulini e frantoi, segnando profondamente l’economia locale; gli opifici idraulici nati in seguito contribuirono fino al XIX secolo al ruolo cruciale nel settore tipografico della vicina Foligno, dove nel 1472 venne realizzata la prima versione a stampa della “Divina Commedia” utilizzando proprio la pregiata carta di Pale. Ancora oggi i ruderi di antiche strutture si fondono armoniosamente con l’ambiente selvaggio, come i resti della Villa Elisei.

Il sentiero per vedere tutte e tre le cascate, che impiega circa mezzora e non è troppo difficile, ha inizio presso il parcheggio situato poco dopo il centro abitato di Belfiore, raggiungibile in auto. Da qui un percorso ben segnalato si inoltra nella valle e conduce ai tre salti d’acqua con le relative vasche naturali, rivelandosi un trekking perfetto in questo periodo dell’anno per ammirare il foliage, che circonda come un quadro il corso del limpido torrente. Lungo il tragitto, o a partire dal borgo di Pale, si può arrivare con facilità anche alle Grotte dell’Abbadessa, che sono però chiuse in questi mesi.

Tra muschi, felci, gradoni e il frastornante rumore dell’acqua in caduta da grandi altezze, si giunge fino all’ultima cascata, forse la più nascosta e misteriosa, per poi terminare l’escursione nel borgo medievale di Pale, un gioiellino arroccato su uno sperone roccioso. Le viuzze lastricate, le case in pietra e i panorami sulla valle rendono questo paese, un tempo fucina economica della zona, una tappa imperdibile, specialmente per chi vuole consumare un buon pranzo a base di prodotti locali.

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L'eremo di Santa Maria Giacobbe aggrappato alla roccia

Consigliamo anche il sentiero che si inerpica sulla montagna e conduce all’eremo di Santa Maria Giacobbe, un piccolo centro sacro aggrappato alla roccia che ha però una grande rilevanza spirituale, storica e artistica. Costruito nel XIII secolo, l’edificio custodisce affreschi di pregevole fattura, pertanto il suggerimento è quello di visitarlo all’interno, controllando gli orari di apertura. Da quassù si può ammirare in tutto il suo splendore il Parco Naturale dell’Altolina.

Info: www.umbriatourism.it e www.valleumbriatrekking.it