Val D’Ega: l’alba dalla cima del Corno Bianco, weekend sotto un cielo di stelle

Un'avventura autunnale tra le Dolomiti, tra gite alla portata di tutti e panorami mozzafiato, con il cuore aperto alle sorprese di un viaggio senza programma

di MONICA GUERCI
27 settembre 2024
L'alba sul Corno Bianco, Val D'Ega - Ph Monica Guerci

L'alba sul Corno Bianco, Val D'Ega - Ph Monica Guerci

Capita che un viaggio senza troppi piani definiti ti regali le sorprese più inaspettate. È quanto mi ha riservato la Val d’Ega, piccolo angolo di paradiso vicino a Bolzano, incastonato tra due delle montagne più famose delle Dolomiti: Latemar e Catinaccio e sotto un cielo di stelle. La scoperta inizia con una delle esperienze più suggestive della zona: l’alba sul Corno Bianco. Per chi ha la fortuna di essere da queste parti al sorgere del sole, il panorama è spettacolare. Le prime luci tingono il cielo e le cime dolomitiche di colori da cartolina.

Hotel Marica, Nova Ponente, Val D'Ega
Hotel Marica, Nova Ponente, Val D'Ega

Una base strategica per le escursioni e per gli amanti delle vacanze attive (e della bicicletta) è l'Hotel Marica a Nova Ponente. Questo quattro stelle gestito da generazioni dalla Famiglia Eisath-Auer, non solo è perfetto per chi vuole partire alla scoperta di questi monti, ma offre anche un’ottima cucina con specialità che variano dai sapori mediterranei a quelli altoatesini, ricette preparate con grande cura e accompagnate da vini speciali. Dopo una giornata trascorsa nella natura, l'area wellness dell'hotel è perfetta per rilassare corpo e mente.

L’alba sul Corno Bianco

I colori dell'alba, salita sul Corno Bianco, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica Guerci
I colori dell'alba, salita sul Corno Bianco, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica Guerci

La sveglia suona alle 4:30. Partendo da Nova Ponente, dopo 20 minuti di tornanti si arriva al Passo Oclini/Jochgrimm. Da qui, parte il sentiero che porta alla vetta del Corno Bianco. La guida Phillip ci accompagna sotto un cielo stellato, facendoci luce con la sua torcia. Si sale per circa un’ora e mezza, attraverso prati alpini e boschi di pino mugo, fino alla bianca e rocciosa cima del Weisshorn (2313 m), il Corno Bianco. Il sentiero, classificato come moderatamente difficile (dislivello: +325 m), richiede buone scarpe e un minimo di preparazione fisica, si affronta a “testa alta” dicono da queste parti. All'arrivo alla croce di vetta, la vista a 360 gradi sul Latemar, Catinaccio e Sciliar ripaga ogni sforzo. Al primo raggio di sole, la valle e le cime si tingono di calde sfumature che lasciano senza fiato, l’aria si riscalda.

Panorami sul sentiero del Corno Bianco, la discesa dopo l'alba, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica
Panorami sul sentiero del Corno Bianco, la discesa dopo l'alba, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica

Anche la discesa regala emozioni, tra prati verdi e incontri con cavalli e asinelli. Se deciderete di affrontare questa avventura portate con voi bastoncini da trekking, una torcia, gli occhiali da sole, una borraccia d’acqua, vestitevi a strati e soprattutto non dimenticate la macchina fotografica. Si sale da giugno a ottobre.

Il borgo immerso nella natura

La Val d’Ega è una perla delle Dolomiti e il borgo omonimo, Ega, ne rappresenta il cuore. Con appena 900 abitanti, Ega è circondato dai pendii del Latemar e dista pochi chilometri dalla stazione sciistica di Obereggen. Piccolo ma affascinante, il borgo cambia volto con il passare delle stagioni. I numerosi sentieri della valle conducono a scenari mozzafiato, che vanno dai prati alpini ai picchi rocciosi. Che siate esperti escursionisti o semplici amanti delle passeggiate in montagna, la Val d’Ega ha qualcosa da offrire a tutti. Inoltre, grazie al Guest Pass fornito dagli hotel, si può utilizzare gratuitamente l’autobus pubblico per raggiungere i punti di partenza delle escursioni e dimenticarsi l’auto.

Pranzo in quota

Rifugio Oberholz, Latemar, Obereggen 16, Nova Ponente
Rifugio Oberholz, Latemar, Obereggen 16, Nova Ponente

I restanti due giorni in Val d’Ega trascorrono tra pranzi in alta quota e passeggiate tra boschi e rocce. Il Rifugio Oberholz, simbolo di architettura sostenibile, è un esempio perfetto di come natura e design possano coesistere. Dalla terrazza, a 2.096 metri, si ammirano alcune delle vette più imponenti delle Alpi: l'Ortler, la Wildspitze, la Cima Tosa. Costruito secondo i principi dell'eco-design, il rifugio dispone di tre verande con grandi vetrate che si affacciano sulle montagne. I tetti a due falde creano un’atmosfera accogliente nelle nicchie interne, ispirate alle tradizionali stube. Gli spazi sono realizzati con materiali locali e l'intera struttura è alimentata da energia geotermica.

Tris di canederli su crema di formaggio da malga, rifugio Oberholz, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica Guerci
Tris di canederli su crema di formaggio da malga, rifugio Oberholz, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica Guerci

L’esperienza, però, non è solo visiva: anche il palato trova soddisfazione. I piatti del Rifugio Oberholz fondono la tradizione contadina altoatesina con influenze mediterranee. Si passa dalle pappardelle di germoglio di abete, al tris di canederli su crema di formaggio del contandino, al filetto di cervo grigliato con risotto al pino mugo e chutney di lamponi, alle uova al tegame dal maso con speck e patate, alla polenta con finferli freschi e gorgonzola. Il tutto è accompagnato dai vini dell'Alto Adige. Questo luogo invita alla riflessione e alla connessione con l’ambiente, dove la sostenibilità non è solo un concetto, ma una pratica tangibile. Rigenerati, si riparte lungo il sentiero panoramico 18, diretti alla terrazza Latemar.360°, a pochi minuti da qui.

Passeggiata ai piedi del Latemar

Riproduzione di ammonite fossile, testimonianza della vita preistorica nella zona del Latemar, Val d’Ega - ph Monica Guerci
Riproduzione di ammonite fossile, testimonianza della vita preistorica nella zona del Latemar, Val d’Ega. Milioni di anni fa dove ora ci sono prati e rocce c'erano barriere coralline e il mare - ph Monica Guerci

Lasciato il Rifugio Oberholz, sotto l'imponente parete rocciosa del Latemar si estende il "Latemarium" di Obereggen: una rete fitta di sentieri tematici, arricchita da punti di interesse con audio giochi interattivi e piattaforme panoramiche, ideale anche per le escursioni delle famiglie. Questo percorso immerso nella natura si trova nel cuore del leggendario Latemar e, insieme a Pampeago e Predazzo, offre l'opportunità di esplorare l'unico ambiente alpino che circonda la catena montuosa.

Il Latemarium è facilmente raggiungibile da Obereggen con la seggiovia Oberholz, in funzione dal 17 giugno al 7 ottobre (dalle 8:30 alle 18:00), gratuita per i bambini sotto gli otto anni. In alternativa, si può partire da Predazzo con la cabinovia fino al Rifugio Gardonè e la seggiovia fino a Passo Feudo, o da Pampeago con la seggiovia Latemar.

Tra i percorsi più affascinanti spiccano i sentieri tematici che svelano le leggende locali. Un esempio è il "Sentiero delle leggende", che si snoda tra boschi e praterie, rivelando miti e storie legati a queste montagne, aggiungendo un tocco fiabesco alla bellezza del paesaggio. Sempre in quota, il Latemarium offre anche l’escursione panoramica LATEMAR.360°, il cui nome suggerisce immediatamente le vedute mozzafiato sulle vette alpine. Questo percorso include quattro piattaforme panoramiche (una delle quali situata presso il Rifugio Oberholz) che offrono scorci spettacolari sulle montagne, parte del Patrimonio dell'Umanità UNESCO.

Sentieri ai piedi del gruppo del Latemar, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica Guerci
Sentieri ai piedi del gruppo del Latemar, Val D'Ega, Dolomiti - Ph Monica Guerci

Proseguendo lungo il sentiero 22, che si snoda ai piedi delle pareti rocciose, si susseguono punti panoramici da cui ammirare la maestosità del paesaggio. Lungo il percorso, si incontra anche uno dei sei "Cinema di Montagna" della Val d'Ega, straordinarie aree panoramiche allestite con panchine e cornici in legno che ricordano una sala cinematografica, situate tra Nova Ponente, Obereggen, Collepietra, Nova Levante e Carezza. Seguendo il circuito completo del sentiero, si incontrano diverse malghe, perfette per una sosta, prima di fare ritorno alla stazione di partenza.

Sul Catinaccio, sopra i 2000

Il Laurins Lounge, Bergstation Laurin II, Nova Levante (2334 mt.) - Ph Monica Guerci
Il Laurins Lounge, Bergstation Laurin II, Nova Levante (2334 mt.) - Ph Monica Guerci

Il lungo weekend si conclude con una salita al Catinaccio, una delle perle più affascinanti delle Dolomiti, celebre per le sue guglie e per la leggenda di Re Laurino. Gli impianti di risalita, progettati dall'architetto altoatesino Werner Tscholl, incarnano una filosofia di mobilità sostenibile, riducendo l'impatto ambientale nel rispetto del paesaggio. Per la stagione estiva fino al 3 novembre, sono sei gli impianti Carezza Dolomites in funzione, utilizzabili con un unico biglietto. Tra questi spicca la nuovissima funivia cabrio, che permette di viaggiare sul tetto, partendo da Tires. Da Nova Levante, si può salire con la cabinovia, per poi proseguire con le cabinovie König Laurin 1 e 2, fino a raggiungere in soli 6 minuti la stazione "invisibile", situata sopra quota 2300 metri. Questa stazione, nascosta all'interno della roccia, richiama con installazioni luminose la leggenda di Re Laurino, signore degli Elfi, e del suo palazzo segreto tra le rocce del Rosengarten (Catinaccio). Dalla stazione partono diverse possibilità di escursioni; in sella a una mountain bike, con gli sci ai piedi in inverno o sulle proprie gambe. O anche semplicemente si può fare una sosta a contemplare la quiete. Una scala mobile e un ascensore conducono direttamente alla Laurins Lounge, un rifugio gourmet con una vista mozzafiato e una terrazza panoramica a quota 2334 metri, proprio sotto le rocce.

Il rifugio Fronza alle Coronelle (2337 mt), Catinaccio - Ph Monica Guerci
Il rifugio Fronza alle Coronelle (2337 mt), Catinaccio - Ph Monica Guerci

Ma il vero spettacolo è a soli tre metri più in alto: il Rifugio Fronza alle Coronelle, storico e rustico, con tavoloni di legno, piatti tipici e calici di birra. Immerso nell'ambiente naturale del Catinaccio, a 2337 metri, questo rifugio offre una vista impareggiabile. Camminando lungo la balconata che circonda l’edificio, ci si trova a pochi passi dalle ripide rocce, tanto vicine da poterle toccare con la mano.

La Cabrio Cabinovia Seilbahn Tiers, Catinaccio Foto_Helmut Rier
La Cabrio Cabinovia Seilbahn Tiers, Catinaccio Foto_Helmut Rier

Il bello è che tutto questo si raggiunge senza troppa fatica. Con la seggiovia o la cabinovia, si supera agilmente il dislivello tra valle e vetta, fluttuando comodamente verso l'alto. Gli impianti di risalita della Val d’Ega operano costantemente, portando i visitatori su e giù tra le montagne. In totale, sono 17 gli impianti che portano sul massiccio del Latemar, sul Catinaccio e sullo Sciliar, e che permettono di conquistare comodamente le alture dolomitiche partendo dalla Val d’Ega. Dall’alto il panorama si apre in tutta la sua maestosità, con una veduta unica, a volo d’uccello.

Info: eggental.com