Grazie e Arrivederci Roma Capoccia
La Capitale d'Italia e, storicamente, del mondo in tante hit giocose o struggenti
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Una veduta di Roma dal fiume Tevere: sullo sfondo "er Cupolone"
Roma Capoccia – Antonello Venditti
Se Roma ai tempi degli antichi romani era ‘Caput mundi’, ossia guidava l’intero mondo allora conosciuto, il cantautore Antonello Venditti scrive nel 1972 con Lionello Alberti e interpreta ‘Roma Capoccia’, termine dialettale che appunto sta per capo, in questo caso, “der mondo infame”. Venditti dipinge un ritratto vivido e suggestivo della vita notturna romana, citando luoghi iconici come Trastevere e Piazza di Spagna: “Quanto sei bella Roma quand'è sera / Quando la luna se specchia dentro ar fontanone” e ancora “Vedo la maestà der Colosseo / Vedo la santità der cupolone / E so' più vivo e so' più bbono / No nun te lasso mai Roma capoccia der mondo infame”.
Grazie Roma – Antonello Venditti
Nel 1983 Venditti incide un nuovo atto d’amore nei confronti della città: “Grazie Roma”, che diviene inno dei tifosi della squadra di calcio della Città eterna. “Dimmi chi è / Che me fa sentì 'mportante anche se nun conto niente / Che me fa re quando sento le campane la domenica mattina” , “Grazie Roma Che ci fai piangere abbracciati ancora / Grazie Roma Che ci fai vivere e sentire ancora / Una persona nuova”.
La nevicata del '56 - Mia Martini
Nel 1990 Mia Martini si esibisce al Festival di Sanremo con La nevicata del '56, aggiudicandosi per la terza volta il premio della Critica, che dal 1996 le verrà intitolato, dopo la morte prematura. Il brano in finale arriva al 6º posto ma scala presto le classifiche e diventa un pezzo iconico della canzone italiana. Il testo è di Carla Vistarini e Franco Califano, la musica è di Luigi Lopez con Fabio Massimo Cantini.
"Ti ricordi una volta? Si sentiva soltanto Il rumore del fiume la sera. E ti ricordi lo spazio, I chilometri interi? Automobili, poche allora"; ed ancora "Ma zitta zitta, poi La nevicata del '56. Roma era tutta candida, Tutta pulita e lucida. E tu mi dici di sì. L'hai più vista così? Che tempi, quelli".
Porta Portese, Roma – Claudio Baglioni
Un classico di Roma è anche Porta Portese, incisa da Claudio Baglioni nel 1972. Tornato dal militare, il giovane protagonista della canzone si reca al caratteristico mercatino delle pulci, con la rivendita dell’usato, a Porta Portese per cercare un paio di jeans da indossare al posto della divisa ma vede la sua amata a braccetto con un altro. La canzone ben descrive, soprattutto, il caratteristico mercatino dell’usato di Roma, con tante di 'patacche'.
"Vacanze romane": composta da Aldo Stellita e Carlo Marrale, è stata interpretata dai Matia Bazar e presentata al Festival di Sanremo nel 1983, ottenendo il quarto posto e il premio della critica.
Fino a qui - Alessandra Amoroso (Sanremo 2024)
La città eterna fa da sfondo alla crisi esistenziale della protagonista. La canzone inizia con la frase: "Roma dorme per miracolo, le sue piazze i suoi caffè, caramelle anti-panico, alle 2:43"; e poi ancora "So chi sono io nello spazio, una formica che si perde tra i vicoli di questa città che mi ascolta come nessun altro ha fatto mai con me".