Gairo Vecchio: nel cuore della Sardegna
Abbandonato dopo l'alluvione del 1951
Le origini di Gairo Vecchio (Nuoro), annoverato come il più famoso paese fantasma della Sardegna, risalgono all'epoca medievale, quando la popolazione, composta principalmente da pastori e artigiani, si trasferisce nell'entroterra per sfuggire alle invasioni barbariche. Il suo abbandono avviene in seguito a una devastante alluvione nel 1951, che provocò frane e danni ingenti, costringendo gli abitanti a fondare un nuovo centro abitato. L’area è ricca di storia e presenta diversi nuraghi e domus de janas, testimonianze di insediamenti risalenti all'epoca preistorica. La leggenda narra di una crudele usanza praticata in passato nel borgo: gli anziani, considerati non più utili, venivano portati dai figli a un dirupo e uccisi. Questa usanza cambia quando un giovane lungo il percorso per giungere al luogo sacrificale, oggi chiamato sa babbaiecca (vecchio padre), si fermò e decise di tornare indietro e opporsi al rituale. Fu costretto a nascondere il padre per diverso tempo. Finché durante un periodo di siccità, i consigli dell’anziano genitore, permisero al ragazzo di ottenere un buon raccolto, a differenza dei campi vicini. Alle rimostranze degli altri contadini, il giovane rivelò di non aver ucciso a suo tempo il vecchio padre e, proprio grazie ai suggerimenti dell’anziano, di essere riuscito a salvare il raccolto. Fu allora che tutti decisero di interrompere quella macabra usanza.