Campomaggiore Vecchia: la città dell'utopia in Basilicata

Il 2 febbraio 1885 una devastante frana spazzò via il paese

di MONICA GUERCI
13 ottobre 2024
Campomaggiore Vecchia, città dell'utopia, Potenza

Campomaggiore Vecchia, città dell'utopia, Potenza

A soli quattro chilometri dall'attuale Campomaggiore, in provincia di Potenza, il borgo di Campomaggiore Vecchia è abbandonato dal 1885. Fondato dai Romani nel 1150 come “Campus Maiorem”, il paese prosperò sotto la guida dei conti Rendina, che nel XVIII secolo avviano un progetto di ripopolamento. Concedono terre e legna a chi vi si trasferiva, la comunità cresce sotto la pianificazione dell'architetto Giovanni Patturelli, allievo di Luigi Vanvitelli, che crea un tessuto urbano ordinato e armonioso, caratterizzato da strade perpendicolari e abitazioni uniformi. Era la Città dell’Utopia. Nonostante la visione progressista, il borgo sconta una  fragilità geologica che si rivela fatale: il 2 febbraio 1885, una devastante frana spazza via il paese, costringendo gli abitanti a cercare rifugio altrove. Un’antica leggenda narra che due contadini, avvistando il disastro imminente, cercarono di avvertire gli altri, inutilmente. Da allora Campomaggiore fu definitivamente abbandonata. Oggi, gli attuali residenti, che si sono stabiliti a Campomaggiore Nuova, continuano a coltivare la tradizione agricola, dedicandosi alla viticoltura e alla produzione di olio d'oliva. Il sito è diventato una meta per turisti e studiosi, interessati a scoprire la storia di una comunità che, per un breve periodo, ha realizzato il sogno di una vita migliore.