Parco di Villa Durazzo Pallavicini: la perla nascosta di Genova

Nell’antica frazione di Pegli, affacciata sul mare, un capolavoro paesaggistico che coniuga armoniosamente la natura rigogliosa e l’intervento dell’uomo

di CHIARA GIACOBELLI
3 ottobre 2024
Il Giardino di Flora

Il Giardino di Flora nel Parco di Villa Durazzo Pallavicini (foto Chiara Giacobelli)

Un percorso teatrale e spirituale, suddiviso in atti e scene, che guida il visitatore attraverso un viaggio allegorico.

E' questo e molto altro il meraviglioso Parco di Villa Durazzo Pallavicini, un capolavoro paesaggistico che unisce armoniosamente la natura rigogliosa e l’intervento dell’uomo, esprimendo in maniera del tutto originale il gusto dell’epoca. Esteso per circa otto ettari e situato nel quartiere di Pegli, antica frazione di Genova affacciata sul Mar Ligure, il parco è la meta ideale per una passeggiata autunnale, tra i colori accesi delle chiome, i tappeti di foglie e petali su cui camminare, le calde tonalità del tramonto.

La vista su Genova dalla sommità del parco
La vista su Genova dalla sommità del parco - Crediti Chiara Giacobelli

Progettato nel 1840 dall’architetto Michele Canzio su commissione del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, il parco è un’opera monumentale che racchiude in sé non solo un’estrema raffinatezza estetica, ma anche una profonda valenza simbolica. Il percorso, che si snoda tra viali alberati, laghetti, grotte artificiali e templi, è volto a suscitare una riflessione sull’esistenza, invitando a riscoprire il rapporto tra uomo, natura e trascendenza. Questa passeggiata non sarà quindi solo un momento di svago, ma anche un’esperienza intellettuale e sensoriale.

Il Viale delle Camelie, con i petali a formare un tappeto
Il Viale delle Camelie, con i petali a formare un tappeto - Crediti Chiara Giacobelli

La costruzione di Villa Durazzo Pallavicini rappresentò un’impresa ambiziosa e innovativa per l’epoca: è infatti il frutto della visione illuminata del marchese Pallavicini, il quale desiderava creare un luogo in cui poter accogliere ospiti illustri e intrattenerli in un giardino spettacolare, all’avanguardia per il suo tempo. Il progetto di Canzio si ispirava ai principi del giardino paesaggistico inglese, caratterizzato da un’apparente casualità che nasconde, in realtà, un ordine preciso e una profonda armonia compositiva. Inaugurato nel 1846, il parco divenne subito una delle attrazioni più ammirate dai visitatori, non solo per l’incanto dei suoi scorci, ma anche per la particolarità del suo concept, che fonde natura, architettura e simbolismo in un unicum irripetibile.

Tra gli elementi più significativi su cui suggeriamo di soffermarsi, va menzionato senza dubbio il Lago Grande, un vasto specchio d’acqua circondato da una vegetazione lussureggiante e arricchito dalla presenza di graziose costruzioni, come il Tempio di Diana: quest’ultimo è un raffinato monumento neoclassico che spunta dalle acque del lago, creando un effetto suggestivo. Nelle vicinanze si trova la celebre Pagoda cinese, un’imponente struttura di gusto orientale che richiama l’estetica esotica tanto cara al gusto romantico dell’epoca. La presenza di questi elementi architettonici, inseriti in un contesto naturale d’eccezione, testimonia la volontà di creare un paesaggio capace di trasportare il visitatore in una dimensione onirica, quasi fuori dal tempo.

Il Tempio di Diana sul Lago Grande
Il Tempio di Diana sul Lago Grande - Crediti Chiara Giacobelli

Non meno affascinanti sono poi le Grotte, un complesso di cavità artificiali che evocano le profondità misteriose della terra, e il Castello del Capitano, pensato per simulare una fortificazione medievale: posto sulla sommità della collina, offre una vista panoramica su tutto il parco e sul mare. Infine, il percorso si conclude con il Giardino di Flora, un accurato giardino all’italiana dove la geometria delle aiuole e la perfezione delle siepi si contrappongono alla naturalezza dei paesaggi precedenti, simboleggiando il trionfo dell’arte sulla natura.

Il Castello del Capitano
Il Castello del Capitano - Crediti Chiara Giacobelli

Info: www.villadurazzopallavicini.it