Nova Gorica, Istria e Collio: la Slovenia a due passi dall’Italia
Un itinerario di confine tra cultura e tradizioni comuni, che tocca anche il Carso e la valle del Vipava, con il vino grande protagonista
Quando si parla di confini, si pensa a divisioni nette e barriere invalicabili. Ma cosa succede quando un confine diventa solo una sottile linea, un dettaglio geografico che non riesce a separare le vite e le culture che si trovano ai suoi lati?
Questo è esattamente quello che accade tra la Slovenia e l'Italia, dove le colline e le valli sono testimoni di una continuità sorprendente, dove il confine non divide, ma unisce. In particolare le terre di confine tra Slovenia e Italia sono un vero e proprio tesoro enologico da scoprire. Dai vigneti di Brda alla Valle del Vipava, passando per il suggestivo paesaggio del Carso e l'incantevole Istria, ogni sorso di vino racconta la storia di una terra di confine ricca di tradizione.
Il nuovo distretto Ecoc
Tra la Slovenia e l'Italia nella piazza Transalpina/trg Evrope a Gorizia/Nova Gorica il confine era segnato dal filo spinato che divideva Italia e Slovenia. A vent’anni dall’ingresso della Slovenia nell’ nell'Unione Europea, il confine è oggi a malapena visibile, ricordato da una effigie nel centro della piazza. Proprio in concomitanza della ricorrenza del ventennale, le due città di Gorizia e Nova Gorica saranno, insieme, Capitale Europea della Cultura (Ecoc) 2025 con una ricca serie di eventi e la nascita del nuovo distretto ECOC, che prenderà vita proprio nel tratto di un km tra le due ex dogane. Anziché costruire una nuova "struttura di confine", l'area transfrontaliera tra le due città verrà riqualificata con zone verdi e percorsi ciclopedonali.
Brda Home of Rebula
Immersi tra le colline di Brda (termine che, come l'italiano Collio, significa appunto collina), c'è un territorio ricco di tradizione vinicola. Qui, tra le viti di Sauvignon e Ribolla Gialla, vitigno autoctono che si sviluppa sia sul versante italiano che su quello sloveno, si respira l'essenza di una terra che da secoli produce vini di eccellenza. Il progetto "Brda home of Rebula" unisce i viticoltori di entrambi i lati del confine per promuovere la Ribolla Gialla, simbolo di questa terra baciata dal sole. Le iniziative di promozione prevedono eventi come Cantine aperte o Wine Safari. Tra le cantine più rinomate della zona spicca la Klet Brda Family Winery di Castel Dobra, una realtà che coinvolge 400 famiglie locali nella produzione di milioni di litri di vino all'anno. Qui, la sostenibilità ambientale e sociale è al centro di ogni processo produttivo, garantendo vini di alta qualità che raccontano la storia di questo territorio.
Nova Gorica e i vini della Valle del Vipava
Appena fuori dalla vivace città di Nova Gorica si estende la Valle del Vipava (Vipacco), un paradiso per gli amanti del buon vino. Qui il protagonista indiscusso è lo Zelèn, un bianco autoctono dalle note fruttate che racconta l'anima di questa terra generosa.
L'azienda vinicola Sveti Martin è un punto di riferimento per questi vini che rappresentano i terroir da cui provengono. Nella ricca cantina, oltre allo Zelèn, al Pinela e ai Tresa bianchi e rossi, indiscussi padroni di casa, ottimi Ribolla, Klarnica, Rosé, Barbera, e Merlot. Per conoscere più da vicino la produzione, Winestronaut offre l'opportunità di esplorare i vigneti della Valle del Vipava accompagnati da esperti vignaioli.
Carso, il re è il Terrano
Nella suggestiva regione del Carso, il Terrano o Teran è il re incontrastato, un vino rosso che racchiude l'anima di una terra caratterizzata da condizioni geologiche e mineralogiche molto particolari, con più di 8.000 grotte carsiche, tra cui le più famose di San Canziano e di Postumia. Nelle cantine locali è possibile degustare vini prodotti appunto dall'uva Refosco che assorbe assorbe la mineralità del territorio, acquisendo sentori di ciliegia e note aromatiche che variano di vigneto in vigneto ma anche comprovate proprietà benefiche per la salute.
Istria, andar per Osmizze
Nella penisola d'Istria le osmizze, antiche tradizioni contadine, si mescolano con la bellezza dei vigneti che si affacciano sul mare Adriatico e risentono ancora dei venti di Bora. “Andar per frasche, andar per osmizze” è un modo di dire tipico tanto per i triestini italiani, quanto per gli istriani sloveni. L’etimologia della parola è slava, deriva dal numero otto e indica i giorni in cui ai viticoltori e ai contadini era consentito fin da fine Settecento, per decreto imperiale, mescere le eccedenze di vino dell’anno precedente sotto una frasca. Un percorso fatto di frasche dunque, segnala un’osmizza in corso in un’azienda agricola. Ma oggi, anche fuori dal periodo delle osmizze, sono molte le fattorie e le cantine che aprono le porte su prenotazione e permettono di gustare i loro prodotti a chi le visita, tra ottimi Malvasia, Moscato e Refosco. In zona la Tenuta Brič è un esempio di eccellenza enologica, con cantine moderne e efficienti che producono vini di alta qualità apprezzati in tutto il mondo.