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Hanami, non solo in Giappone: Pimonte celebra la fioritura dei ciliegi con vista sul Vesuvio

Il borgo campano ai piedi dei Monti Lattari organizza una ricca serie di manifestazioni legate alla natura, all’enogastronomia e alle tradizioni culturali, in un’ideale connessione col Sol Levante

di LAURA DE BENEDETTI
28 marzo 2025
L'Hanami a Pimonte, con vista sul golfo di Napoli e sul Vesuvio

L'Hanami a Pimonte, con vista sul golfo di Napoli e sul Vesuvio

L'Hanami non è solo in Giappone. Il borgo di Pimonte, ai piedi dei Monti Lattari, infatti, celebra l’evento dei fiori (hana) da osservare (mi), celebrazione tipica della primavera quando c’è la fioritura dei ciliegi, anche sulle alture della Città metropolitana di Napoli che si affacciano sul Golfo, di fronte al Vesuvio.

Quest’anno l’Hanami di Pimonte, che dà il via ad una ricca serie di manifestazioni legate alla natura, all’enogastronomia e alle tradizioni culturali che si protrarranno fino ad ottobre, avrà luogo il 5-6 aprile e il 13 aprile 2025.

Approfondisci:

In Giappone per l'hanami, lo spettacolo dei ciliegi in fiore

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Pimonte come Kagoshima

A Pimonte i piatti della tradizione nipponica vengono reinventati con le specialità gastronomiche locali
A Pimonte i piatti della tradizione nipponica vengono reinventati con le specialità gastronomiche locali

”Anche noi, come i Giapponesi di Kagoshima, abbiamo un vulcano, il Vesuvio, il mare e i fiori di ciliegio – sottolinea Vincenzo Aiello,  consigliere comunale di Pimonte delegato al Turismo (Pimonte si è ‘presentato’ alla Bit di Milano)  –.  Le ciliege sono un PatProdotto Agroalimentare Tradizionale della Campania e della nostra zona. Insieme al pomodoro cannellino e alla castagna, di cui stiamo seguendo l’iter per il riconoscimento Igp, a cui si aggiungono olio Evo Dop Penisola Sorrentina e diversi vini Doc. Per cui ad inizio aprile, quando si avvicina la fioritura, organizziamo l’Hanami pimontese, con cibo che richiama i menu nipponici ma è preparato con specialità locali. Non mancano esibizioni di sport giapponesi, artisti e spettacoli, banchetti di artigianato del Sol Levante, un'area pic-nic sotto circa 200 ciliegi con veduta su Castellammare di Stabia e il Golfo di Napoli. Quest’anno celebreremo questa festa il 5 e 6 aprile e il 13 aprile 2025”.

La cucina Kaisaki

La cucina giapponese Kaisaki è caratterizzata da un pasto costituito da tante piccole portate e rappresenta la massima espressione della raffinatezza e tecnica della cucina giapponese, tra meticolosità nel reperire materie prime freschissime e precisione nel comporre un quadretto sensuale ed armonioso. A Pimonte il Kaisaki è preparato da Agriturismo La Quiete e Istinto catering dello chef Endoni Di Lieto. Tra le portate il Tonkatsu di provola affumicata, con pesto al finocchietto selvatico, maionese al wasabi e ciliegie; il Tsukume con polpetta di pane, pecorino, borragine e ortiche su aspretto di pomodorino "cannellino di Pimonte"; Bun, lonza di maiale in CBT, yogurt, emulsione di salsa soia e cipolle di Tropea in agrodolce; nocco di patate e castagne dei Monti Lattari ripieno di caciotta di Pimonte, con brodo mentsuyu, erba cipollina e pancetta croccante; Sushi con Rolls di riso, pesce fresco, verdure e salsa di accompagnamento

Tra le ciliegie la Cerasa do’ mostro

Grazie alla tipicità del territorio da secoli si è sviluppata da secoli una cerasicoltura tipica fatta di diversi ecotipi di interesse locale a maturazione scalare. Da menzionare la varietà detta Cerasa do’ mostro, grossa, di forma tondeggiante, di colore rosso scuro, dalla polpa soda e succosa. I frutti maturano tra fine giugno e prima decade di luglio.

Gli altri eventi a Pimonte

Dopo l’Hamani, ad aprile, a giugno l’evento Luce lucelle, con cibo e vino locale nello splendido scenario della Valle lavatoio.  Nei mesi di giugno, luglio e agosto si tiene musica al tramonto sulla croce di Monte Pendolo illuminata di sera. Ad agosto Percorsi di gusto con enogastronomia e folclore coi prodotti tradizionali locali e Stelle al castello presso il Castrum Pini. A settembre le celebrazioni del santo patrono in onore di San Michele ed ad ottobre diverse sagre che celebrano i prodotti locali: il cannellino, olio vino e castagne del Monte faina Monte Faito.

Pimonte, cosa vedere

Pimonte custodisce una storia antica che affonda le radici nell'epoca romana, quando il territorio era abitato da comunità che sfruttavano la fertilità del suolo e la posizione strategica lungo le vie di comunicazione, come testimoniano i resti archeologici. Durante il Medioevo, Pimonte entrò a far parte del Ducato di Amalfi, un periodo turbolento segnato da incursioni e conflitti. A scopo difensivo venne eretto il Castrum di Pino, una maestosa fortificazione posta su un promontorio strategico. Grazie alla sua posizione dominante, le mura possenti permettevano di controllare le coste e le montagne circostanti. Nel XVI secolo, la fortezza cambiò funzione, diventando un luogo di spiritualità abitato da una comunità monastica che arricchì la struttura con spazi dedicati alla preghiera. 

La valle Lavatoio, oasi incontaminata

Il territorio di Pimonte è immerso in una natura rigogliosa, caratterizzata da colline, valloni profondi e terrazzamenti che offrono panorami spettacolari sul Vesuvio e il Golfo di Napoli. Una fitta rete di sentieri attraversa la zona, rendendola una meta ideale per gli escursionisti. Tra i percorsi più affascinanti vi sono quelli che conducono al Castrum di Pino e al Castello di Belvedere, antiche fortificazioni medievali che oggi rappresentano non solo testimonianze storiche, ma anche punti panoramici privilegiati.

Di particolare interesse è la Valle Lavatoio, un angolo incontaminato dove la flora mediterranea si sviluppa in un ecosistema unico. Qui, tra boschi lussureggianti e sorgenti di acqua cristallina, è possibile immergersi nella quiete della natura e ammirare la ricca biodiversità del territorio.

Le tese di Pimonte

Santuario di San Michele, località Porta di Faito a Pimonte
Santuario di San Michele, località Porta di Faito a Pimonte

Il Sentiero 334 del CAI, noto come “Le Tese di Pimonte”, è un affascinante itinerario che collega Quisisana, frazione di Castellammare di Stabia, alla località Porta di Faito, passando per Monte Coppola e l'acquedotto borbonico. Lungo il tragitto, si attraversano paesaggi e punti di interesse storico come la Chiesa della Parrocchia Beata Maria Vergine Immacolata di Tralia e il suggestivo Santuario di San Michele Arcangelo, situato a 1.200 metri di altitudine. Il percorso, lungo 7,1 km e con un dislivello di 1.200 metri, richiede circa quattro ore di cammino e presenta una difficoltà media.

La Croce di Monte Pendolo

La croce di Monte Pendolo a Pimonte con una splendida veduta sul Vesuvio
La croce di Monte Pendolo a Pimonte con una splendida veduta sul Vesuvio

Situata a 618 metri di altitudine, la Croce di Monte Pendolo è un punto di riferimento per la comunità locale. Rinnovata nel 2022 e illuminata di notte, offre una vista panoramica che spazia dal Golfo di Napoli alle isole di Ischia e Procida. Il percorso per raggiungerla, lungo 2,5 km, parte dal centro di Pimonte e attraversa antichi uliveti e boschi, rendendolo accessibile anche ai meno esperti. Ogni estate, nei pressi della croce, si svolge l’evento “Musica al tramonto”, un’occasione per ammirare il panorama ascoltando musica dal vivo.

Il Castello di Belvedere della Repubblica di Amalfi

I resti del castello Belvedere a Pimonte: faceva parte delle torri di avvistamento della Repubblica marinara di Amalfi
I resti del castello Belvedere a Pimonte: faceva parte delle torri di avvistamento della Repubblica marinara di Amalfi

Costruito nel X secolo come parte del sistema difensivo della Repubblica di Amalfi, il Castello di Belvedere sorge su un’altura strategica. La sua architettura, realizzata con pietra calcarea locale e malta mescolata con lapillo vesuviano, mostra la maestria degli antichi costruttori. Le mura, impreziosite da quattro archi acuti, conservano tracce delle influenze architettoniche tra il XIII e il XIV secolo.

Il Castrum di Pimonte: viaggio nel Medioevo

Il Castrum Pini a Pimonte e i prodotti enogastronomici di questa terra ai piedi dei Monti Lattari
Il Castrum Pini a Pimonte e i prodotti enogastronomici di questa terra ai piedi dei Monti Lattari

A 632 metri di altitudine, il Castrum di Pimonte rappresenta un’importante testimonianza della dominazione longobarda. Costruito nel IX secolo, fu un presidio strategico per difendere Napoli e la Costiera Amalfitana dalle incursioni saracene. Il sentiero che conduce alle sue rovine, noto come Sentiero Zappino (CAI 332c), si sviluppa per 5,5 km in un paesaggio ricco di flora mediterranea e scorci panoramici. Le cisterne in pietra e i resti delle mura raccontano un passato di difesa e resistenza.

Pimonte, cosa fare

Nel borgo campano si organizzano 'experience’ che offrono ai turisti la possibilità di conoscere a fondo prodotti come olio Evo, vini, mungitura del latte e produzioni casearie tra cui la mozzarella. Ci sono poi prodotti tipici da gustare e, per ballare, la tipica Tamorra. 

Viaggio tra gli uliveti

L'olio evo è tra i prodotti tipici del territorio di Pimonte
L'olio evo è tra i prodotti tipici del territorio di Pimonte

L’esperienza inizia con una passeggiata tra gli ulivi secolari di Monte Pendolo, un percorso immerso nella natura che conduce fino al frantoio. Qui è possibile assistere all’intero processo di trasformazione delle olive, dalla spremitura a freddo alla decantazione naturale, metodi che preservano le qualità organolettiche dell’olio. Il tour si conclude con una degustazione dell’olio extravergine d’oliva di Pimonte, accompagnato da pane casareccio appena sfornato e prodotti tipici locali.

Alla scoperta dei Vini dei Monti Lattari

Durante il tour tra i terrazzamenti e i vigneti vengono illustrate le fasi della produzione vinicola, dal lavoro in vigna alla vinificazione, fino all’affinamento del vino: Pimonte ha alcuni doc. In particolare le uve destinate alla vinificazione del famoso vino Doc Penisola Sorrentina. La giornata culmina con una degustazione in cantina, un’occasione per assaporare i vini locali abbinati a prodotti tipici della tradizione culinaria di Pimonte, creando un perfetto equilibrio tra gusto, storia e natura.

Milk Experience: tutti a mungere

La "Milk Experience" inizia con la mungitura delle mucche, un’attività autentica che avvicina alla vita contadina e alle radici agricole del territorio. Il percorso continua con la trasformazione del latte in formaggi freschi e stagionati, tra cui mozzarella, provola e ricotta. I partecipanti hanno l’opportunità di osservare e partecipare a ogni fase della lavorazione, dalla coagulazione del latte alla filatura della mozzarella, per poi concludere con una degustazione di prodotti caseari tra cui la provola di Don Vincenzo e la caciotta dei Monti Lattari.

Pimonte, cosa gustare

Tra le eccellenze riconosciute a livello regionale spicca il pomodoro cannellino, inserito nel registro dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) nel 2024. La sua dolcezza e la consistenza succosa lo rendono un ingrediente essenziale della cucina locale, perfetto per esaltare i piatti della tradizione contadina.

Un altro prodotto simbolo del territorio è la castagna del Monte Faito, apprezzata per il suo sapore intenso e per il ruolo che svolge nell’economia locale. La raccolta avviene con metodi tradizionali e le castagne vengono utilizzate in numerose preparazioni, dalle zuppe ai dolci tipici dell’autunno. 

La Tammorra pimontese, ritmo della tradizione

La Tamorra pimontese, ballo tipico di questo comune ai piedi dei Monti Lattari che fa parte della città metropolitana di Napoli
La Tamorra pimontese, ballo tipico di questo comune ai piedi dei Monti Lattari che fa parte della città metropolitana di Napoli

La tammorra non è solo uno strumento musicale, ma il simbolo di una tradizione culturale che ancora oggi anima le piazze e le feste popolari di Pimonte. Questo antico ballo collettivo, accompagnato dal suono profondo della tammorra, rappresenta un legame indissolubile con le radici storiche della comunità. Le origini della tammorra risalgono a tempi lontani, quando le celebrazioni religiose e i momenti di festa erano scanditi dal ritmo dei tamburi. Oggi questa espressione folkloristica è stata riconosciuta come patrimonio immateriale della Regione Campania nel 2023, un riconoscimento che ha contribuito a valorizzarla e a preservarla. Grazie all’impegno di studiosi, musicisti e antropologi, la tammorra continua a essere trasmessa alle nuove generazioni, mantenendo vivo un pezzo fondamentale dell’identità culturale di Pimonte.