Cinque cose da fare e da vedere a Firenze in primavera

Dai luoghi più noti, legati alla vita e all’opera di Dante Alighieri, a quelli meno conosciuti, come la Basilica di Santo Spirito, passando per eleganti palazzi e giardini maestosi

di GLORIA CIABATTONI
9 maggio 2024

Panorama di Firenze da Villa Bardini

Firenze non ha certo bisogno di presentazioni per il turista che affolla Piazza del Duomo, Piazza della Signoria e tutti i luoghi iconici della Città del Giglio. Ma per chi cerca qualcosa di più esclusivo e autentico, in città ma fuori dalla ressa, ecco 5 cose da fare e da vedere in primavera, per lasciare poi il capoluogo toscano... con una gran voglia di ritornare.

Dormire in Paradiso o all’Inferno?

Notti in un’atmosfera soft paradisiaca o fra infernali tonalità di fuoco (in compagnia del Topotto)? Si può scegliere al 25hours Hotel Piazza San Paolino, un complesso alberghiero di tre proprietà su 10, 750 mq, con 170 camere nel cuore di Firenze, a due passi da Santa Maria Novella da una parte e dall’altra dai Lungarni. La struttura, progettata dall’interior designer Paola Navone e dal suo team,) è ispirata alla Divina Commedia di Dante, in un gioco elegante e divertente che inizia nei corridoi, con le pareti decorate dalle illustrazioni dell’artista americanon Seymour Chwast e la voce di Benigni che recita la “Commedia”.

Ingresso della camera Paradiso all'Hotel 25 hours
Ingresso della camera Paradiso all'Hotel 25 hours

E poi ci sono le camere ciascuna dedicata a un personaggio dantesco, stanze chiare se del Paradiso, rosse se dell’Inferno, e tutte con elementi di scritture e oggetti ironici, divertenti. Sui letti troviamo un grosso “topo” di peluche che, progettato dallo Studio Otto, si chiama Topotto, e lo ritroviamo anche nella hall, ironico filo conduttore di un percorso fra Inferno e Paradiso dove le distanze si annullano a tavola.

Il Ristorante San Paolino, in un rigoglioso giardino coperto (nello storico edificio che fu della Banca d’Italia) propone dalla classica “fiorentina” a piatti locali e internazionali, con prodotti tipici e stagionali. Il Companion Bar propone, dall’aperitivo fino a notte, i classici cocktails bitter-sweet, con un’ampia selezione di Bitters, Distillati o Vermouth, senza dimenticare il Negroni, il drink nato a Firenze.

Bottega di alimentari 25 hours
Bottega di alimentari 25 hours

Poi c’è la Bottega di Alimentari e Forno, dove acquistare prodotti locali, ma soprattutto sedere ai tavolini sulla piazzetta per gustare piatti freddi: panini, pizzette, porchetta, insalate di pasta o di verdure, il tutto in una location privilegiata perché tranquilla anche se a due passi dal centro. Fiore all’occhiello dell’hotel è l’area benessere, dalla sauna Finlandese all’area fitness di 70 mq su due piani: si va da yoga a Pilates, alla sala con attrezzature Technogym per l'allenamento cardio e di forza. Infine, per chi ama le “chicche” cinematografiche, il Cinema Paradiso propone regolari cicli di proiezioni cult. L’albergo ben si presta per festeggiare eventi, aziendali e privati, come nella Casetta del Giardino, un loft con piscina, cucina ecc. ideale per cene e feste.

Sulle tracce di Dante

Dopo un soggiorno fra Inferno e Paradiso è quasi d’obbligo inoltrarsi nel “Quartiere Dantesco”, quei luoghi fra piazza della Signoria, la Chiesa di Orsanmichele e la Badia Fiorentina dove l’Alighieri visse dalla nascita (1265) all’esilio (1302).

Visita non scontata quanto sembrerebbe: ad esempio quanti non fiorentini conoscono il “Sasso di Dante”? Eppure è lì, dietro al Duomo, un po’ defilato contro un muro: è la pietra sulla quale sedeva il sommo poeta a osservare i lavori del Duomo (un antesignano degli umarèll che sostano davanti ai cantieri?). Una storia racconta che un conoscente di passaggio gli chiese quale fosse il suo cibo preferito e lui rispose “l’uovo”. Passò un anno, Dante era ancora lì seduto e ripassò quel conoscente che domandò “Con cosa?” e lui “Con il sale”. Una storiella forse inventata ma che vuole sottolineare l’ottima memoria di Dante.

Il sasso di Dante, dove si dice che il sommo Poeta sedesse in osservazione
Il sasso di Dante, dove si dice che il sommo Poeta sedesse in osservazione

Sulle cui tracce si può andare seguendo le “pietre parlanti”, le epigrafi che sui muri fiorentini ricordano i luoghi danteschi o da lui citati nella Divina Commedia. È un percorso che ci porta dalla presunta casa natale del Poeta (oggi museo) alla Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi dove avvenne il primo incontro con Beatrice: qui la giovane sarebbe sepolta e molti innamorati oggi lasciano dei bigliettini in un cestino (anche se secondo molti studiosi riposerebbe in Santa Croce nella tomba di famiglia del marito).

Una curiosità da vedere: il profilo del Poeta scolpito sul pavimento della piazzetta della Chiesa. Dante disse di essere nato all’ombra della Badia Fiorentina, e vicina c’era la chiesa di San Martino luogo delle nozze dell’Alighieri con Gemma Donati, anche se secondo un’altra versione si sposarono in Santa Maria dei Cerchi. Nella vicina via del Corso, al n.6, sorge Palazzo Portinari Salviati dove Beatrice visse la sua infanzia. Tappa suggestiva, nella Sala dei Priori di Palazzo Vecchio troviamo la maschera di gesso dell’Alighieri diventata famosa per il film di Dan Brown.

Per concludere un percorso dantesco bisogna recarsi in quella meraviglia che è la Basilica di Santa Croce, dove sul sagrato troviamo il monumento di Dante di Enrico Pazzi lì collocato per le celebrazioni dantesche del 1865, e dentro la chiesa c’è il cenotafio di Dante di Stefano Ricci del 1829.

Scuola di restauro allo Studiolo Ponzani

Lo Studiolo Ponzani
Lo Studiolo Ponzani

Dal 25hours Hotel attraversando Ponte alla Carraia si arriva Oltrarno, nella Firenze più autentica, nel cuore di San Frediano. Qui in via Santo Spirito, 27 troviamo Lo Studiolo di Ponziani, il laboratorio dove fin dall’800 la famiglia Ponziani si occupa di restauro artigianale di mobili e dipinti. Citato dalle più prestigiose riviste internazionali, il locale ancora oggi è uno scrigno di antichi segreti di lavorazioni, che si possono apprendere anche con corsi di decorazione, restauro, riproduzione di mobili antichi e arredi di pregio che vengono organizzati a richiesta.

Già nell’ ‘800 i Ponziani sono citati come esperti nell’arte della doratura (che oggi viene insegnata con l’utilizzo di materie prime di un tempo, come le colle): nasce così la ditta Ponziani, al piano terra di un edificio del 1500, Palazzo Graziosi. La storia e l’arte si respirano anche all’esterno, nell’esclusivo giardino dello Studiolo, che lo rende un luogo unico a Firenze per organizzare un evento: oltre 200 mq di spazio, con siepi, aiuole e limoni che trasformano il giardino in una location splendida (www.ponzianilostudiolo.com).

Giardino da Ponzani
Giardino da Ponzani

Siamo nella Firenze più autentica e popolare dove anche il cibo rispecchia la tradizione. Gurdulù, (via delle Caldaie 12R, www.gurdulu.com) è una gustosa gastronomia anche da asporto e un ottimo ristorante, con una gradevole corte esterna. I piatti sono principalmente della tradizione fiorentina: trippa, lampredotto, porchetta, paste fresche, ottimi antipasti di verdure, panificati artigianali. Uno dei segreti di queste cose buonissime è che dalla Fattoria Le Sodera, a Impruneta, del padre dello chef di Gurdulù, arriva gran parte delle materie prime, dal pollame alla carne suina, dalle primizie dell’orto all’olio, e la qualità si sente davvero.

Basilica di Santo Spirito, la “rinascita” del Foschi

L'interno della Basilica di Santo Spirito
L'interno della Basilica di Santo Spirito

Restiamo Oltrarno per scoprire quello scrigno di opere d’arte che è la Basilica di Santo Spirito, retta dai frati Agostiniani, forse non abbastanza conosciuta da chi non è fiorentino. Ed è un peccato: progettata da Filippo Brunelleschi – iniziata nel 1444 fu l’ultima grande opera del maestro – conserva un crocifisso ligneo scolpito da un Michelangelo diciottenne nel 1493, come ringraziamento per il Priore che lo ospitò e gli permise di studiare anatomia sui cadaveri provenienti dall'ospedale del complesso.

L’edificio è luminoso, elegante, e ha ben 40 altari arricchiti da numerosi tesori e opere d'arte. Tra queste spicca la pala de La Trasfigurazione di Pier Francesco Foschi, della quale si è parlato molto in occasione del recentissimo restauro avvenuto in loco, e ora l’opera è stata ricollocata nella cappella Capponi d’Altopascio. Il restauro è stato realizzato grazie alla mostra Pier Francesco (1502- 1567) Pittore Fiorentino alla Galleria dell’Accademia di Firenze e terminata il 14 aprile.

Fiera artigianale davanti alla Chiesa di Santo Spirito
Fiera artigianale davanti alla Chiesa di Santo Spirito

Davanti all’elegante e sobria facciata di Santo Spirito si svolge una vita attiva e popolare, specchio di un quartiere genuino, con le bancarelle dei prodotti della Fierucolina ogni terza domenica del mese. E ogni seconda domenica del mese quelle di piccolo antiquariato, artigianato, prodotti alimentari bio, piante e fiori animano fino a sera questo spazio dove i fiorentini si ritrovano e si mescolano ai turisti a caccia souvenir di buon gusto e artigianali.

Boboli e il giardino segreto delle camelie

Restiamo Oltrarno ma in tutt’altra atmosfera, quella a dir poco magica del Giardino di Boboli, talmente grande coi suoi 45mila mq che per quanto ci siano turisti si trova sempre un posticino per goderci questo paradiso e quello di Villa Bardini (con un unico biglietto). Si accede ai Giardini da quattro ingressi: dal cortile degli Ammannati di Palazzo Pitti, da via Romana (detto ingresso di Annalena), dal Forte Belvedere, dal Piazzale di Porta Romana.

I giardini derivano dagli orti della famiglia Borgolo, dietro Santa Felicita in Oltrarno, che furono acquistati nel 1418 da Luca Pitti (committente dell’omonimo palazzo), la cui proprietà nel 1549 passò a Eleonora da Toledo, moglie di Cosimo de Medici, che affidò il compito di ristrutturare il giardino all'architetto Niccolò Tribolo. Medici, Asburgo-Lorena, Savoia nel corso dei secoli portarono i giardini di Boboli all’attuale splendore.

Tunnel di glicini a Villa Bardini al Giardino di Boboli
Tunnel di glicini a Villa Bardini al Giardino di Boboli

Entrati, è impossibile non perdersi fra boschi e sentieri, statue e fontane, grotte, viali, palazzine, laghetti, edificati nel corso di quattro secoli. Da vedere la Limonaia che può custodire 500 vasi, la famosissima grotta del Buontalenti, le fontane del Nettuno e dell’Oceano, il padiglione del Kaffeehaus del ‘700. Un percorso reso ancor più affascinante se fatto con una guida ambientale, che racconta la storia delle piante e la simbologia dei percorsi che portano in su verso Forte Belvedere, la via dritta e irta per i più valorosi, quella secondaria per i tranquilli, poi per gli indecisi vicoli e viali come quello dei lecci (c’è una pianta di 400 anni) che forma un arco un po’ cupo. Insomma anche i sentieri sono una simbologia dei percorsi della vita.

Altro simbolo, quello dell’amore, è nel giardino segreto, quello delle camelie, tra l’ala Sud di Palazzo Pitti e il bastione della Meridiana, sorto per mettere in comunicazione gli appartamenti del principe Mattias de’Medici con il Giardino di Boboli. È una sorta di viale lungo e stretto fiancheggiato dalle camelie tanto amate dal Cardinale Giovan Carlo, fratello del principe Mattias, ed è una piccola oasi di grande fascino, visitabile solo in certi orari. Giunti in cima a Boboli, presso il Forte Belvedere, troviamo l’ingresso (Costa San Giorgio 2) di Villa Bardini, il cui famoso giardino ha alcune attrazioni uniche, come la scalinata barocca, le terrazze con vista sulla città, e soprattutto il pergolato del glicine, lungo 70 metri e largo 4,6, che fra aprile e maggio fiorisce e crea un passaggio suggestivo e fotografatissimo.

È un vero peccato lasciare parchi e giardini in questa primavera fiorentina, ma si può prolungare questo piacere cenando in una serra!

Serre Torrigiani
Serre Torrigiani

Restando Oltrarno, in via Gusciana 21, zona Santo Spirito, le Serre Torrigiani nell’omonimo giardino all’italiana sono davvero speciali. La Serra Storica di oltre 200 mq custodisce piante rare nei loro antichi vasi in terracotta e una fontana dell’800; la Serra Grande di 530 mq, della seconda metà del ‘900, lunga oltre 60 m., permette l’organizzazione di eventi di vario genere; la serra alta di oltre 350 mq ospita le piante più grandi ed è ideale per i momenti più spensierati ed informali. Cenare al Bistrot tra le piante è una gran bella esperienza, il menù è genuino e raffinato, l’atmosfera rallegrata dalla musica. Un bel modo per salutare Firenze non da turisti ma da amici che torneranno.