Un giro ai Colli Euganei: dalle terme di Montegrotto alla Casa di Petrarca

Nella zona sorgono resti di strutture storiche considerate sacre e scorrono le acque dalle proprietà terapeutiche. E per chi vuole saziare il palato… non c’è solo un brodo di giuggiole

di GLORIA CIABATTONI
30 aprile 2024
La casa di Petrarca a Arquà

La casa di Petrarca a Arquà

Nel cuore del Veneto, a pochi chilometri a sud da Padova, sorge quella meraviglia della natura che sono i Colli Euganei, circa cento rilievi alti al massimo 600 metri, dalla grande biodiversità botanica e faunistica salvaguardata dal 1989 con il primo Parco Regionale del Veneto.

Ma i Colli Euganei sono famosi in Italia e all’estero soprattutto per le terme: fin dall’antichità sono note le proprietà delle acque salso-bromo-iodiche che arrivano dai Monti Lessini nelle Prealpi, defluiscono nel sottosuolo fino a 3000 metri, dove si arricchiscono di preziosi sali minerali. Risalgono in superficie dopo un tragitto di circa 80 chilometri, hanno una temperatura che sfiora i 90 gradi, e sono pronte, debitamente raffreddate, per riempire le piscine dei numerosi stabilimenti della zona, e per diventare ingrediente fondamentale dei famosi fanghi. Le capacità di queste acque hanno precedenti antichi: nel centro di Montegrotto Terme, seminascoste e non adeguatamente promosse, troviamo i resti delle Terme Romane (I e II sec. d.C), con i resti di tre grandi piscine e di altri edifici compreso un piccolo teatro.

Terme Preistoriche

Le terme di epoca romana a Montegrotto
Le terme di epoca romana a Montegrotto

Ma le vestigia del passato che provano come questo luogo sia stato considerato sacro, per le sue acque dalle proprietà terapeutiche, fin da tempi remoti non si limitano alle Terme Romane.

È interessante e curiosa la storia dell’Hotel Terme Preistoriche, uno dei più antichi e belli di Montegrotto, che sorge in un luogo dove già nella metà dell’800 vennero rinvenuti oggetti di culto – oggi conservati in diversi musei – e testimonianze di un santuario vicino a un laghetto oggi scomparso, frequentato fra il VII e il III secolo a.C.

Ai primi del ‘900 furono rinvenuti altri numerosissimi reperti, fra i quali statuette di uomini e cavalli, e nel 1954 posando una magnolia si ritrovarono vasi in quantità. “Così mio nonno, quando fece edificare l’albergo, lo chiamò Terme Preistoriche, forse con poca dimestichezza storica ma impressionato dall’antichità di questo culto delle acque” racconta Angela, nipote di Agostino Braggion, fondatore anche, all’inizio del ‘900 insieme a Emilio Friso, del Comune di Montegrotto Terme. 

L’albergo divenne luogo di cura, per le acque e per i fanghi che, cosa curiosa, venivano applicati anche ai cavalli! Il che la dice lunga sulla fiducia che la gente del posto ha sempre avuto su questi rimedi. L’Hotel Terme Preistoriche divenne elegante e alla moda, famoso per le cure termali ma anche per le serate danzanti e i concerti nella veranda della struttura. Trasformato in ospedale militare durante la Seconda guerra mondiale, venne poi ristrutturato ed oggi conserva il fascino di un tempo, ma coi comfort più moderni.

Un eco lodge alle terme preistoriche
Un eco lodge alle terme preistoriche

In particolare i Green Lodge rappresentano il concetto di wellbeing a tutto tondo, un progetto innovativo di sette suite indipendenti ed una villa, in materiali ecocompatibili, che grazie all’utilizzo dell’energia geotermica delle acque termali, hanno emissioni di CO2 pari a zero. Le terme vantano 22.000mq di parco, 780m di piscine termali, 56 idromassaggi, 7 lettini idromassaggio, 2 piscine termali coperte, 3 piscine termali scoperte, 2 percorsi kneipp, un centro benessere con sauna, bagno turco e palestra attrezzata per il Crossfit, un campo da tennis e due ristoranti. Fiore all’occhiello è la fangoterapia, dalle proprietà antinfiammatorie riconosciute da un brevetto europeo che lo ha promosso a farmaco naturale. I fanghi curativi sono impiegati anche per i trattamenti estetici della modernissima NERÓ SPA con saune, hammam e altre postazioni, compresa un’esposizione di opere d’arte.

Catajo, il castello del capitano di ventura

Castello del Catajo
Castello del Catajo

Oltre al relax e alle cure termali, un soggiorno a Montegrotto Terme offre molte opportunità interessanti: i più dinamici possono cimentarsi pedalando per 63 km lungo l’Anello ciclabile dei Colli Euganei, che attraversa le città murate di Este e Monselice, Abano e Montegrotto, il borgo di Battaglia Terme, sfiora l’abbazia di Praglia e numerose ville venete. Tra i gioielli architettonici nei dintorni, a soli 8 chilometri da Montegrotto, troviamo il Castello del Catajo, più reggia che maniero, con il parco, il lago, la peschiera, voluto nel 1530 da Pio Enea I degli di Obizzi per avere un buen retiro di villeggiatura dove invitare e stupire illustri ospiti (qui soggiornarono l’Ariosto e il Tasso).

Fontana nel Castello del Catajo
Fontana nel Castello del Catajo

Il padrone di casa, capitano di ventura fra i maggiori dell’epoca, ma anche amante delle arti, fece decorare le sale da Gian Battista Zelotti, discepolo di Paolo Veronese, per celebrare le gesta della famiglia. L’edificio passò poi agli Asburgo Este e agli Asburgo Austria, che lo spogliarono di tutto ciò che poteva essere asportato e oggi è proprietà di un gruppo imprenditoriale veneto che lo sta riportando agli antichi splendori, compreso il circostante grande parco con la peschiera. Una curiosità: il nome deriva da “ca sul Taio”, casa sul canale Taglio, ma c’è anche un’altra versione. Nel cortile principale c’è una statua di Bacco che cavalca un animale sconosciuto all’epoca: un elefante. Che si diceva venisse dalla Cina, ovvero dal Catai, e da qui Catajo.

Arquà Petrarca: il poeta e la gatta

La tomba del poeta Petrarca
La tomba del poeta Petrarca

Ancora una meta vicina e imperdibile: a 16 chilometri da Montegrotto Arquà Petrarca è un piccolo borgo gioiello, dove Francesco Petrarca visse gli ultimi anni della sua vita, dal 1369 al 1374, in una casa bella ma non pretenziosa, contornata da un rigoglioso giardino che il poeta amava moltissimo. L’edificio era della fine del Duecento, gli fu donato da Francesco il Vecchio da Carrara e il poeta fece qualche modifica per renderlo più consono alle sue esigenze. Lo lasciò poi in eredità al genero Francescuolo da Brossura, poi passò alla famiglia Giustinian ed altre famiglie veneziane, infine il Cardinale Silvestri la donò al Comune di Padova nel 1875.

La casa, nei secoli, subì numerosi rimaneggiamenti, fu sempre meta di pellegrinaggi da parte degli estimatori del poeta, e anche oggi non mancano certo i visitatori, incantati dalle sale affrescate, dai fiori del giardino, dal panorama sulla vallata sottostante.

Le sale affrescate all'interno della casa
Le sale affrescate all'interno della casa

Le stanze sono spoglie, del poeta restano un piccolo mobile e uno scranno dove era solito sedere a lungo. C’è anche una curiosa presenza in una teca: una gatta imbalsamata. Il Petrarca infatti si affezionò moltissimo ad una gattina che gli era entrata in casa, e che visse con lui cacciando i topi che avrebbero potuto insidiare i preziosi libri. Lasciò scritto di imbalsamare la gatta quando sarebbe morta, e chiese a Boccaccio per lei un epitaffio. Nulla di ciò avvenne, ma uno dei proprietari della casa alla fine del ‘500 si ricordò della storia, mise nella teca un gatto imbalsamato, con tanto di iscrizione in latino, pensando così di fare un omaggio postumo al Poeta. Che riposa in una grande tomba di fronte alla chiesa di Santa Maria Assunta.

In brodo di giuggiole

Le giuggiole sono un frutto tipico della zona
Le giuggiole sono un frutto tipico della zona

Di fronte alla casa del Petrarca, l’Enoteca da Loris è un negozio che vende prodotti alimentari tipici, dove spiccano le giuggiole: marmellata, la grappa, il liquore, il famoso brodo di giuggiole. Le giuggiole infatti sono il vanto della zona, famosa un tempo per la produzione di questo piccolo frutto del quale c’era un fiorente mercato. Poi il mercato finì e gli alberi di giuggiole furono estirpati per lasciare il posto agli ulivi. Ma negli anni ’50 Bepi Scarpon, soprannome di Giuseppe Callegaro, ne recuperò molti e oggi l’Azienda agricola Scarpon, nata negli anni 90 ad opera del figlio di Bepi, Giancarlo, e si specializza in confetture. Tra il 2005 e il 2007 Giancarlo e suo figlio Alessandro perfezionano un liquore che veniva fatto dalla gente del posto in maniera casalinga, un’infusione di giuggiole, mele cotogne, melograno, uva: il Brodo di Giuggiole.

Fantasia in cucina

Incàlmo, riso alla maggiorana peperone e aglio fermentato
Incàlmo, riso alla maggiorana peperone e aglio fermentato

A Este (Pd) Incàlmo, locale citato dalla Guida Michelin, è la realizzazione del sogno di un team di giovani. Due chef bellunesi, Francesco Massenz e Leonardo Zanon, insieme a Michele Carretta e Ricardo Scacchetti – un milanese e un italo-brasiliano, che si sono conosciuti a Londra – formano una squadra giovane e ricca di inventiva. Non a caso Incàlmo in dialetto Veneto significa innesto, e qui si innestano tradizioni e nuove idee, che danno origine a percorsi di gusto unici. Le portate principali sono inframmezzate da piccoli bocconcini, concentrati di sapori. Anche pane e grissini fatti in casa e accompagnati da morbido burro sono una tentazione, e se il pane è troppo lo si può portare a casa in una simpatica bag. Il locale è elegante, l'atmosfera raffinata, e il percorso della cena è un tuffo in genuini rivisitati dall'estro degli chef. Incàlmo è attaccato all'albergo Beatrice, costruito dal bisnonno di Michele, che ha un'atmosfera molto gradevole anni '50-'60.

Fior d’Arancio in cantina

La cantina dell'azienda Cà Lustra
La cantina dell'azienda Cà Lustra

A Faedo di Cinto Euganeo l’azienda Cà Lustra Zanovello produce vini da 45 anni, sulle pendici meridionali del Monte Venda, il più alto dei Colli Euganei, dove inizia e si apre la valle di Faedo. Nei 25 ettari di vigneti si producono vini biologici bianchi e rossi corposi e longevi. I Colli Euganei sono una terra vocata ai Moscati e Cà Lustra produce anche il Fior d’Arancio Docg in versione spumante dolce o passito. In azienda si possono anche fare diversi tipi di degustazioni, e portare a casa un ricordo in bottiglia di queste terre, che spaziano dalle acque al vino, dalla bellezza al benessere, per regalarci momenti di prezioso relax.