Caldarola, il borgo dei tre castelli sospesi sul lago
Adagiato sulle morbide colline dell’entroterra marchigiano, questo paesino medievale si distingue per l’incantevole paesaggio e il pregio architettonico dei numerosi edifici che ne caratterizzano le frazioni
Adagiato tra le morbide colline dell’entroterra marchigiano, il comune di Caldarola ci appare come un affascinante baluardo di storia e bellezza naturalistica. Situato in provincia di Macerata, si distingue per il suo incantevole paesaggio e il pregio architettonico tanto del paese principale quanto delle sue frazioni, piccoli gioielli che arricchiscono il territorio con tradizioni, leggende e itinerari insoliti.
Caldarola annovera infatti nella sua area geografica Pievefavera, Valcimarra, Vestignano, Bistocco e Croce. L’estetica di questa zona a ridosso dell’Appennino centrale è scandita da colline verdi, boschi che cambiano colore al mutare delle stagioni e una rete di sentieri che serpeggiano attraverso la natura. Il centro abitato è noto per la sua grazia ed eleganza, riferita sia ad edifici civili che religiosi risalenti a diverse epoche, a testimonianza di una storia antica ricca di significati. Purtroppo il paese è stato uno dei più colpiti dal terremoto, ma beneficia dei finanziamenti del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli e alcuni lavori stanno già per essere ultimati. In particolare, è stato riaperto il teatro di Caldarola, in uno stile ottocentesco e dai colori caldi, dove attualmente si tiene una delle stagioni di prosa e di spettacolo dialettale tra le più frequentate della zona.
Il nome così particolare del borgo deriva probabilmente dal latino ‘calidarium’, ovvero una vasca di acqua calda in genere presente nelle terme. La tradizione locale fa risalire le sue origini al IV secolo d.C., quando uno sparuto gruppo di cristiani in fuga dalle persecuzioni giunse su quello che allora veniva chiamato ‘colle del cuculo’ (Colcù) e vi costruì un primitivo nucleo abitativo. Stando tuttavia agli studi, sembra più plausibile che Caldarola nacque come villaggio rurale, forse ai piedi di una torre di difesa longobarda o bizantina attorno al IX-X secolo, ingrandendo poi le sue dimensioni in epoca medievale. Il suo sviluppo si lega indissolubilmente alla potente famiglia Pallotta, che segnò il destino di questo territorio soprattutto tra il XVI e il XVII secolo: i Pallotta, con il loro carisma e il profondo legame con la Chiesa, diedero avvio a importanti opere architettoniche, tra cui il maestoso Castello Pallotta, anch’esso in corso di restauro e in attesa di essere riaperto a breve.
Dal momento che – seppure sia temporaneamente chiuso – il castello è divenuto negli anni il simbolo indiscusso di Caldarola, vale la pena spendere qualche parola al riguardo. Collocato sulla zona alta del borgo, da cui domina l’intera valle, sembra sia nato come fortilizio medievale, per poi essere trasformato nel Cinquecento in residenza nobiliare dal cardinale Evangelista Pallotta, il quale lo arricchì di dettagli rinascimentali. La grande dimora è celebre per le sue stanze arredate con mobili pregiati, le scuderie, la sala delle armi e la cappella privata, che rappresentano una perfetta sintesi del lusso e della raffinatezza del tempo; tuttavia, la sua fama è giunta oltre confine anche grazie alle molte leggende che lo circondano, a cominciare dal fantasma inquieto di Maddalena Pallotta. Passeggiando tra le sue mura, si percepisce l’atmosfera degli antichi fasti, pertanto si attende con impazienza la riapertura di questa dimora straordinaria che racchiude storie di nobiltà e splendore. Nel frattempo, lo si può ammirare da fuori, per poi proseguire nella via che gli passa accanto e raggiungere, più in alto, il Monastero delle Canonichesse Regolari Lateranensi e un parco cittadino, con la statua del beato Francesco Piani.
Allontanandosi dal centro storico, suggeriamo una passeggiata autunnale da una frazione all’altra di Caldarola, in modo tale da godere di scorci unici e ogni volta diversi sul lago di Caccamo. Il piccolo borgo di Vestignano è arroccato su una collina che offre vedute sublimi sulla valle sottostante. Di origine medievale, Vestignano conserva ancora oggi un’atmosfera autentica, grazie alle sue stradine strette e alle case in pietra e mattoni (alcune delle quali inabitate a causa del sisma): qui tutto racconta di un luogo vissuto in silenzio e in armonia con la natura. Chi si avventura fino a qua è ripagato da un panorama che spazia sulle colline marchigiane, punteggiate di cipressi e campi coltivati. Tra gli edifici di interesse segnaliamo la Chiesa dedicata ai Santi Gregorio e Martino – al momento inagibile sempre a causa del terremoto –, in cui si trovano importanti opere d’arte, anche a firma di De Magistris.
C’è un fatto storico particolarmente importante legato al borgo di Vestignano e riguarda un gruppo di giovani partigiani. La mattina del 22 marzo, in fuga dai nazifascisti, si erano nascosti in un casolare tre giovani: Mario Ramundo, Guidobaldo Orizi e Lauro Cappellacci. Traditi dalle orme lasciate sulla neve furono lì trucidati, mentre oltrepassando il paese si incontra un altro monumento in memoria del quarto ragazzo ucciso quel giorno: Nicola Peramezza.
Poco lontano c'è la frazione di Croce, nel contesto di un territorio ricco di uliveti, dove è presente soprattutto la rara varietà Coroncina e quella di Oliva grossa, localmente detta Oliva grossa di Croce. Come gli altri castelli compresi nell’area comunale che si affacciano sul Lago di Caccamo, Croce vide la sua origine in epoca medievale. Fece parte del sistema di difesa del Ducato dei Da Varano, ma della vecchia fortezza rimane oggi solo la torre poligonale, divenuta campanile della chiesa parrocchiale; qui sono conservate opere pittoriche di Nobile da Lucca e dei De Magistris. Il borgo più abitato e ampio dei tre è però Pievefavera, probabilmente la frazione più suggestiva del comune di Caldarola. Nota per la sua antica pieve, un tempo luogo di culto e di ritrovo per i pellegrini, Pievefavera sorge su un’altura che domina il territorio circostante. La Chiesa di Santa Maria Assunta, un bell’esempio di architettura romanica con un soffitto affrescato di azzurro e una meravigliosa pala d’altare, è il fulcro dell’antico castello, silenziosa custode di pregevoli opere d’arte. La storia di Pievefavera, così come quella di Caldarola e del territorio in questione, è anche indissolubilmente legata alla spiritualità: camminando per queste vie è infatti possibile respirare un’atmosfera mistica, che parla di epoche lontane e di un passato segnato da fede e devozione. Da qui passa il Cammino Francescano della Marca, che ha origine ad Assisi e giunge sino al capoluogo di Ascoli Piceno.
L’elemento naturalistico che caratterizza l’intera area è però il lago di Caccamo, una delle attrazioni più affascinanti e conosciute della zona. Nato come bacino artificiale sul fiume Chienti, il lago è oggi un’oasi di pace e un rifugio per numerose specie di uccelli; lungo le sue sponde si snodano sentieri che permettono di esplorare il territorio circostante, regalando graziose vedute. Un elemento di particolare interesse è costituito dall’Antiquarium, realizzato a metà degli anni novanta all’interno del torrione sud-est del castello di Pievefavera, ma oggi in fase di riallestimento proprio sulle sponde del lago, in coincidenza di un’antica area archeologica. Esso permette di ammirare importanti reperti del posto, che testimoniano la presenza umana sin dalla media età repubblicana fino all’età imperiale romana.
Il lago di Caccamo è incorniciato da fitti boschi di querce e faggi, che in autunno si tingono di colori caldi, regalando agli amanti della natura uno spettacolo di foliage indimenticabile. La vegetazione è composta da una varietà di essenze tipiche della macchia mediterranea, come il leccio e il corbezzolo, che si mescolano armoniosamente alle specie boschive di alta quota. Siamo quindi nel luogo ideale per chi cerca il contatto con la natura, tra il profumo del muschio, il cinguettio degli uccelli e il suono leggero del vento che scompiglia le foglie. Da ricordare tra gli eventi dell’inverno la Via Dei Presepi da Pievefavera a Montalto di Cessapalombo, realizzati nelle chiese dei borghi più pittoreschi con spettacoli di zampognari e altri intrattenimenti.
Caldarola e le sue frazioni rappresentano un patrimonio inestimabile, una terra in cui la storia e la natura si fondono in un racconto antico e affascinante, in attesa di rinascere grazie ai lavori di ricostruzione attualmente in corso. Dal Castello Pallotta al lago di Caccamo, questo territorio offre un’esperienza autentica, dove ogni elemento è un invito alla scoperta e alla meraviglia.