Biblioteca Capitolare: a Verona c'è la più antica biblioteca al mondo, dove studiarono Dante e Petrarca
Situata nel cuore della città veneta, custodisce una collezione di oltre 1.200 manoscritti, quasi 100.000 volumi a stampa e 70.000 testi moderni e contemporanei. Come organizzare la visita
Custodisce una collezione di oltre 1.200 manoscritti, tra cui opere uniche al mondo, testi religiosi e laici, un archivio di codici, pergamene, diplomi, opere iconografiche, quasi 100.000 volumi a stampa tra cui antichi 245 incunaboli, 70.000 testi moderni e contemporanei. Qui studiarono il figlio di Carlo Magno, Pipino, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Barthold Georg Niebuhr e molti altri.
E' la Biblioteca Capitolare di Verona, la più antica biblioteca al mondo ancora in attività. Situata nel cuore della città, tra Ponte Pietra e la riva destra dell'Adige è un luogo poco conosciuto, ma nella visita alla città di Romeo e Giulietta merita una tappa. A pochi passi dalla piazza del Duomo, nella zona detta Canoninato, la biblioteca capitolare sorge sui resti delle basiliche paleocristiane risalenti al IV e V secolo e ancora oggi si possono ammirare una parte degli antichi pavimenti con raffinati mosaici. Visitare la biblioteca è come fare un viaggio nella storia tra libri di teologia, diritto, poesia, filosofia, astronomia, medicina, botanica, storia e altre scienze.
Quello che c'è fuori ci prepara alla meraviglia dei testi custoditi. La visita inizia proprio da qui, dal chiostro, dove anticamente c'erano la scuola per la formazione dei sacerdoti e lo Scriptorium dedicato alla produzione dei manoscritti, documentato con certezza a partire dall’anno 517 grazie. Libro dopo libro è proprio all'interno dello Scriptorium che inizia a prendere forma la Biblioteca che si affaccia sul chiostro dei canonici realizzato a partire dal XII secolo. Questo luogo non era riservato solo ai sacerdoti, ma frequentato da illustri studiosi e letterati come Dante Alighieri e Francesco Petrarca. A metà del XV secolo con l'invenzione della stampa a caratteri mobili, nella biblioteca arrivarono i primi volumi a stampa, a quel punto chiuse definitivamente lo Scriptorium.
Nei secoli la biblioteca si è trasforma diventando custode della produzione letteraria, sono cambiati anche ambienti, quelli che vediamo oggi non sono gli stessi dei secoli scorsi ma sono il risultato di interventi di restauro, spostamenti, rifacimenti a causa di alcuni eventi accaduti nei secoli: la peste del 1630, le razzie del regime napoleonico, l’alluvione del 1882, il bombardamento americano del 1945. Dopo questo tragico evento il salone monumentale, dedicato all’Arcidiacono Pacifico, venne riedificato completamente sulla base del suo precedente aspetto, con le sue architetture di stile settecentesco e le imponenti librerie lignee. Quello che si può vedere oggi è un salone di recente ricostruzione, ma che mantiene intatto il fascino del passato, e testimonia tanto la drammaticità quanto la bellezza della sua storia.
Tra le opere più prestigiose custodite negli scaffali c'è la più antica copia al mondo del De Civitae Dei di Sant' Agostino, scritta all’inizio del V secolo, quando il santo era ancora in vita. C'è anche "Le istituzioni di Gaio", unico testo di giurisprudenza romana classica al mondo ad essere sopravvissuto alle manipolazioni bizantine della riforma di Giustiniano. Ed ancora Codice VI , uno dei più antichi evangeliari purpurei sopravvissuti nella sua interezza, scritto in eleganti lettere d’argento e d'oro, che emozionò anche San Bernardino da Siena. Il cosiddetto Codice di Ursicino, dal nome del suo copista, è la prova che lo Scriptorium alle origini della Biblioteca, era già attivo almeno nel VI secolo, in quanto riporta l’indicazione di luogo e data: Verona, le calende di agosto dell’anno di consolato di Agapito (1 agosto 517 d.C.).
Oltre al salone monumentale dove si possono ammirare i libri c'è l’Archivio Capitolare che comprende una serie di circa 11.000 pergamene, la più antica risale al 710, e 716 faldoni con documenti cartacei a partire dal XIII secolo. A questa documentazione si aggiungono fondi donati all’Archivio da privati e enti. E come tutte le biblioteche, anche qui c'è una Sala Consultazione aperta a studiosi e ricercatori provenienti da ogni parte del mondo, dove svolgere indagini e ricerche sui documenti della Capitolare, con il supporto dello staff.
Nello stesso edificio c'è il Museo Canonicale che custodisce una pinacoteca e un corpus di arredi sacri provenienti dalle chiese legate al Capitolo: turiboli, croci, anelli papali decorati con elementi in oro, argento, madreperla e pietre colorate, risalenti a diversi periodi storici che vanno dal Medioevo all’Ottocento. In queste sale affrescate si possono ammirare, tra le altre, opere di Francesco Morone, Antonio Badile, Giovanni Caroto, alcuni oggetti archeologici trovati nel corso degli scavi nell’area del chiostro e databili al periodo paleocristiano.
Il Museo Canonicale, con Decreto Vescovile del settembre 2021, è stato definito "di interesse diocesano".
Come organizzare la visita
La visita comprende l'accesso al salone monumentale e ai nuovi spazi espositivi nei quali sono visibili libri antichi, dipinti e altri oggetti appartenenti alle collezioni del Capitolo dei canonici. Il percorso espositivo è aperto da giovedì a martedì, dalle 10 alle 17.30 (ultimo ingresso 17. Chiuso mercoledì). Per la visita guidata è obbligatoria la prenotazione. La visita inizia dal chiostro canonicale, e successivamente si sposta nella Biblioteca.