Estate sull’Altopiano: Gran Turismo e AsiagoFestival targati Brazzale, quelli del burro superiore

Passaggio estivo sul più grande plateau d’Europa tra arte contemporanea, musica colta e passeggiate sui sentieri dei sette Comuni. Gli eventi, le escursioni letterarie, l’ingegno imprenditoriale

di MONICA GUERCI
11 luglio 2024
"Untitled" - Daniele Galliano, Olio su tela, 100x150 cm, 2023

"Untitled" - Daniele Galliano, Olio su tela, 100x150 cm, 2023

Arte contemporanea, musica colta e deliziosi assaggi di burro sull'Altopiano di Asiago, dove dal 6 luglio al 22 settembre 2024 il Museo Le Carceri di Asiago ospita la terza edizione della mostra del Premio Eccellenti Pittori-Brazzale, curata dal critico d'arte Camillo Langone e sponsorizzata da Brazzale spa, la più antica azienda casearia d'Italia con sede a Zanè (VI). Premio e mostra indagano il tema del “Gran Turismo”, quello sostenibile e nostalgico che prende le distanze dall'overtourism delle città d'arte. Gran Turismo, perché questo titolo? “Perché esiste anche, se non soprattutto, un piccolo turismo. Piccolo nel senso di angusto, meschino... – spiega il curatore - E perché il turismo nella sua interezza, grande, piccolo, medio, è uno dei fenomeni più peculiari dell'epoca che stiamo vivendo”. Un passato da valorizzare e un presente da ricostruire: “La mostra – prosegue Landone - da un lato strizza l'occhio al nostalgico mondo dei Grand Hotel e delle automobili GT (coupé, spider, fuoriserie...), dall'altro esprime l'anelito contemporaneo, proprio di località montane come Asiago, ma anche lacustri o marine, venete e non venete, a un turismo di alto livello, non di massa bensì attento e qualificato. Dunque un tema al contempo storico e attualissimo, destinato a svilupparsi nel solco di un concetto del tutto contemporaneo, quello della sostenibilità turistica”. In mostra le opere di 24 artisti e dei quattro vincitori delle precedenti edizioni del Premio Brazzale: Matteo Massagrande, Enrico Robusti, Tommaso Ottieri e Mauro Reggio.

Gran Turismo, Museo le Carceri di Asiago
Gran Turismo, Museo le Carceri di Asiago

Pittura, fotografia e musica aprono le celle

Roberto Brazzale e Camillo Langone, Museo le Carceri Asiago
Roberto Brazzale e Camillo Langone, Museo le Carceri Asiago

Gran Turismo è la voglia di tornare a scoprire il mondo senza navigatore, lasciandosi attrarre e stupire dai luoghi, dall’avventura” afferma Roberto Brazzale, presidente della Brazzale spa che guida insieme ai fratelli Gianni e Piercristiano. “La mostra è anche una provocazione, un invito a ripercorrere le strade meno praticate, lontane dai canali del turismo di massa, alla ricerca della bellezza”. Dagli spazi ridotti delle celle delle ex carceri, dalle cui finestre anche oggi non si vede il cielo, parte il viaggio che attraverso le opere degli artisti porta in luoghi lontanissimi, tra realtà e immaginazione. In contemporanea, nelle sale del primo piano del Museo è allestita la mostra fotografica WHY, il senso della vita in 14 fotografie. Le opere di un padre e di un figlio, il celebre violoncellista Julius Berger Sr e il fotografo Julius Berger Jr, invitano a interrogarsi sulla ricerca del significato ultimo dell’esistenza. Questi stessi spazi museali ospiteranno anche il primo concerto per arpa e violoncello di AsiagoFestival dal 9 al 15 agosto, un’altra splendida evasione e occasione per scoprire i tanti volti di questa cittadina in cui batte il cuore dell’Altopiano dei Sette Comuni, al confine tra Veneto e Trentino.

Una giuria di amanti del bello

Mostra Gran Turismo, Museo le Carceri di Asiago
Mostra Gran Turismo, Museo le Carceri di Asiago

Gran Turismo è anche una ricorrenza: quest’anno è il decennale del Premio Eccellenti Pittori-Brazzale, che premia l’opera d’arte più significativa prodotta in Italia nel corso dell'anno. È l’unico premio dedicato esclusivamente alla pittura italiana, quella prodotta negli ultimi dodici mesi dell’edizione, senza discriminazioni di età, stile, curriculum, senza esigere quote di iscrizione o disponibilità delle opere, offrendo un panorama più completo della migliore produzione pittorica contemporanea. “È il solo la cui giuria non sia formata da addetti ai lavori, bensì da illustri amanti del bello” sottolinea Roberto Brazzale.

Scoprire Asiago sui sentieri di Mario Rigoni Stern

Altopiano di Asiago
Altopiano di Asiago

In questa grande vallata verde la cultura si intreccia inevitabilmente con la natura. Scegliendo tra escursioni storiche, naturalistiche e letterarie, gli appassionati di trekking possono esplorare l'Altopiano di Asiago andando alla scoperta di vette, malghe e boschi cari allo scrittore-soldato Mario Rigoni Stern, nato ad Asiago nel 1921 e che qui è sempre voluto rimanere. Un sito e un’app di geolocalizzazione tracciano 25 itinerari lungo i luoghi più amati dallo scrittore. Partendo dalla piazza del Municipio di Asiago, è possibile avventurarsi a piedi, in bici o con ciaspole e sci da fondo in inverno, in una passeggiata attraverso i sette Comuni dell’altopiano: Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e Rotzo. Proprio sullo sfondo di questi paesaggi, il regista Ermanno Olmi ha girato il film “Torneranno i prati”, ambientato in un avamposto delle linee italiane sul fronte Nord-Est nel 1917, con un cast composto da Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti e Francesco Formichetti.

Sotto il cielo un museo e l’osservatorio

Asiago conta 6.248 abitanti, si trova in provincia di Vicenza a un’altitudine di 1001 metri sul livello del mare. La sua economia è incentrata sul turismo e sulla produzione casearia, in particolare del formaggio a pasta morbida che porta il suo stesso nome. L’Altopiano, il più grande d’Europa (878,3 km²), è stato teatro di sanguinosi combattimenti durante la Prima Guerra Mondiale; per questo oggi è un museo all'aperto, un luogo della memoria tra trincee recuperate, cimiteri di soldati e forti ristrutturati. Il Sacrario Militare di Asiago, costruito nel dopoguerra per raccogliere le spoglie dei soldati caduti nei combattimenti, è diventato insieme a quelli del Pasubio, del Monte Grappa e del Monte Cimone, simbolo della Provincia di Vicenza e contiene i resti di oltre 55.000 soldati, provenienti per lo più dai 41 cimiteri di guerra dell'Altopiano. Il cielo sopra Asiago è particolarmente stellato, per questo è in funzione un Osservatorio astrofisico (www.asiago.to).

Assaggi di burro “superiore” e falsi miti

Il Burro Superiore dei Fratelli Brazzale
Il Burro Superiore dei Fratelli Brazzale

Il burro, oggi come due secoli fa, è al centro della produzione Brazzale perché, come spiega Roberto Brazzale: “Invertendo il paradigma del burro come sottoprodotto della lavorazione dei formaggi, lo abbiamo riportato al centro di tutta la catena, a partire dalla stalla e dal campo. Lo trattiamo come un formaggio di grande caratura”. Il Burro delle Alpi e il Burro Superiore Fratelli Brazzale in particolare si sono rivelati formidabili ingredienti per l’alta pasticceria. Declinato in diversi sapori, dal sale affumicato di Cipro agli agrumi di Sicilia, è buonissimo oggi come un tempo, anche gustato in purezza, spalmato su una fetta di pane. Ora uno specifico ramo d’azienda è dedicato al burro per usi professionali. In particolare, con il Brazzale Science Center, integrato con l'Università Statale di Milano, dal 2021 Brazzale introduce la ricerca scientifica accademica direttamente in azienda con l’obiettivo di sviluppare analisi e ricerche sul mondo dell’alimentazione e della nutrizione, in particolare riguardo al settore lattiero-caseario e dei suoi prodotti. A proposito di falsi miti da sfatare, si deve a Roberto Brazzale il "Manifesto per la riscossa del burro", un alimento vittima, a suo dire, di una “vera demonizzazione”. Sconsigliato per l’alto contenuto di grassi, il burro è invece un alimento naturale con diverse proprietà preziose per la salute, prodotto con la parte più pregevole del latte. "Riscopriamo il burro con fiducia e felicità" si legge al punto 10 del manifesto.

La dinastia casearia con l’anima green

1954 Brazzale nel Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano
1954 Brazzale nel Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano

La storia della più antica dinastia casearia italiana va raccontata senza interruzioni almeno dal 1784, anche se esistono documenti che attestano l’attività della famiglia già dalla metà del Seicento e prima. Oggi si contano ben otto generazioni. Originaria dell’altopiano di Asiago, la famiglia Brazzale scende dal Monte di Calvene a Zanè nel 1898 per avvicinarsi a Thiene, alla ferrovia. Da qui inizia un nuovo capitolo fatto di ingegno imprenditoriale che porterà, nel 1913, Valentino Brazzale a ricevere il premio del Comizio Agrario di Schio per il burro, oggi come un tempo al centro della produzione aziendale. È negli anni '20 che i Brazzale costruiscono il primo burrificio industriale, mentre durante le guerre mondiali avviano la stagionatura e commercializzazione di formaggi grana. Nel 1954, la famiglia è tra i fondatori del Consorzio del Grana Padano e realizza un nuovo burrificio a Zanè. Nel pieno del boom economico, nel 1968, costruiscono un grande caseificio a Campodoro, mentre nel 1979 lanciano il marchio Alpilatte per prodotti UHT. All'inizio degli anni 2000, i fratelli Gianni, Roberto e Piercristiano guidano l'internazionalizzazione del gruppo, con progetti in Repubblica Ceca (dove si produce il Gran Moravia, uno dei prodotti più noti del gruppo) e Brasile. Nel 2002, uniscono le forze con la famiglia Zaupa, esperti nelle paste filate, e iniziano la produzione di provoloni, Provolone Valpadana DOP, paste filate e pressate, e il pluripremiato Asiago DOP. Oggi, il gruppo Brazzale conta oltre 1.000 dipendenti, raccoglie 300 milioni di litri di latte all'anno e produce 40.000 tonnellate di prodotti finiti, esportati in oltre 70 paesi. Con 23 negozi e 1,5 milioni di clienti, opera in 10 stabilimenti tra Italia, Repubblica Ceca, Brasile e Cina. Recentemente ha inaugurato il più grande magazzino robotizzato per formaggi grana, energeticamente autosufficiente, e un nuovo impianto di burri speciali a Cogollo del Cengio. Il tutto incorniciato da un’anima green. Nel 2019, il gruppo diventa Carbon Neutral, con la compensazione delle emissioni di carbonio degli stabilimenti grazie alla piantagione, in Brasile, di 1,5 milioni di alberi.