Slow Food, la guida Osterie d'Italia 2024: tutti i premi

di PAOLO GALLIANI -
23 ottobre 2023
Paolo Reina e Laura Calvi dell'Antica Trattoria del Gallo di Gaggiano z-

Paolo Reina e Laura Calvi dell'Antica Trattoria del Gallo di Gaggiano z-

Accoglienza, attenzione al territorio, autenticità e rapporto corretto tra qualità e prezzo. È la foto a colori e in alta definizione scattata da Slow Food nella nuovissima guida 'Osterie d’Italia 2024i che conferma la resilienza delle locande e delle trattorie interessate a rivisitare la tradizione senza maltrattarla e a rendere importanti piatti semplici più che a proporre il fine dining e ad inseguire le famose stelle Michelin.

I locali che 'non se la tirano'

Ed ecco la geografia dei locali ottimi e “che non se la tirano” tracciata a Milano, in un teatro Puccini stracolmo di cuochi e osti italiani che hanno fatto dell’autenticità la loro vera ossessione e della cucina solida e rassicurante del territorio la sola variabile a cui ispirarsi. Con regioni a brillare più di altre, specie per il numero di osterie che si sono guadagnate l’ambitissima “Chiocciola”, simbolo che certifica l’eccellenza assoluta e l’ispirazione ai valori che appartengono alla cultura di Slow Food.

Sul podio Campania, Toscana, Piemonte

Domina la Campania con ben 39 locali virtuosi e meritevoli (dei 311 sparsi per la penisola), seguita a ruota dalla Toscana (28 Chiocciole), dal Piemonte (26), dal Lazio (25) e dalla Lombardia (23).
Nuova Chiocciola - La cucina del Ristorobie, Alta Bergamasca

Nuova Chiocciola - La cucina del Ristorobie, Alta Bergamasca

La Campania primeggia anche per le new entry nella schiera delle “Chiocciole” 2024 rispetto al 2023 (ben 11 le osterie finite sul podio delle migliori), tallonata dal Lazio (con 9). E se è vero che tra le pagine della guida Slow Food tendenzialmente è la provincia a rubare la scena alle grandi città, è Roma a finire sotto i riflettori e a fare da piacevole eccezione, sfoggiando ben 12 osterie con la Chiocciola, contro le sole 2 che possono vantare Milano, Torino, Bologna e Firenze.

La novità: Antica Trattoria del Gallo

Un’edizione che consegnerà agli archivi anche 7 Premi Speciali, assegnati ad altrettanti locali considerati degni di encomio. Migliore Novità 2024, l’Antica Trattoria del Gallo di Gaggiano, alle porte di Milano, un vero presidio della buona tavola abbinata ad un’accoglienza rara, grazie alla regia di Paolo Reina e della sua compagna Laura Calvi (nella foto di copertina).
Osteria-Tera-di-Sogliano-al-Rubicone

Osteria Tèra di Sogliano al Rubicone

MIGLIOR GIOVANE Premio “Miglior Giovane” d’Italia a Gianmarco Casadei della Piccola Osteria Tèra di Sogliano al Rubicone, zona collinare tra Cesena e Rimini in Emilia Romagna. Leggi anche: La guida Gambero Rosso 2024 Leggi anche: Slow food la guida 2023 MIGLIORE CARTA DEI VINI
Beatrice Cortese, sommeliere e titolare della Trattoria di Campagna di Sarre in Valle d'Aosta

Beatrice Cortese, sommeliere e titolare della Trattoria di Campagna di Sarre in Valle d'Aosta

Mentre il riconoscimento per la Migliore Carta dei Vini è andato alla Trattoria di Campagna di Sarre (Aosta), buona cucina alpina impreziosita da una cantina con 900 etichette curata personalmente dalla titolare e sommelière Beatrice Cortese assieme a Sara Tagliaferri. Non è finita. MIGLIORE DISPENSA Secondo Slow Food, la “Miglior Dispensa” è quella dell’osteria “Da Maria” di Fano, nelle Marche. BERE BENE E CUCINA REGIONALE Il Premio “Bere Bene” è stato consegnato al Me’ Cumpari Turiddu di Catania per la carta mixology e la selezione di amari. Ginger People&Food di Agrigento si è aggiudicato il premio “Migliore interpretazione della Cucina Regionale”.
XFood di San Vito dei Normanni - Lo chef Giovanni Ingletti con Vito Valente

XFood di San Vito dei Normanni - Lo chef Giovanni Ingletti con Vito Valente

XFOOD IN CUCINA LA SENSIBILITA' SOCIALE Infine, vera star alla festa di Slow Food, Xfood di San Vito dei Normanni (Br) in Puglia, locale dalla deliziosa cucina pugliese (firmata da Giovanni Ingletti) che il titolare, Vito Valente ha trasformato in uno spazio d’inclusione dei ragazzi con disabilità. In un mondo della ristorazione che soffre di narcisismo e autocompiacimento, una storia esemplare di qualità e sensibilità sociale.