Sulle vette silane il vigneto più alto d'Europa

di GIUSEPPE DI MATTEO
4 aprile 2022
VIGNA PEDACE (1)

VIGNA PEDACE (1)

Produrre vino a oltre 1.300 metri di altezza? Si può. Ma l’azienda Immacolata Pedace, anima pulsante nel cuore del Parco Nazionale della Sila, vanta anche un altro record: il suo vigneto è il più alto d’Europa. Siamo a Cava di Melis, frazione del comune di Longobucco, in provincia di Cosenza. È qui che, nel 2006, l’allora adolescente Emanuele De Simone, oggi ingegnere trentunenne, decide, quasi per gioco, di avviare un progetto rivoluzionario. Ancora oggi ci scherza su: “Avevo notato, facendo ricerche, che in Valle d’Aosta c’era un vigneto a 1.200 metri. Mi sono detto: perché non provare anche da noi? Mi presero per matto. Ma ho avuto ragione io”. Tra il dire e il fare ci sono di mezzo un paio d’anni. Prima l’acquisto di 4.000 metri quadri di terra e l’autorizzazione, da parte della Regione Calabria, alla creazione di un vigneto sperimentale; poi, nel 2008, la piantagione delle prime 500 barbatelle. I primi tempi sono durissimi e rigidi, come le temperature di certi inverni non proprio clementi. Ma Emanuele ha la testa dura. E nel 2011 comincia a raccogliere i frutti del suo lavoro. L’azienda Pedace, immersa in uno splendido polmone di pini larici, si estende su una superficie di 60mila metri quadri, conta 10mila piante, tra vitigni locali e internazionali, e due ettari e mezzo di vigneti.  “L’azienda prende il nome di mia madre: Immacolata Pedace perché solo lei poteva credere in un progetto che sembrava folle”. E invece, folle non lo è stato per niente. La clientela non manca, anche se l’idea è quella di coltivare un prodotto di nicchia, non di strizzare l’occhio alla massa. La produzione si aggira infatti intorno alle 10mila bottiglie l’anno. Quattro le etichette in vetrina: il Chione, bianco Igp che mette insieme Chardonnay e Pinot bianco; il Silva, Rosato Igp ottenuto da vitigni di Merlot e Cabernet Franc; il Lykos, rosso Igp nato dalla fusione di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc; e, dulcis in fundo, l’Anthea, il piatto forte della casa, un rosato Igp di Cabernet Franc in purezza, che nel 2021 è stato premiato con la medaglia d’argento al Mondial des vins Extrêmes dal Cervim (Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana), organismo internazionale che promuove la cosiddetta viticoltura eroica. Nomi che richiamano il passato greco e romano, ma legati anche alla fauna del territorio della Sila, dove domina il lupo. I vitigni locali, come il Gaglioppo e il Magliocco, sono utilizzati prevalentemente nel vigneto sperimentale, che resta un laboratorio per i prodotti che verranno. La dimensione familiare è la cifra dell’azienda, che ama sperimentare, ma anche il fascino della tradizione. E pure un po’ di cultura: è infatti in cantiere la costruzione di un Museo del vino, che raccoglierà al suo interno gli attrezzi del mestiere e il sapere di tante generazioni. “Passione e pazienza sono il nostro motto”. Emanuele ci crede. Visti i risultati, non si può non dargli ragione.
ALTOPIANO SILANO

Caciocavallo. L’essenza della Calabria

Andare sull’altopiano della Sila significa scoprire un patrimonio di incredibili bellezze. Anche gastronomiche. Non può per esempio non assaggiare il caciocavallo, che dal 1996 si fregia del marchio Dop. All’occhio si presenta come un formaggio semiduro, a pasta filata, preparato con latte di vacca. Al palato si presenta invece con il suo sapore intenso e piccante. La morte sua, come amano dire i buongustai, è alla piastra. Ma lo si può pure cucinare al forno e accompagnare al miele e a varie salse. In Calabria è inoltre il miglior amico della carne, involtini in primis, della pasta e di alcune gustosissime parmigiane di melanzane.
TROPEA

La cipolla già amata dai Fenici

Ormai la conoscono tutti: la cipolla rossa di Tropea è l’oro della Calabria. Pare fosse già nota ai Fenici, ma solo da qualche secolo è un ingrediente immancabile, anche fuori regione. Gli italiani, infatti, ne vanno letteralmente matti. La riconosci dal suo colore rosso acceso, il suo sapore è inconfondibile e unisce raffinatezza e croccantezza. Ideale per le insalate e i soffritti, la cipolla rossa di Tropea viene anche trasformata in gustose conserve, da assaporare soprattutto con i formaggi. Ma è pure un ottimo gelato. Provare per credere.  
LA SPECIALITÀ

Sua maestà, la ‘nduja. Piccante, gustosa e spalmabile

E poi c’è lei: sua maestà la ‘nduja, un intrigante salame cremoso preparato con le parti grasse del maiale (milza, stomaco, intestino, polmoni, esofago, cuore, trachea, faringe, parti del muso e della testa, grasso di varie parti) e con un tocco finale di peperoncino piccante Made in Calabria. L’impasto viene poi insaccato nel budello cieco (orba) e successivamente affumicato. La ‘nduja si può spalmare sulle fette di pane abbrustolito e sui formaggi, ma viene adoperata anche come base per i sughi di carne e sulla pizza.