Non solo bronzi quanti tesori tra Tirreno e Ionio

di ELEONORA MANCINI
25 luglio 2021

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Resti del tempio dorico del V secolo a.C.

Se è vero che i Bronzi, del cui clamoroso (e ancora misterioso) ritrovamento nelle acque di Riace si celebrerà l’anno prossimo il cinquantesimo anniversario, sono il simbolo della Calabria nel mondo, non meno straordinari e affascinanti sono i luoghi dei Greci d’Occidente sulle coste e nell’entroterra di questa regione. Ammirare i guerrieri esposti nella sala al piano terra del rinnovato ‘Marc’, il Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria, è sempre una suggestione, ma non la sola tappa meritevole di una visita nella provincia che, grazie agli scavi sistematici iniziati ai primi del 900 dal grande archeologo di Rovereto, Paolo Orsi, offre ai visitatori della punta dello stivale inedite occasioni per una visita e per un tuffo nel passato alle origini dell’Italia. Se un primo assaggio di una magnificenza ormai remota e dell’orizzonte che i coloni greci si trovarono davanti si può godere dal Lungomare di Reggio Calabria, con lo stretto di Messina a riempire gli occhi, è proprio dal Museo di Reggio che si può partire per andare a conoscere luoghi qui raccontati nelle sale attraverso la ricchissima cultura materiale delle colonie greche della costa, da Locri Epizefiri a Crotone, da Hipponion a Kaulonia, Sibari e Cirò.

Ci sono però due luoghi assolutamente speciali da scoprire in un viaggio archeologico coast-to-coast, dal Tirreno allo Ionio, e sono due meraviglie assecondate da natura e paesaggio. Sulla costa occidentale di Reggio Calabria, nel Comune di Palmi, da pochi anni ha inaugurato il Parco dei Taureani, gli antichi abitanti dell’area. Qui, a strapiombo sul mare, dove chi continua a scendere in auto troverà la meravigliosa Tonnara con la sua spiaggia e il famosissimo Scoglio dell’Ulivo, dove un tuffo è doveroso, gli scavi archeologici hanno disvelato prima una strada romana e poi una amplissima area frequentata già 4.000 anni fa, su cui si impostarono prima gli impianti urbani dei Bretti e poi dei romani. Da meno di un decennio è tornato alla luce anche un edificio per spettacoli di forma circolare che poteva contenere fino a 3000 spettatori. Nella stessa area un santuario urbano e, poco distante, la Cripta di San Fantino, il luogo di culto cristiano più antico della Calabria. Il parco si trova su un pianoro in cima a una ripe che domina il mare e da cui si ammirano le Eolie e la costa settentrionale della Calabria, un punto strategico per il controllo del territorio.

Ritornando sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, e risalendo per qualche chilometro, da Rosarno (l’antica Medma), si imbocca una delle strade più suggestive della Calabria, la Limina, che prende il nome dal Passo che porta dal Tirreno allo Ionio, fra i monti ruvidi e boscosi dell’Aspromonte. Da qui si raggiunge poi la Statale 106 sotto la quale, all’altezza di Punta Stilo, nel Comune di Monasterace, si apre la spiaggia e su un basso pianoro si può visitare il santuario di Kaulonìa, uno dei più importanti della Magna Grecia, con il suo meraviglioso tempio dorico, scoperto da Paolo Orsi, di cui resta traccia perfetta nelle fondazioni e dove la Scuola Normale di Pisa ha proseguito gli scavi.

SULLA COSTA

Bergamotto, sua maestà tra gli agrumi

È famoso in tutto il mondo e la sua produzione è unica ed esclusiva nella fascia costiera di una parte della provincia di Reggio Calabria. Il bergamotto è un agrume Dop, protetto, e ha grandi proprietà grazie al suo olio essenziale dalle proprietà antibatteriche, antisettiche, antivirali e antimicotiche. La sua essenza è presente nei profumi di tutto il mondo, ma anche in cosmetici, lozioni, saponi. Ottimo da gustare in marmellate e succhi, questo agrume dal colore giallo è in grado di fruttificare in modo eccellente, garantendo un’essenza di altissima qualità, solo nel territorio di Reggio. Da qui proviene circa il 95% della produzione mondiale e, nonostante i numerosi tentativi in tutti i continenti, il bergamotto ha attecchito solo in una zona della Costa d’Avorio, ma con risultati qualitativi di gran lunga inferiori rispetto a quelli ottenuti nell’area vocata della provincia di Reggio Calabria.

REGGIO CALABRIA

Lingua e cibo. Qui la Grecia è di casa.

C’è un angolo di Grecia anche in Italia, nella sua estrema punta, in Calabria. È l’area Grecanica della provincia di Reggio Calabria dove il greco è la lingua quotidiana ed è qui che si conserva il legame, dopo oltre due millenni, tra queste terre e la madrepatria greca. Roghudi Vecchio, Gallicianò, Bova, Roccaforte del Greco sono i paesi sorti intorno alla vallata dell’Amendolea, la fiumara che segna questo territorio ellenofono, una sorta di isola linguistica e non solo. Qui, oltre a visitare i borghi, con le sue architetture che riportano in qualche modo alla Grecia più ruvida e rurale, si è accolti dagli abitanti che con generosità condividono la loro cultura. Non è difficile ritrovarsi a pranzare in qualche casa mentre intorno si suonano e si danzano antichi strumenti e canti greci. Anche la cucina risente della tradizione greca, con la lestopitta, e poi la capra, minestre di legumi straordinarie col finocchietto selvatico e straordinari maccaruni, la pasta tipica fatta in casa da queste parti dove ancora si conserva intatto il senso del sacro e il legame con la Terra si assapora nell’aria che non ha visto le contaminazioni del presente.