La tradizione oltre la fede. E il sacro è arte
Nove tesori Patrimonio dell’Umanità si trovano in Calabria. Sono luoghi e tradizioni uniche e imparagonabili e legati in particolare al senso del sacro, alla fede, alla più profonda e vetusta radice della nostra nazione e del nostro continente, il Cristianesimo. Oltre ai tesori materiali, rappresentati da chiese o manufatti dell’arte o del pensiero umano, ce n’è uno immateriale di rari impatto ed emozione, è la Varia di Palmi. Nel 2013 questa espressione comunitaria di fede entra nella lista dei Beni Immateriali dell’Unesco. Dal giorno di San Rocco, il 16 agosto, fino alla fine del mese è copioso di momenti il rituale della Varia, una nuvola di forma conica e irregolare che rappresenta l’Assunzione di Maria in cielo. La sua origine risale alla fine del ‘500 quando viene ideata la struttura della Varia, un gigantesco macchinario, portato a spalla da 200 giovani, chiamati ‘mbuttaturi, scelti in antico tra gli appartenenti alle corporazioni dei mestieri. Sulla struttura prendono posto invece diversi personaggi interpretati dai palmesi: i 12 Apostoli, gli angioletti bambine, il Padreterno e una bimba, l’Animella, scelta con votazione popolare per rappresentare la vergine Maria. Ancora nella provincia di Reggio Calabria si trova qualcosa di unico e straordinario, è la Cattolica di Stilo, risalente almeno al X secolo, alle pendici del Monte Consolino. Costruita dai monaci orientali, la chiesetta ha forma di cubo, sormontato da quattro cupolette, in corrispondenza degli angoli delle facciate, e una centrale in posizione elevata. Una leggenda racconta che le colonne interne furono trasportate da quattro giovinette, che, noncuranti del grave peso, avrebbero continuato a cantare e filare durante tutto il tragitto. Risalendo la Calabria, a Rossano, nel Museo Diocesano, si trova il famoso Codex Purpureus, uno dei sette codici miniati orientali esistenti al mondo con l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco. Sembra che sia arrivato in Calabria con i monaci basiliani tra il VII e l’XI secolo, quando questa regione accolse molti monaci di rito greco. La lingua greca è un altro patrimonio straordinario e unico del più estremo lembo della Calabria, testimone della colonizzazione dei secoli prima di Cristo e, più avanti, del ‘ritorno’ dei greci. I Romani d’Oriente, i bizantini, saranno una forte presenza in Calabria e proprio essi daranno questo nome alla regione sostituendo l’antico Bruttium. È invece risalente all’inizio del XIII secolo il Duomo di Cosenza, consacrato nel 1222 alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia. Dedicato a Santa Maria Assunta, è stato riconosciuto Patrimonio Testimone di Cultura di Pace dall’Unesco il 12 ottobre 2011. Il suo interno è a croce latina suddiviso in tre navate di otto campate ciascuna, suddivise a loro volta da due file di pilastri con capitelli scolpiti. Ma è l’esterno a sorprendere, con i tre magnifici rosoni sui tre portali e la croce di ferro sulla sommità.