La tradizione oltre la fede. E il sacro è arte

di ELEONORA MANCINI
30 dicembre 2021
La Varia di Palmi

La Varia di Palmi

Nove tesori Patrimonio dell’Umanità si trovano in Calabria. Sono luoghi e tradizioni uniche e imparagonabili e legati in particolare al senso del sacro, alla fede, alla più profonda e vetusta radice della nostra nazione e del nostro continente, il Cristianesimo. Oltre ai tesori materiali, rappresentati da chiese o manufatti dell’arte o del pensiero umano, ce n’è uno immateriale di rari impatto ed emozione, è la Varia di Palmi. Nel 2013 questa espressione comunitaria di fede entra nella lista dei Beni Immateriali dell’Unesco. Dal giorno di San Rocco, il 16 agosto, fino alla fine del mese è copioso di momenti il rituale della Varia, una nuvola di forma conica e irregolare che rappresenta l’Assunzione di Maria in cielo. La sua origine risale alla fine del ‘500 quando viene ideata la struttura della Varia, un gigantesco macchinario, portato a spalla da 200 giovani, chiamati ‘mbuttaturi, scelti in antico tra gli appartenenti alle corporazioni dei mestieri. Sulla struttura prendono posto invece diversi personaggi interpretati dai palmesi: i 12 Apostoli, gli angioletti bambine, il Padreterno e una bimba, l’Animella, scelta con votazione popolare per rappresentare la vergine Maria. Ancora nella provincia di Reggio Calabria si trova qualcosa di unico e straordinario, è la Cattolica di Stilo, risalente almeno al X secolo, alle pendici del Monte Consolino. Costruita dai monaci orientali, la chiesetta ha forma di cubo, sormontato da quattro cupolette, in corrispondenza degli angoli delle facciate, e una centrale in posizione elevata. Una leggenda racconta che le colonne interne furono trasportate da quattro giovinette, che, noncuranti del grave peso, avrebbero continuato a cantare e filare durante tutto il tragitto. Risalendo la Calabria, a Rossano, nel Museo Diocesano, si trova il famoso Codex Purpureus, uno dei sette codici miniati orientali esistenti al mondo con l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco. Sembra che sia arrivato in Calabria con i monaci basiliani tra il VII e l’XI secolo, quando questa regione accolse molti monaci di rito greco. La lingua greca è un altro patrimonio straordinario e unico del più estremo lembo della Calabria, testimone della colonizzazione dei secoli prima di Cristo e, più avanti, del ‘ritorno’ dei greci. I Romani d’Oriente, i bizantini, saranno una forte presenza in Calabria e proprio essi daranno questo nome alla regione sostituendo l’antico Bruttium. È invece risalente all’inizio del XIII secolo il Duomo di Cosenza, consacrato nel 1222 alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia. Dedicato a Santa Maria Assunta, è stato riconosciuto Patrimonio Testimone di Cultura di Pace dall’Unesco il 12 ottobre 2011. Il suo interno   è a croce latina suddiviso in tre navate di otto campate ciascuna, suddivise a loro volta da due file di pilastri con capitelli scolpiti. Ma è l’esterno a sorprendere, con i tre magnifici rosoni sui tre portali e la croce di ferro sulla sommità.

Il Parco delle sorgenti e dei laghi

Il Parco Nazionale della Sila è stato iscritto come decima Riserva della Biosfera Italiana nella Rete Mondiale dei Siti di Eccellenza dell’Unesco, dal Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma MAB (Man and the Biosphere Programme), nel corso della sua 26ª sessione a Jönköping, in Svezia. Si estende su una superficie di 73.965 ettari, interessando tre provincie e venti comuni della Calabria centrale. Qui si trovano i più grandi laghi della regione - il Cecita, l’Arvo, l’Ampollino e l’Ariamacina - e le sorgenti dei maggiori fiumi calabresi: il Crati, il Neto, il Mucone e il Savuto. Simbolo del Parco è il Lupo silano.

La grande area protetta del pino loricato

Il Parco Nazionale del Pollino è la più grande area protetta d’Italia e una delle maggiori d’Europa. Si estende tra Calabria settentrionale e Basilicata. Il simbolo del parco è il pino loricato ‘Zu Peppu’, specie che cresce spontaneamente in questi luoghi fin dalla Preistoria. Riconosciuto Unesco Geoparkdalla Conferenza Generale Unesco il 17 novembre 2015, il Parco del Pollino ha diverse peculiarità e unicità per la sua flora e la sua fauna. Questa è l’unica area in Italia in cui cresce il pino loricato, mentre tra i mammiferi, una vera particolarità è rappresentata dal capriolo dell’Orsomarso, una delle poche specie autoctone di cervidi italiani. 

La Valle Infernale

Le Faggete Vetuste del Pollinello (Pollino) e della Valle Infernale (Aspromonte) sono state riconosciute come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, nel corso della 44esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco, il 28 luglio 2021. Il Parco Nazionale dell’Aspromonte, nell’estremo sud della Calabria, fa parte della rete mondiale dei geoparchi dell’Unesco dal 2021. I borghi del Parco, da Bova a Gerace, da Mammola a San Giorgio Morgeto hanno una storia antichissima e meritano una visita particolare perché è come tornare indietro nel tempo. Il territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte è attraversato da numerosi sentieri, alcuni dei quali adatti a percorsi in bicicletta o a cavallo.