Il trionfo della natura in un museo a cielo aperto

di Redazione Itinerari
28 marzo 2021

Gole del Raganello

Chi vuole conoscere gli ultimi 5mila anni della storia d’Italia mette in conto di viaggiare per 15 giorni in un museo a cielo aperto, la Calabria. Si può programmare la partenza a Locri Epizefiri, la più recente delle città greche, fondata nel VIII secolo a.C. Nel teatro, immerso in querce e ulivi, si respira finocchietto misto a salsedine. Prima di raggiungere Reggio Calabria e il suo Museo Archeologico Nazionale nel quale spiccano i due divi, i Bronzi di Riace, si lascia la Costa dei Gelsomini per salire nei paesi grecanici. Al tramonto vale la pena assistere alla messa celebrata dal pope di Gallicianò, unico abitato dove è prevalente l’antica lingua di Omero, tra riti spesso incomprensibili e vampate d’incenso. Il lungomare Italo Falcomatà, nel capoluogo, è stato definito il chilometro più bello d’Italia: lo sguardo si perde sulla Sicilia da una parte e sulla ricca flora del viale dall’altra. Una facile escursione nel Parco Nazionale dell’Aspromonte accontenta chi ama la natura: si prende il via da San Luca e in meno di due ore si è scaraventati in un luogo che ricorda le cartoline australiane e i rumori della foresta amazzonica: Pietra Cappa, il monolite più grande d’Europa, circondato da lecci e castagni. Chi ama la ceramica artistica si ferma a Seminara mentre i primi anni della cristianità sono bene rappresentati dalle chiese di Gerace, Bivongi (San Giovanni Theresti) e Stilo (la Cattolica), ancora sulla costa jonica. Poi ci si lancia verso il barocco a Soriano Calabro dove il Mumar, il Museo del marmo, raccoglie opere di artisti che hanno operato nel Meridione tra Cinque e Settecento. La costa che va da Pizzo a Nicotera si è meritata negli ultimi decenni l’attenzione del turismo balneare: i fotografi provetti salgono a Tropea per immortalare le due lingue di sabbia bianca e fine congiunte a due scogli detti isola di San Leonardo e di Santa Maria. C’è molto da vedere a Crotone, che sorge ai piedi di un castello, nell’antica acropoli, ma più recente di quanto s’immagini. A volerlo fu infatti il viceré di Napoli, Don Pedro del Toledo che nel 1541 fece cingere da mura la città a difesa dei predoni del mare. La rocca di Le Castella, appoggiata nel mare nel Comune di Isola Capo Rizzuto, regala scorci da cartolina al tramonto. Santa Severina è un paese nell’entroterra crotonese che mantiene la struttura urbanistica del IX secolo malgrado il terremoto che nel 1783 spazzò via buona parte dei paesi abitati. Il castello mantiene l’austerità della fortezza merlata. Federico II di Svevia regalò alla città di Cosenza una croce tutta d’oro di fattura normanna che conserva un frammento della vera croce di Gesù. Si trova all’interno del Museo Diocesano, accanto a uno dei più antichi bar d’Italia, Caffè Renzelli, aperto nel 1803. La cattedrale di Santa Maria Assunta riunisce una serie di stili architettonici: nella facciata quello gotico-cistersense, all’interno romanico e barocco. Nella città moderna Piazza dei Bruzi, è un luogo vivace che ospita una scultura di Mimmo Paladino, datata 2016 dedicata ad Alarico. A due anni più tardi risale il ponte di Santiago Calatrava che, superando il fiume Crati, unisce i due quartieri della città. È il ponte strallato più alto d’Europa. Racconta la storia anche San Giovanni in Fiore: dall’Abbazia Florense del XIII secolo all’arte orafa che l’ha resa famosa nei secoli e continua imperturbabile.

TOP 5 CALABRIA

1.

MAMMOLA

MUSABA. Centro culturale fondato da Nick Spatari e dalla moglie Hiske Maas nel 1969, il Museo d’arte contemporanea nasce, secondo le parole stesse dell’artista, dal senso di ribellione contro l’ambiente.

2.

CUTRO
La piazza degli Scacchi. In onore di Giovanni Leonardo di Bona, vissuto alla fine del XVI secolo, grande scacchista, si tiene ogni anno il 12 agosto la rievocazione storica con figuranti che danno luogo a una partita a scacchi vivente.

3.

MILETO MUSEO NAZIONALE
Merita di essere visitato per la collezione di frammenti di vetrate policrome d’epoca normanna e il crocifisso in avorio del Seicento.

4.

SAN DEMETRIO CORONE
È uno dei centri più importanti degli insediamenti arbreshe, le popolazioni in fuga dalla conquista musulmana del Peloponneso nel XV secolo. Costumi e lingua riflettono l’epopea di quei popoli.

5.

SAN LORENZO BELLIZZI
Riserva naturale Gole del Raganello. Una natura incontaminata e particolarmente selvaggia. Gli amanti del torrentismo scorgono faine e tassi che si riparano in boschi d’abete bianco.