Matera e i suoi Sassi celebri nel mondo. Ma la Basilicata è un insieme di luoghi magici, tutti da scoprire
Il consiglio
Niente o quasi è come loro. I Sassi sono due quartieri di Matera formati da edifici rupestri scavati nella roccia della Murgia materana e abitati dalla Preistoria fino al 1852, quando furono poi abbandonati. Ora alcune case sono impiegate come hotel o B&B.Basilicata Top 5
- I sassi sul grande schermo
Raccontati da Carlo Levi in ‘Cristo si è fermato a Eboli’ e portati sul grande schermo da Francesco Rosi, i Sassi sono stati protagonisti al cinema anche altre volte: hanno fatto da sfondo agli esterni de ‘La Passione di Cristo’ di Mel Gibson, come ambientazione per Gerusalemme, e si sono visti nel ‘Vangelo secondo Matteo’ di Pasolini, in ‘Ben-Hur’ e ‘Wonder Woman’ di Patty Jenkins.
- Le chiese rupestri
Risalenti all’Alto Medioevo e scavate nella roccia, le chiese sono la testimonianza della presenza di comunità di monaci benedettini, longobardi e bizantini. Sono ricche di affreschi e sculture, che, oltre alla funzione decorativa, inducevano a contemplazione e preghiera.
- La cripta del peccato originale
La ‘Cripta del peccato originale’ è la chiesa rupestre più famosa: è un unico ambiente sulle cui pareti sinistra e di fondo è dipinto un ciclo di affreschi di un unico artista e per questo è definita la ‘Cappella Sistina delle chiese rupestri’. Sulla parete sinistra, in tre nicchie, sono affrescate tre triarchie: quelle degli Apostoli, delle Vergini regine e degli Arcangeli.
- Il parco naturale
Benvenuti nel parco nazionale del Pollino, situato tra Basilicata e Calabria. E' il parco nazionale più grande d’Italia (192.565 ettari di superficie) e prende il nome dall’omonimo massiccio montuoso. Dal 2015 l’Unesco l’ha inserito nella lista globale dei geoparchi.
- La faggeta di Cozzio Ferriero
La faggeta di Cozzo Ferriero si trova quasi al confine con la Calabria. Ha un’estensione di circa 70 ettari tra i 1700 e i 1750 metri d’altezza. Sotto il profilo geologico l’area presenta rocce carbonatiche e calcari dolomitici, mentre gli alberi sono monumenti viventi, intorno ai 600 anni di età. L’assenza di attività dell’uomo ha favorito una ricchissima biodiversità.