Cantina di Venosa, la nouvelle vague della cooperazione vitivinicola del Vulture
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Cantina di Venosa
Forse la storia della cooperazione vitivinicola al Sud deve essere ancora scritta, però ci sono esempi da segnalare. Alle pendici del Vulture, su terreni d’origine vulcanica, nascono i vini di Cantina di Venosa, l’unica cooperativa vitivinicola della Basilicata e fra le più importanti del Sud.
Creata nella seconda metà degli anni ’50 da una trentina di soci promotori, oggi è una delle più importanti e longeve cooperative del Sud. Raggruppa oltre 350 soci-conferitori, su una superficie totale di 800 ettari, suddivisi in piccoli appezzamenti dislocati tra le contrade del Vulture (oltre a Venosa nei comuni di Ripacandida, Maschito e Ginestra). Questo è il regno del grande rosso del Sud, l’Aglianico, il sangiovese (o il nebbiolo) del nostro Mezzogiorno, assoluto protagonista della gamma con almeno una decina di etichette tra versioni in purezza e in uvaggio, pluripremiate sulle guide. Ma non va trascurata la restante produzione a base malvasia, moscato, merlot.
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Antonio Teora e Francesco Perillo, soci della Cantina di Venosa
Una cantina moderna, fortissima sul territorio, attenta alle innovazioni, composta da oltre il 50% da giovani, eredi di una generazione di piccoli vignaioli che si rinnova e si aggiorna. Tra nuovi progetti di sostenibilità, vigne sorvegliate dal satellite, vini in affinamento nel mare (Portofino) e strutture all’avanguardia per l’efficienza aziendale. Complessivamente produce 2 milioni di bottiglie, su un potenziale di 5 milioni. Si è dotata già da anni del Bilancio di sostenibilità e del Codice etico come stile di fare impresa, nel rispetto del territorio e dei lavoratori. Si sta lavorando su un progetto enoturistico per valorizzare una terra ricca di storia e di cultura: Venosa (Potenza) è la cittadina di Orazio, il poeta romano del ‘Carpe Diem’, e del madrigalista Carlo Gesualdo. Ma è anche un borgo dei “Borghi Più Belli d’Italia”, all’ombra del castello angioino e del vulcano Vulture.
Gli assaggi
Gesualdo da Venosa 2019, Aglianico del Vulture Dop, è uno dei cavalli di battaglia della cantina (15 €) : un rosso elegante , affinato tra barrique e acciaio, frutta rossa matura e spezie, succoso al palato. Carato Venusio Superiore 2017, Aglianico del Vulture Docg, esprime la potenza e la struttura del rosso maturato all’ombra del vulcano. Bouquet ampio e complesso, viola e ribes. Al palato asciutto e piacevolmente tannico, fa 2 anni in barrique e almeno 12 mesi in vetro (24 €). Tansillo Pas Dosè è l’ultimo arrivato in cantina: un metodo classico rosè da uve Aglianico in purezza coltivate in alta collina e lasciate affinare sui lieviti per almeno 36 mesi. Piccoli frutti a bacca rossa al naso , al palato freschissimo, dinamico , bollicine cremose, di bella persistenza ( 32 €)..
Info: www.cantinadivenosa.it