Cantina di Venosa, la nouvelle vague della cooperazione vitivinicola del Vulture

di LORENZO FRASSOLDATI
13 dicembre 2023

Cantina di Venosa

Forse la storia della cooperazione vitivinicola al Sud deve essere ancora scritta, però ci sono esempi da segnalare. Alle pendici del Vulture, su terreni d’origine vulcanica, nascono i vini di Cantina di Venosa, l’unica cooperativa vitivinicola della Basilicata e fra le più importanti del Sud.

Creata nella seconda metà degli anni ’50 da una trentina di soci promotori, oggi è una delle più importanti e longeve cooperative del Sud. Raggruppa oltre 350 soci-conferitori, su una superficie totale di 800 ettari, suddivisi in piccoli appezzamenti dislocati tra le contrade del Vulture (oltre a Venosa nei comuni di Ripacandida, Maschito e Ginestra). Questo è il regno del grande rosso del Sud, l’Aglianico, il sangiovese (o il nebbiolo) del nostro Mezzogiorno, assoluto protagonista della gamma con almeno una decina di etichette tra versioni in purezza e in uvaggio, pluripremiate sulle guide. Ma non va trascurata la restante produzione a base malvasia, moscato, merlot.

Antonio Teora e Francesco Perillo, soci della Cantina di Venosa

Una cantina moderna, fortissima sul territorio, attenta alle innovazioni, composta da oltre il 50% da giovani, eredi di una generazione di piccoli vignaioli che si rinnova e si aggiorna. Tra nuovi progetti di sostenibilità, vigne sorvegliate dal satellite, vini in affinamento nel mare (Portofino) e strutture all’avanguardia per l’efficienza aziendale. Complessivamente produce 2 milioni di bottiglie, su un potenziale di 5 milioni. Si è dotata già da anni del Bilancio di sostenibilità e del Codice etico come stile di fare impresa, nel rispetto del territorio e dei lavoratori. Si sta lavorando su un progetto enoturistico per valorizzare una terra ricca di storia e di  cultura: Venosa (Potenza) è la cittadina di Orazio, il poeta romano del ‘Carpe Diem’, e del madrigalista Carlo Gesualdo. Ma è anche un borgo dei “Borghi Più Belli d’Italia”, all’ombra del castello angioino e del vulcano Vulture.

Gli assaggi

Gesualdo da Venosa 2019, Aglianico del Vulture Dop, è uno dei cavalli di battaglia della cantina (15 €) : un rosso elegante , affinato tra barrique e acciaio, frutta rossa matura e spezie, succoso al palato. Carato Venusio Superiore 2017, Aglianico del Vulture Docg, esprime la potenza e la struttura del rosso maturato all’ombra del vulcano. Bouquet ampio e complesso, viola e ribes. Al palato asciutto e piacevolmente tannico, fa 2 anni in barrique e almeno 12 mesi in vetro (24 €). Tansillo Pas Dosè è l’ultimo arrivato in cantina: un metodo classico rosè da uve  Aglianico in purezza coltivate in alta collina e lasciate affinare sui lieviti per almeno 36 mesi. Piccoli frutti a bacca rossa al naso , al palato freschissimo, dinamico , bollicine cremose, di bella persistenza ( 32 €)..

Info: www.cantinadivenosa.it