Un cuore d'acqua tra i monti marsicani: la magia di Scanno
La bellezza è già nella forma. Il lago di Scanno, in provincia di L’Aquila, è un cuore d’acqua che rapisce chi lo guarda dall’alto. Meraviglia autentica d’Abruzzo, è il caso di dirlo, che si unisce al già ricco ventaglio di borghi, tradizioni, cucina casereccia e spettacoli naturali che questa terra suggestiva e accogliente sa offrire. Incastonato tra i monti Marsicani a poco più di 900 metri sul livello del mare, e giusto al confine del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con i pendii rocciosi della Riserva del Monte Genzana che incombono da est, il lago è anche patrimonio vivo dei comuni di Scanno e Villalago, che ne condividono storia e bellezza. La sua origine è legata a una frana che, staccatasi dal Monte Genzana, ha bloccato il corso del fiume Tasso. Lungo 1722 metri e largo 700, raggiunge i 32 di profondità. Ha ottenuto recentemente la bandiera blu ed è interamente navigabile. Ma a colpire è anche la varietà della sua fauna, con germani reali, aironi, svassi e gallinelle d’acqua a fornire uno spettacolo nello spettacolo. L’ideale per un’escursione in canoa o in pedalò; ma anche per un po’ di romanticismo: il sentiero del Cuore permette infatti, al modico prezzo di un’ora di cammino, di raggiungere un punto panoramico dal quale ammirare lo specchio d’acqua, che tra l’altro è il più grande bacino naturale della regione. Meritevole di una visita è il Santuario della Madonna del Lago o dell’Annunziata, che fu aperto al pubblico nel 1702 e custodisce una scultura della Vergine assai venerata (pur essendo una copia dell’originale, andata perduta) per via dei fatti miracolosi a essa legati intorno alla fine del XVII secolo. E poi c’è Scanno, il graziosissimo borgo medievale che sul lago veglia da secoli e che la Cnn ha inserito tra i 20 più belli d’Italia. Il suo nome pare derivi dal latino scamnum, sgabello, perché così appare il colle su cui è adagiato. Ancora questione di forme. E di viuzze tortuose, come del resto è consuetudine in questi piccoli e straordinari gioielli di pietra. E pure di cemmause, le scale che di Scanno sono un marchio di fabbrica. Scorci mozzafiato, palazzi nobiliari, splendide fontane e sontuosi portali: Scanno, non a caso, è soprannominata la Città dei fotografi. Da Henri Cartier-Bresson a Mario Giacomelli, da Renzo Tortelli a Gianni Berengo Gardin e Ferdinando Scianna, non si contano gli occhi prestigiosi che hanno cercato di immortalare, con il loro obiettivo, il fascino di una bellezza ancora intatta. Ma per scoprire la cultura più intima degli abitanti, è consigliabile pure un giro al Museo della Lana. I buongustai possono stare tranquilli: a Scanno anche il palato viene trattato benissimo. Salumi e formaggi, certamente. Ma anche il tipico Pan dell’Orso, un pan di Spagna a base di mandorle e miele ricoperto di cioccolato. Per non parlare dei mostaccioli - bianchi, neri o al mosto cotto - e del fagiolo bianco di Frattura (frazione di Scanno), altra ghiottoneria da non perdere.