Da Giulianova a Teramo, il bel cantone
Sosteneva Guido Piovene nel suo ‘Viaggio in Italia’: "Lasciando Pescara e la costa adriatica avremo visioni diverse: l’Abruzzo ha carattere cantonale, deve essere veduto, ricercato di valle in valle, in tante piccole capitali dei monti". Procedendo quindi per cantoni, ecco il più prossimo alle Marche: il Teramano. Un itinerario e non l’itinerario perché la provincia italiana rende sempre parziale ogni tentativo di narrazione. Seguendo le orme dello scrittore, "nelle cittadine e nei borghi delle coste e dell’entroterra si ritrovano sapienze tramandate nei secoli". E allora il viaggio inizia dal Monte Camicia, una delle vette della catena del Gran Sasso. Su di uno sperone che sporge dalle rocce del gigante vi è Castelli, borgo noto sin dal medioevo per la ceramica la cui bellezza si può ammirare al British Museum di Londra, all’Hermitage di San Pietroburgo e soprattutto nella chiesa campestre di San Donato, a breve distanza dal paese. Naso all’insù, qui si ammira quella che Carlo Levi ha definito "la cappella Sistina della maiolica italiana": 780 mattoni votivi decorati da profili, stemmi, simboli astronomici, animali e motivi floreali. Oltre al tratto graffitista, spicca l’Arancio Castelli, nome entrato a far parte della mazzetta dei colori, tonalità unica, testimonianza imperitura dell’importanza della scuola del luogo. Tradizione che si rinnova all’Istituto d’arte Liceo Grue dove si tramandano stile e antiche sapienze. Percorrendo le stradine del paese, tante botteghe espongono un’infinita varietà di oggetti destinati a viaggiatori, turisti della domenica ed escursionisti che da qui partono per inoltrarsi lungo i sentieri collegati alla fitta rete di vie che innerva il parco nazionale Gran Sasso-Monti della Laga. Inizia la discesa verso l’Adriatico. Teramo è dietro l’angolo e la città stupisce. A partire da piazza Orsini sulla quale si affaccia la cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta. I palazzi che la cingono riportano alla mente le geometrie dipinte da Giorgio De Chirico e da Franco Gentilini, ovvero la scenografica bellezza del cuore delle città della provincia italiana. Bellezza che si specchia anche nella cucina teramana, un’arte vera, delicata, costruita partendo da cotture lente e articolate rispettose di antichi rituali. Così, complice l’infinita varietà delle erbe autoctone, si ammansiscono i sapori forti delle carni, tipiche di un’area dove la pastorizia è ancora oggi rilevante. Natura, arte e senso di appartenenza si affermano a Castelbasso. Sorge su una collina e lo sguardo abbraccia il mare Adriatico e il Gran Sasso: borgo fortificato tra i più suggestivi d’Abruzzo è conosciuto nel mondo per le rassegne che lo hanno consacrato come luogo d’eccellenza per le espressioni artistiche. Ora non resta che puntare, ammirando i paesaggi che si stagliano tra le colline ondeggianti, verso il lungomare di Giulianova. L’ampia spiaggia illuminata dal sole riporta alla mente i paesaggi immortalati dal fotografo Piergiorgio Branzi: risalta l’infinita e maestosa bellezza di un mare che, nei giorni di calma piatta, accompagna lo sguardo oltre l’orizzonte. La salinità e la trasparenza delle acque ci ricordano infine che il tacco dello stivale non è poi così lontano.