Martedì 12 Novembre 2024

Wagner in Algeria, rispunta Surovikin. Il “macellaio di Aleppo” in divisa assieme a ufficiali e autorità locali

Caduto in disgrazia perché vicino a Prigozhin, potrebbe essere utilizzato da Mosca per gestire la presenza dei mercenari nel Paese africano

Serghei Surovikin in Agleria

Serghei Surovikin in Agleria

Mosca, 15 settembre 2023 - L'ombra della Wagner si spande sempre più sull'Africa, e ora rispunta anche il generale russo Serghei Surovikin, avvistato in Algeria in una sorta di tuta militare color sabbia, ma senza mostrine né gradi, assieme a ufficiali e autorità locali. A darne notizia è il canale Telegram Grey Zone, vicino alla società di mercenari, che pubblica alcune fotografie.

Noto come "generale Armageddon" o "il macellaio di Aleppo", per il suo duro comando di truppe russe nella guerra civile siriana, Surovikin è stato a capo dell'esercito di Mosca in Ucraina dall'ottobre 2022 al gennaio 2023. Era molto vicino al capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, e lo aveva appoggiato nel suo scontro con il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov. Ma dopo la rivolta della Wagner in giugno, e malgrado avesse pubblicamente condannato l'insurrezione di Prigozhin, Surovikin era svanito nel nulla, e girava la voce che fosse agli arresti domiciliari. Poi il 23 agosto, poche ore prima che Prigozhin morisse, era stata annunciata la sua destituzione.

Ora potrebbe essere utilizzato da Mosca per guidare le azioni dei Wagner nel Paese africano, sfruttando la sua esperienza siriana e la forte presenza di mercenari. Una presenza che il Cremlino vuole rafforzare e comandare, visti i continui voli nel Continente nero del vice ministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov e del potente vice capo dell'intelligence militare (Gru), Vladimir Alekseev.

Il 22 agosto scorso, un giorno prima della morte di Prigozhin, Yunus-Bek Yevkurov si era recato su invito del maresciallo Khalifa Haftar in Libia, la prima missione di Wagner in Africa. I mercenari russi sono presenti con circa 1.200 combattenti, ospitati nelle strutture di Haftar, e controllano una base aerea utilizzata come hub di transito verso altri paesi africani.