Martedì 16 Luglio 2024
Cristina Lorenzi e Patrik Pucciarelli
Esteri

La minaccia del vulcano Fagradalsfjall, un’italiana in Islanda: "Faccio la guardia al fiume di magma"

La vulcanologa toscana Sara Barsotti a capo dell’osservatorio "Siamo pronti a far evacuare la popolazione in caso d’eruzione. La situazione è critica, anche tra noi tecnici c’è tensione"

Carrara, 15 novembre 2023 – È lì in attesa che il mondo si capovolga. Lavora 24 ore al giorno e dopo 10 anni di emergenze, eruzioni e terremoti, adesso è alla sua prova più difficile. Sara Barsotti, fisica di Carrara, 48 anni, è la vulcanologa che in Islanda sta tenendo a bada il terribile Fagradalsfjall. Il vulcano sta terrorizzando la penisola di Reykjanes, tenendo con il fiato sospeso tutto il mondo e, con la promessa certa di un’eruzione, potrebbe mettere in ginocchio la cittadina di Grindavik e i suoi 4mila abitanti. Così mentre famiglie e animali sono stati evacuati da quella che è diventata una località spettrale, Barsotti è rimasta a guardia del vulcano che con 15 chilometri di magma a 800 metri di profondità, sta spaccando strade e crepando edifici. La vulcanologa, che vive a Reykjavik con il marito e tre bambini, lavora con un team di 15 persone giorno e notte per monitorare e prevedere.

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Dottoressa, che cosa sta succedendo?

"La situazione è molto critica, la possibilità di eruzione è alta ed è difficile identificare la posizione del punto in cui potrà accadere l’eruzione. Stando ai dati geofisici possiamo localizzare la zona subito a nord della cittadina Grindavik, punto di maggiore probabilità. Oggi (ieri, ndr ) hanno permesso agli abitanti di tornare nelle abitazioni abbandonate per recuperare quanto lasciato, sotto la supervisione della polizia e della protezione civile e con il nostro monitoraggio continuo".

Come intervenite?

"Qualora nei nostri dati di monitoraggio ci fossero dei cambiamenti repentini siamo pronti ad attivare l’immediata evacuazione per quella che potrebbe essere un’imminente eruzione".

Che cosa temete?

"Qui c’è grande tensione, sia fra i residenti che fra noi tecnici. Lavoriamo 24 ore su 24 e siamo pronti ad affrontare un impatto di grande portata, cui va aggiunta la vicinanza alla città e a infrastrutture importanti come la centrale geotermica che fornisce acqua calda ed elettricità all’intera penisola".

Potrebbero esserci pericoli anche per noi?

"È corretto. Uno degli scenari che stiamo considerando è che l’eruzione possa aprirsi in mare. A questo punto creerebbe uno scenario con una enorme nube vulcanica".

Qual è il suo ruolo in Islanda? "Sono arrivata dieci anni fa, dopo una laurea in Fisica all’Università di Pisa. Dopo il dottorato all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, mi si è prospettato questo incarico. Sono coordinatrice per l’attività vulcanica, responsabile del team dell’osservatorio. Siamo diversi esperti in un gruppo di 15 persone".

Pensa che i cambiamenti climatici possano avere responsabilità su quanto sta accadendo?

"L’attività nella penisola non è legata ai cambiamenti climatici. Sappiamo però che questi possono avere un impatto sull’aumento dell’attività vulcanica, in Islanda in particolare, visto che molti vulcani sono sub-glaciali. Siamo entrati in una nuova epoca eruttiva".

Com’è la vita in Islanda, per chi è abituato al Mediterraneo?

"Difficile adattarsi, quando ci si trasferisce a 40 anni. Ho un marito e tre bambini, nati in Italia. Loro si sono adattati molto meglio e prima di me. Viviamo a Reykjavik, la capitale che conta 270mila abitanti".

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