Lunedì 21 Ottobre 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Voto in Moldavia. Aderire alla Ue?. Il no in vantaggio

Raggiunto il quorum nel referendum sull’Europa. Sorpresa dalle prime proiezioni. Denunciate irregolarità.

Voto in Moldavia. Aderire alla Ue?. Il no in vantaggio

La presidente moldava e candidata del Partito d’azione e solidarietà (Pas), Maia Sandu, alle urne

La presidente della Moldavia, Maia Sandu, per brindare alla sua rielezione dovrà aspettare il 3 novembre, data del secondo turno. Ma ha incassato almeno un primo risultato. Il referendum per inserire nella Costituzione l’obietttivo di entrare nell’Unione Europea, che si votava insieme con le presidenziali, ha ampiamente superato la soglia di un terzo di votanti, con l’affluenza che ha raggiunto il 51,4%. Un successo, nonostante le denunce per presunte irregolarità e il sospetto di influenze russe,

se si pensa che i pronostici della vigilia erano di tutt’altro segno. In serata, con il 59,4% dei seggi scrutinati, il no era avanti con circa il 55,5% di preferenze. Ma come nel 2020, il voto dei moldavi all’estero potrebbe rivelarsi determinante. E alla fine l’unica a non essere contenta potrebbe essere la Russia, accusata di aver manovrato media, intellettuali, politici, pur di influenzare il voto.

Il Cremlino ha seccamente smentito queste insinuazioni, ma i fatti giocano a suo sfavore. Nella vicina Transinstria, che per la comunità internazionale fa ancora parte della Moldavia, ma si considera repubblica autonoma, stazionano 1.500 militari russi. A questo va aggiunto il fatto che lo sfidante di Maia Sandu, Alexandr Stoianoglo, è sostenuto dal Partito socialista moldavo, dichiaratamente filorusso. La presidente uscente, durante la campagna elettorale, aveva posto una grande enfasi sul voto, spiegando che da questo dipendevano i destini del Paese.

Più a est, in Georgia, mancano sei giorni alle urne, ma il clima interno è incandescente. Ieri oltre 100mila persone hanno manifestano per le strade della capitale Tbilisi in favore dell’ingresso in Unione europea. Alla testa del corteo c’era nientemeno che la presidente della Repubblica, Salome Zourabichvili, che ha abbandonato la neutralità del suo ruolo per stare accanto a quella parte della popolazione che sogna l’Europa e che è sempre più preoccupata per la situazione interna nel Paese. Il partito al governo, Sogno Georgiano, a parole si dice favorevole all’ingresso in Unione Europea. Ma, nei fatti, sta adottando politiche sempre più simili a quelle di Mosca, con cui è strettamente in contatto. Nei mesi scorsi è stata approvata la cosiddetta legge sugli agenti stranieri, che limita la presenza internazionale in attività editoriali e commerciali. Appena tre giorni fa è stata bandita la ‘propaganda LGBT’. La presidente della Repubblica Zourabichvili ha parlato di ‘deriva antioccidentale’, definendo il voto del 26 un ‘referendum sul futuro del Paese’, dove a spuntarla potrebbe essere un’opposizione insolitamente unita.