Nella notte fra il 7 e l’8 maggio il sito elettorale di Ursula Von Der Leyen, la presidente della commissione europea, è stato oggetto di un attacco informatico. A darne annuncio è la stessa presidente, che è anche candidata del Ppe alle elezioni europee: “Il sito web della mia campagna è stato attaccato da bot. Gli attacchi informatici non ci scoraggeranno”.
In mattinata la von der Leyen ha attaccato il partito di estrema destra Afd: “Sono dei traditori della patria. Si riempiono la bocca parlando di patria e popolo e poi la tradiscono facendo propaganda per Putin e spionaggio a favore della Cina”.
L’episodio che ha coinvolto la presidente della Commissione Europea è solo l’ultimo di quella che appare come una vera e propria ondata di inquietanti e misteriosi attacchi informatici contro gli stati e le istituzioni del Vecchio Continente. Il 3 maggio la Germania aveva denunciato gli hacker russi del gruppo Apt28 come responsabili di una serie di attacchi ai danni del partito Spd, di enti governativi e aziende operanti nei settori della logistica, dell’aeronautica e dello spazio. L’annuncio aveva dato vita a un botta e risposta fra Berlino e Mosca culminato con la convocazione dell’ambasciatore russo da parte della Germania e della Repubblica Ceca. Anche Praga, infatti, aveva denunciato le responsabilità del gruppo Apt28.
Ieri, 7 maggio, è stato invece il turno della Gran Bretagna. L’emittente Sky News Uk ha infatti annunciato che il database delle buste paga del ministero della difesa di Londra era stato violato da degli hacker e che i sospetti ricadevano sulla Cina. Né il premier Sunak, né il ministro della difesa, Shapps, chiamato a riferire sui fatti davanti alla camera dei comuni hanno puntato ufficialmente il dito contro il paese asiatico ma il secondo ha dichiarato che “non si può escludere il coinvolgimento di uno stato”.
È sempre notizia di ieri la decisione di Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia di sanzionare un cittadino russo, Dmitry Khorosev, ritenuto il capo della cybergang Lockbit. Lockbit è nota per aver compiuto una serie di importanti cyberattacchi contro istituzioni, grandi aziende e ospedali in giro per il mondo, inclusa l'Italia.