Giovedì 3 Ottobre 2024
COSIMO ROSSI
Esteri

Elezioni Francia, il politologo: "Macron resta centrale. Ha vinto la scommessa"

Kepel: non è esclusa una maggioranza senza la sinistra radicale

Roma, 7 luglio 2024 – “In un certo modo Emmanuel Macron ha vinto la propria pari, la scommessa". Gilles Kepel, politologo francese e direttore della cattedra di studi sul Medio oriente della Scuola Normale Superiore francese, commenta così i risultati del ballottaggio in Francia. Il presidente è riuscito infatti "a rimanere al centro del gioco, perché a quanto pare la sua componente rimane comunque indispensabile per formare la maggioranza". E non è neanche del tutto escluso che si possa formare una maggioranza moderata tra macronisti, repubblicani e sinistra moderata, ovvero Ppe, liberali e Pse, senza la componente radicale di Jean-Luc Mélenchon.

Professor Kepel, cosa le sembrano indicare i risultati?

"Penso che da un certo punto di vista sia andato tutto a posto. La vera sorpresa è il risultato negativo del Rassemblement national, che è stato preso in contropiede dall’unità antifascista. Mentre questo non si era registrato nel primo turno delle elezioni, in cui avevano riscosso un vantaggio consistente".

Merito della desistenza?

"La desistenza era stata decisa chiaramente per impedire la vittoria del Rn. Gli elettori di sinistra sono andati a votare candidati moderati e viceversa contro il pericolo di una vittoria dell’estrema destra. Che rappresenta comunque qualcosa di estraneo e contrario alla storia recente della Repubblica del dopoguerra, nata dalla France libre di Charles de Gaulle, mentre loro sono per certi versi gli eredi della Repubblica di Vichy di Philippe Pétain".

Dopo una sconfitta così cogente, la destra rimarrà nel solco della legalità?

"Sono terza forza. Ma è chiaramente un disastro. Perché non sono neanche in grado di impedire la formazione di una coalizione di governo: sono fuori dai giochi. Ciò non toglie che i problemi sollevati dall’affermazione al primo turno rimangono tutti: identità nazionale, immigrazione incontrollata, crescita dell’Islam politico e, soprattutto, il divorzio tra élite e voto popolare, il divario tra il lusso di Parigi e la provincia, che si registra parallelamente nel voto per Mélenchon. Jordan Bardella ha rilanciato le ragioni del Rn, ma non so se rimarrà alla guida. Bisogna capire se non ci sarà un terzo turno nelle piazze e nel solco della legalità. Anche perché per il momento non c’è una maggioranza di governo".

Il Fronte popolare prenderà le redini del governo?

"Potrebbe avere la maggioranza, ma non è ancora sicuro. Mélenchon ha intenzionalmente dichiarato la vittoria e che si aspetta di essere convocato per ricevere l’incarico di presidente del Consiglio. La camera però risulta divisa più o meno in tre grandi componenti, con un ruolo significativo che possono svolgere i repubblicani in caso di appoggio a un governo".

Potrebbe esserci una maggioranza tra repubblicani, Ensemble, sinistra moderata, sull’asse europeo Ppe-liberali-Pse, che esclude la sinistra radicale come vorrebbe Macron?

"Questa è la paura di Mélenchon. Per questo si è affrettato a dichiarare la propria vittoria e chiedere la guida del governo. Perché a suo modo Macron è riuscito a rimanere nel centro del gioco e bisogna comunque allearsi con lui per il momento. Per formare quale maggioranza non si può ancora dire. Ma l’affermazione di Macron è quasi una sorpresa, perché il rifiuto nei suoi riguardi è stato palpabile sia alle Europee, che non hanno rilevanza nazionale, che nel primo turno delle legislative. Invece ha riaffermato il proprio ruolo sulla base della paura della vittoria dell’estrema destra".