Teheran, 5 ottobre 2023 – Armita Garavand, 16 anni, originaria della provincia a maggioranza curda di Kermnshah, ma residente a Teheran, è in coma da domenica scorsa. La sua imperdonabile ’colpa’ è di essere entrata in metropolitana senza indossare il velo islamico. La sua ’punizione’ ricorda quella inflitta a Mahsa Amini il 13 settembre del 2022, perché una ciocca dei suoi capelli spuntava dallo hijab, il copricapo imposto alle donne dalla teocrazia al potere a Teheran. La madre di Armita Shahin Amadi è stata arrestata.
Secondo il canale televisivo con sede a Londra ’Iran International’ avrebbe gridato: "Perché non lasciate che sua madre la visiti? Di che cosa avete paura? Perché l’avete arrestata e perché l’ospedale è occupato dagli agenti?”. Il quotidiano britannico ’The Guardian’ pubblica la notizia che l’incidente avrebbe preso il via dalla contestazione di una donna avvolta in un chador. Armita le avrebbe risposto: "Ti sto per caso chiedendo di toglierti il velo? Perché chiedi a me di portarlo?".
Le foto scattate nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Fajr la mostrano intubata. Una ferita al capo è coperta da un grande cerotto, gli occhi sono chiusi, sul braccio sinistro inerte c’è una flebo. La lesione alla testa sarebbe stata provocata dal palo di un vagone contro il quale Armita è andata a sbattere durante il pestaggio. Le immagini delle telecamere diffuse dall’agenzia ufficiale ’Irna’, controllata dal Ministero della cultura e dell’Orientamento islamico, mostrano la ragazza trascinata fuori da un vagone priva di conoscenza.
Per i media dello Stato Armita avrebbe subito un calo di pressione che l’avrebbe fatta sbattere contro il palo del vagone. L’agenzia di stampa ufficiale ’Fars’ pubblica un’intervista assolutoria ai suoi genitori che dichiarano: "Abbiamo controllato tutti i video e ci è stato dimostrato che è stato un incidente".
I telefoni cellulari dei parenti di Armita sarebbero stati sequestrati. Secondo la giornalista Samira Rahi "due auto della polizia presidiano l’ingresso dell’ospedale Fajr. Le forze dell’ordine hanno ispezionato i veicoli di passaggio nell’area e in alcuni casi hanno controllato il contenuto dei cellulari delle persone a bordo delle auto". Perfino gli insegnanti e i compagni di scuola di Armita hanno subito pressioni e minacce del regime. Se pubblicano notizie o foto sulla vicenda, rischiano multe pesanti o, nel caso dei docenti, la fine dei contratti di lavoro.