Roma, 5 maggio 2024 – Sono 369 i morti per mano della polizia americana nel 2024, 1351 l’anno prima secondo il Mapping police violence, che ogni anno produce un rapporto su questo genere di violenza: i numeri includono le vittime di sparatorie, le persone colpite a morte da una pistola taser, picchiate o immobilizzate.
Numeri ai quali corre la mente dopo il filmato choc del trattamento ricevuto dalla polizia americana da Matteo Falcinelli, studente italiano di 25, incaprettato per 13 minuti.
Tra i casi più eclatanti del 2023 ci sono il pestaggio mortale di Tyre Nichols a Memphis, il “tasing” di Keenan Anderson a Los Angeles e l’uccisione a Lancaster, in California, di Niani Finlayson, che aveva chiamato il 911 per chiedere aiuto per una violenza domestica.
Una delle ultime vittime in ordine di tempo è di pochi giorni fa. Il 26 aprile Frank Tyson, afroamericano di 53 anni, è morto in Ohio, dopo che un agente lo ha bloccato a terra con il ginocchio sul collo. Ma l’episodio simbolo che ha scosso l’opinione pubblica mondiale, e messo a ferro e fuoco molte città degli Stati Uniti dando vita al movimento “Black Lives Matter” (le vite nere contano) resta l’omicidio di George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso il 25 maggio del 2020 a Minneapolis da un poliziotto che gli tenne il ginocchio premuto sul collo per otto minuti nonostante George continuasse a ripete "non riesco a respirare".
Il filmato dell’arresto girato dai passanti, in cui l’agente Derek Chauvin tiene immobilizzato Floyd diventò virale sui media internazionali scatenando un coro unanime di proteste. Chauvin è stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere per omicidio colposo: il giudice ha comminato una pena doppia di quella prevista dalla legge mentre i tre agenti che non hanno difeso Floyd dagli abusi di Chauvin e ignorato gli appelli dei passanti sono stati condannati per violazione dei diritti civili.