Roma, 31 ottobre 2023 – “Il video dei tre ostaggi mostra come sia in atto un’ampia guerra cognitiva. È evidente che ci sia stato uno scarto anche da parte di Hamas della consapevolezza di quanto sia essenziale portare a proprio vantaggio le opinioni pubbliche, quella araba in particolare, ma anche quella occidentale. Hamas vuole battere un avversario militarmente di molto superiore con l’arma della propaganda e non a caso ha dotato i suoi uomini di bodywebcam nell’attacco del 7 ottobre: voleva amplificare la percezione di vulnerabilità di Israele per dipingerlo come un gigante dai piedi di argilla”. Così Arturo Varvelli, analista dell’European Council on Foreign Relations.
Qual è la strategia di Hamas?
“Cerca il tanto peggio tanto meglio. La diffusione dei video degli attacchi contro i civili ha reso inevitabile una rappresaglia massiccia che è precisamente quello che Hamas vuole per incendiare le opinioni pubbliche arabe. Le vittime civili sono messe in conto e anzi sono necessarie come ha apertamente detto il suo leader Ismail Hanyeh nel video dell’altroieri: “Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini e anziani palestinesi per risvegliare il nostro spirito rivoluzionario“. Questa è la loro mentalità: violenta, settaria, senza pietà. Hamas aveva chiaro che il loro tempo stava finendo. Con gli accordi di Abramo, Israele era stato sdoganato dal mondo arabo e la questione palestinese, che per i Paesi arabi era fondamentale fino agli anni ’90, era ormai declinata. E così Hamas ha deciso il tanto peggio tanto meglio per riportare la questione palestinese al centro delle relazioni internazionali e lo sta facendo bruciando tutto il margine di mediazione politica e contribuendo a radicalizzare le due parti in modo da rendere impossibile una soluzione di pace. Anche gli ostaggi servono a questo”.
In questo senso va letto il video?
“Certo, tende a radicalizzare e spaccare le opinioni pubbliche. Il punto non è tanto liberare o no gli ostaggi, ma usarli. Hanno sempre fatto così”.
Le è parsa spontanea la donna che parla nel video?
“L’impressione è che la signora fosse molto arrabbiata e piuttosto sincera. Poi, ovviamente, è un video di tre ostaggi, girato da dei terroristi e quindi non possiamo pensare che fare il video sia stata una scelta libera. Però le cose che dice sembrano cose sentite dagli israeliani catturati il 7 ottobre. C’è rabbia. E ovviamente Hamas la usa tutta per i suoi fini”.
Nel video l’ostaggio si lamenta delle promesse non mantenute di liberarli.
“Si sente doppiamente tradita, prima nel non essere stata protetta e poi nel non essere stata scambiata con detenuti palestinesi. Ma c’è del vero in quel che dice: I civili non furono protetti abbastanza e c’è una contraddizione palese nell’avviare le operazioni di terra mentre si dice di volere la liberazione degli ostaggi”.
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