La città di Vilnius si è trasformata in una fortezza. Circa mille soldati con armi avanzate proteggeranno i leader della Nato, che si incontreranno l’11 e il 12 luglio nella capitale lituana, a soli 32 chilometri dal confine bielorusso. Il vertice arriva in un momento cruciale del conflitto russo-ucraino, che si avvicina a raggiungere i 18 mesi. L’agenda è fitta e non priva di nodi: dall’invio di nuove armi a Kiev all’adesione della Svezia, sono molti i punti interrogativi, così come sono tante le grandi aspettative.
Un altro anno per Stoltenberg, ma non c’è unità
Al momento l’unica certezza è che il mandato di Jens Stoltenberg come segretario generale verrà prorogato per un altro anno, dato che gli alleati non sono riusciti a trovare un accordo sulla sua sostituzione. L’Alleanza è chiaramente alle prese con litigi interni, inaspriti dal no della Turchia all’adesione della Svezia, ma anche dalla questione dell’eventuale ingresso dell’Ucraina.
Il nodo della Turchia
Al vertice di Vilnius precederà un trilaterale fra Stoltenberg, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e il primo ministro svedese Ulf Kristersson. L’incontro rappresenta un ultimo disperato tentativo per far cambiare idea ad Ankara, secondo cui la Svezia non sta facendo abbastanza per reprimere i gruppi separatisti curdi, considerati organizzazioni terroristiche in Turchia. Al vertice, poi, si aspetta anche un incontro Biden-Erdogan, che potrebbe riguardare l’eventuale fornitura dei caccia F-16 americani alla Turchia, come una sorta di ‘scambio’ per il sì all’adesione.
Nel frattempo, tuttavia, il presidente turco oggi ha avanzato un’ulteriore richiesta: Ankara potrebbe approvare l’ingresso della Svezia nella Nato se l’Unione europea “apre le sue porte” alla Turchia. “Abbiamo aspettato per oltre 50 anni e ormai quasi tutti i membri della Nato fanno parte anche dell’Unione europea”, ha detto Erdogan secondo quanto riporta l’agenzia Associated Press. “Quando aprirete la strada alla Turchia, noi la apriremo alla Svezia, come abbiamo fatto con la Finlandia”, ha aggiunto, collegando per la prima volta le due richieste.
Ucraina verso l’adesione?
Nell’agenda, naturalmente, avrà ampio spazio anche il sostegno all’Ucraina. I membri dell’Alleanza dovrebbero offrire a Kiev una specie di adesione ritardata, promettendo un partenariato a lungo termine a prescindere dall’appartenenza alla Nato. Questo piano è in linea con le richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha riconosciuto che il suo Paese non entrerà nell’Alleanza mentre si trova in piena guerra, ma vuole una sorta di programmazione dei prossimi passi verso l’accesso. Un importante gesto politico in questa direzione è la decisione di creare un Consiglio Nato-Ucraina, che sostituirà la commissione di più basso livello esistente al momento. Kiev sarà trattata a pari merito e avrà diritto di convocare gli incontri, di stabilire i comitati di lavoro e di prendere decisioni vincolanti. L’Unico altro Consiglio della Nato era quello con la Russia, ma è stato sospeso dopo l’inizio delle ostilità.
Nuovi aiuti e spese militari
Intanto gli Stati Uniti hanno annunciato venerdì un nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari, comprendente anche le bombe a grappolo. I leader della Nato, invece, dovrebbero approvare al vertice la creazione di un fondo di 500 milioni di euro all’anno in aiuti a Kiev per consentire la modernizzazione delle sue forze armate. In contemporanea, gli Stati membri dovrebbe firmare un nuovo impegno di spesa per la difesa permanente, par ad almeno il 2% del PIL di ciascun Paese.